Calci-galleria-mammiferi-06Della Certosa di Calci vi avevo già parlato in un vecchissimo articolo, ma a quell’epoca non avevo ancora bambini e, si sa, attraverso i loro occhi, il mondo si scopre totalmente nuovo. Recentemente grazie a un’iniziativa di Igers Pisa ho avuto il privilegio di visitare le nuove collezioni del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa (ospitato dalla Certosa) dedicate ai mammiferi che dal 23 febbraio apriranno al pubblico. Ed ecco perché non dovreste perdervi l’occasione di visitarlo.

Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa: questo museo è un po’ una Cenerentola nel complesso delle attrazioni pisane: lo si capisce, non è facile emergere al cospetto dello splendore di Piazza dei Miracoli, eppure si tratta di uno dei musei più antichi al mondo, nato nel XVI secolo come ampliamento del Giardino dei Semplici per volere di Ferdinando I dei Medici, ed uno dei più interessanti. Il Museo oggi consta di una parte storica (Galleria storica, Giardino del Museo, Galleria degli anfibi e dei rettili, Gallerie dei mammiferi, Sala “L’origine dei cetacei”, Galleria dei cetacei, Sala “C’era una volta… l’uomo”, Galleria dei minerali, Sala “La Terra tra mito e scienza”, Galleria “L’evoluzione del Monte Pisano”, Sale “I dinosauri della Patagonia”, Sala “La preistoria del Monte Pisano”); il più grande acquario di acqua dolce d’Italia e uno spazio per le mostre temporanee.  Nel 2017 il museo ha subito una vera rivoluzione causata dall’arrivo di 7 tir pieni di animali imbalsamati.calci-museo-storia-naturale E non si trattava di bestie qualunque. Questi esemplari tassidermici rappresentano la donazione della famiglia di Giorgio Barbero, meglio conosciuto come il Signor Aperol. Una donazione fra l’altro che ha sollevato il malumore della cittadina natale dell’imprenditore torinese e anche della Regione Piemonte. Alcune delle specie custodite sono infatti estremamente rare ed altre in via d’estinzione, rappresentando quindi una speciale occasione di studio. In più la raccolta annovera tassidermie risalenti anche a metà Ottocento. Non è difficile quindi capire che questa collezione rappresenti un autentico tesoro, grazie alla quale il museo pisano diventa qualcosa di unico nel panorama nazionale.

E non a caso la nostra visita ha preso avvio proprio da qui.calci-museo-storia-naturale

La galleria dei mammiferi:  giunti all’entrata, la nostra guida, senza alcuna ipocrisia, ci ha raccontato che molti degli animali esposti fossero il risultato delle battute di caccia di Mr. aperitivo. Ben 300 pezzi fra mammiferi, uccelli e perfino pesci. Siamo rimasti subito colpiti dalla bellezza e dalla perfezione della loro imbalsamazione: non un baffo fuori posto, non un pelo usurato: quegli animali avrebbero potuto passare per vivi. Pensate che il mio bimbo era quasi intimorito dalla maestosità di bufali e bisonti congelati in pose che ne esaltavano le caratteristiche. E poi i felini, le antilopi, fra le specie di maggior valore scientifico dell’esposizione, un mastodontico ippopotamo dalla bocca spalancata, capre, mufloni, orsi e addirittura una giraffa. calci-museo-storia-naturaleÈ evidente che l’arrivo degli importanti ospiti comporti una rivoluzione delle sale e del percorso di visita: una rivisitazione che non terminerà prima di 3 anni.  Noi siamo rimasti come bloccati davanti a queste opere, direi a metà fra arte e scienza, cercando di coglierne l’essenza mediante gli scatti fotografici: le volute geometriche di un corno, l’eleganza di un manto, l’affilatezza di un artiglio… ma l’unico modo per comprenderla a fondo è visitare la collezione… ed è questo l’invito che vi faccio.Calci-galleria-cetacei

La sala dei cetacei: abbiamo lasciato a malincuore questo padiglione convinti che il Museo ci avesse detto tutto ed invece ci siamo dovuti ricredere davanti alla Galleria dei cetacei. Ci aspettava un assolato padiglione in vetro che ospita gli scheletri di balene, capodogli e specie simili sia viventi che estinte o vissute al tempo di Melville e Moby dick. calci-museo-storia-naturaleUna vera sorpresa, per la quale ho stentato a trattenere il mio rospetto dal buttarsi su quelle ossa facendo crollare gli scheletri come succede nei film e nei cartoni animati! Anche questa sala non ha rivali in Italia e giustifica di per sé la visita al museo…e anche senza bambini.

La sezione storica: dopo aver visitato questi ambienti meravigliosi la guida ci ha accompagnato nella Galleria storica, senz’altro la parte più tradizionale del Museo, ma comunque affascinante. Qui, mentre il piccolo di casa è rimasto colpito dalle vipere in formaldeide, io ho perso la testa per la wunderkammer. calci-museo-storia-naturaleNon sapevo che il museo ne avesse una e così mi ha stupito come una bimba. Davanti a me sì spalancava uno stanzino ricolmo di coralli, conchiglie, madrepore, minerali, oggetti bizzarri provenienti da ogni dove, fossili, un miscuglio di naturalia ed artificialia che non può lasciare indifferenti.  Il pezzo forte è un famoso teschio con corallo la cui origine è ammantata dalla leggenda. E proprio da questo oggetto unico, simbolo del collezionismo delle origini, è nata l’idea di ricostruire un dipinto seicentesco che lo raffigura. Il risultato è un delizioso “scarabattolo” in tutto e per tutto fedele a quello del quadro. 

Maaltri mirabilia hanno catturato la mia attenzione anche al di fuori della cabinet or curiosities. Fra questi, le 51 riproduzioni in vetro di invertebrati marini di Leopold Blashka e delle stupefacenti lumache in cera. Per un’appassionata di arte come me questi oggetti sono l’anello mancante fra pratiche espressive e studio della natura: assolutamente strabilianti.Calci-leopold Blashka

L’acquario d’acqua dolce più grande d’Italia: ancora 2 parole le spendo sulle vasche che, in un altro spazio, accolgono animali di acqua dolce: questa è una particolarità, visto che la maggior parte degli acquari in giro per il mondo sono dedicati al mondo marino. Qui invece si possono osservare tartarughe, piranha e il più stravagante axolotl. Ho poi scoperto da poco che in effetti si tratta del più nutrito acquario d’acqua dolce di Italia, tuttavia non aspettatevi vasche enormi, gli spazi sono quelli degli acquari di casa.

Insomma, come vedete di motivi per visitare il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa ce ne sono a bizzeffe. Se poi ci mettete il bel prato, gli uliveti, la possibilità di visitare il museo attiguo dedicato alla stessa Certosa Monumentale avrete il ritratto di una perfetta giornata in famiglia.Calci-certosa

Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, informazioni pratiche: Il Museo è aperto tutto l’anno, eccezion fatta per il 25 dicembre. La biglietteria chiude 45 minuti prima dell’orario di chiusura del Museo.


Orario invernale (dal 1 ottobre al 31 maggio):
Dal lunedì al sabato: 9,00 – 19,00
Domenica: 9,00 – 20,00

Orario estivo (dal 1 giugno al 30 settembre):
Tutti i giorni: 10,00- 20,00

Per le info sulle tariffe e gli eventi in corso vi rimando al sito Museo di Storia Naturale Università di Pisa .


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