DSC_1190Finalmente mi decido a scrivere del mio primo viaggio in Portogallo:un viaggio che per molti motivi resterà impresso a lungo nella mia mente,  forse dovrei dire per sempre. Non voglio farla lunga e vi dico subito che questo breve tour di Lisbona e dintorni (perché di questo si tratta) è stato la prima volta di tante cose: la prima volta in Portogallo, certo, poi la prima volta che mi sono appoggiata ad airbnb per trovare un alloggio – e sicuramente vivere a casa di una persona del posto ha reso la vacanza molto più colorita! – ma, soprattutto, e più importante di ogni altra cosa, è stata la prima volta in cui io abbia viaggiato in gravidanza.

Ora non voglio tediare chi non ha il minimo interesse in questo tipo di argomento, ma per me l’esperienza del viaggio e quella della gravidanza si sono fuse in maniera inscindibile perciò non posso raccontare l’una senza pensare all’altra. E siccome molte sono state le domande che mi sono posta prima di partire, spero mi perdonerete questa digressione che forse potrà essere utile a chi stia vivendo adesso la mia stessa esperienza.

Viaggiare in gravidanza

Quando si scopre di essere incinte un turbinio di emozioni vortica prepotentemente nell’animo: incertezza, incredulità, felicità, paura. Poi all’improvviso ci si placa.  E’ come se il mondo si fermasse per un attimo, e in quell’istante arriva la pace.In quell’attimo io mi sono sentita serena. Saranno stati sicuramente gli ormoni impazziti, ma posso dire che ho provato una sorta di beatitudine interiore, un raro stato di grazia che, per me che sono portata alla malinconia, è stato davvero un momento indimenticabile. Tuttavia, appena si prende atto  che “Sì e vero! C’è una creatura che sta sbocciando dentro di me” nella nostra mente si fanno spazio tante domande. Ci si sente spaesate, si comincia a pensare “Questo lo posso fare… quest’altro forse è meglio di no… su internet ho letto che… alla cugina di tizio è successo questo e quello, ecc. ecc.“. Tutto questo soprattutto nella prima fase che è universalmente nota come la più delicata di tutto il processo di gestazione. Ci sta a pennello dunque che in mezzo a tutti questi punti interrogativi sorga quello del viaggio, cioé: si può viaggiare in gravidanza? E se sì, in che modo? Posso continuare a fare escursionismo? Posso volare, guidare, andare in barca? Solo per fare degli esempi.

Devo dire che su questi quesiti sono stata molto rassicurata dall’esperienza di Milly Marchioni che, nel suo bel blog Bimbi e Viaggi ha raccontato la sue esperienza di viaggio (in Thalandia) quand’era incinta di poche settimane: proprio come me. Poi, naturalmente, sono passata dalla mia ginecologa che mi ha dato assolutamente l’ok per il nostro viaggetto in terra lusitana con alcune ovvie raccomandazioni: riposarmi quando ne avessi sentito bisogno; scartare certi alimenti considerati pericolosi ad ogni latitudine del globo; niente alcol (quindi addio Porto!) e, non da ultimo, non pensare troppo al fatto di essere in gravidanza e godermi il momento.

Pertanto, ritornando alla questione iniziale, se dovessi dare un consiglio a una mia amica in preda ai miei stessi dubbi le direi: non aver timore: se ti senti bene, se la tua gravidanza è “fisiologica” – come si dice in gergo medico – non avere remore… non ci sono motivi per evitare un viaggio!  Naturalmente non  si deve fare di testa propria e dobbiamo sempre sentire il nostro dottore perché come si usa dire”ogni gravidanza è a sé” e non si può fissare una regola generale. Poi c’è anche una questione di buon senso: magari evitiamo di stare troppe ore al sole o di lanciarci in esperienze estreme o, ancora, di voler fare le esploratrici a tutti i costi spingendoci in aree del pianeta in cui sarebbe difficile l’assistenza sanitaria (in questo senso, non dimentichiamoci dell’assicurazione!), ma tutte queste cose sarà il nostro corpo a suggerirle e ascoltarlo è, a parer mio, la miglior strategia.  Nel mio caso ho tagliato alcune tappe che mi avrebbero costretta a un tour de force in macchina e ho dilatato moltissimo i nostri tempi di visita per avere tutto il tempo per rilassarmi e riprendere le forze. Devo anche dire che io sono stata molto fortunata perché non ho mai sofferto di nausee e le uniche due cose che mi ricordavano costantemente il mio stato erano: una fame implacabile e il fiato un po’ corto. Tutto qui.  Infine, sapevo che, in caso di bisogno,  trattandosi di un paese europeo godevo degli stessi diritti di un abitante: basta portare con sé la tessera sanitaria.

Lisbona, Alfama, le piazze

Lisbona, Alfama, le piazze

Chiusa la parentesi e per tornare al viaggio, il nostro itinerario di visita si è concentrato sulla città di Lisbona e sulle aree limitrofe. La capitale mi ha colpito per la sua aria bohemienne: per quel miscuglio di edifici  moderni e antichi, occidentali e moreschi. Per le sue cattedrali bianche e le sue piazze nascoste in labirinti di vicoli e scale. Per le facciate  ricoperte di azulejos colorati  e il sopravvivere di vecchie lanterne, tram, castelli, elevadores liberty accanto a quartieri avanguardistici.

Lisbona, i tram

Lisbona, i tram

Lisbona, casa de bacalhau

Lisbona, casa de bacalhau

Lisbona, il bairro alto

Lisbona, il bairro alto

Lisbona,  bairro alto

Lisbona, bairro alto

Una sorpresa sono stati anche i suoi musei, forse sottovalutati dai turisti mordi-e-fuggi.  Ma soprattutto Lisbona mi è piaciuta per la sue gente: un cocktail di colori e culture che svela l’intreccio di storie fra il grande impero di navigatori e i popoli delle sue colonie. Tutto questo intriso nella malinconia struggente del Fado che abbiamo ascoltato nel quartiere dellAlfama, gustando ottimo pesce ed altre specialità locali. A Lisbona abbiamo dedicato 4 giorni, intervallati dalle escursioni nei dintorni, in cui abbiamo scoperto la città quartiere dopo quartiere: sfogliandola come un libro.

Molto belle sono state anche le gite giornaliere che hanno toccato il sognante paese di Sintra, la pittoresca Cascais, le imponenti falesie di Cabo da Roca e le rilassanti spiagge di Costa  da Caparica.

Cabo da Roca

Cabo da Roca

Cascais

Cascais

Sintra, la onirica Quinta da regaleira

Sintra, la onirica Quinta da regaleira

Insomma, questa vacanza in Portogallo ha rappresentato per noi un breve ma intenso assaggio del vivere lusitano, in fondo non molto dissimile dall’ascolto di un brano dei Madredeus, con quella voce profonda, quasi misterica e quella melodia suadente che non ti stancheresti mai. E torni ad ascoltarlo ancora e ancora…

Se ti è piaciuto l’articolo leggi anche Dritti al cuore di Lisbona: la Mouraria e l’Alfama

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