“dai diamanti non nasce niente. dal letame nascono i fiori”
F. De André
A Valencia si possono trovare storia, architettura, arte e tutto quanto vi possiate immaginare di vedere da un sightseeing bus. Ma Valencia non è solo una città da catalogo ed ha un carattere molto più intrigante che si svela quando meno te l’aspetti, quando ormai pensi di aver visto tutto quello che c’è da vedere e ti godi la città in maniera più sciolta senza una meta predeterminata. Allora, giri un angolo e all’improvviso ti trovi di fronte un enorme muro scalcinato, sotto si intravedono i mattoni, sopra una figura senza volto, un gigantesco Lazzaro cyber punk ti sovrasta mentre, non senza provocarti inquietudine, ti interroga. E’ a quel punto che capisci di essere nel posto giusto. Si rimane incantati davanti alla potenza di queste immagini tanto belle quanto effimere.
E ci si accorge, così, dell’esistenza di una Valencia segreta, viva, intelligente e continuamente in trasformazione. Una silenziosa ondata di colore che, come una ragnatela, invade i luoghi in decadenza: li abbraccia, li fagocita e li riempie di nuovi significati. A ben vedere, è proprio questo il senso della street-art: la riappropriazione di edifici abbandonati, macerie, vuoti simulacri urbani a cui gridare tutto il proprio amore per dar loro una seconda chance e riportarli in vita: proprio come quel grande Lazzaro sulla parete.
Il posto giusto per apprezzare tutto questo è sicuramente il Barrio del Carmen. Bisogna infilarsi nei vicoli, chiudere le cartine e lasciarsi guidare dalla presenza di graffitti, sempre più massiccia, per scoprire veri capolavori. In realtà a Valencia l’arte dei writers ha fatto molta strada e non si tratta più solamente di tag sui muri o stencil: l’immaginazione riveste ogni cosa e si serve dei materiali più disparati come tessuti, piante, oggetti di riciclo.
Basta un solo oggetto fuori posto per creare il corto-circuito nella comunicazione. L’altra vita delle cose ci spiazza, ci pone degli interrogativi, ci scuote dalle nostre certezze come solo l’arte più nobile sa fare.
Una volta tornata a casa, ho scoperto la presenza a Valencia di una crew (XLF) molto attiva alla quale si devono molti dei lavori ancora leggibili sui muri del Carmen. Uno dei loro membri pià conosciuti è sicuramente Julieta, che colpisce per un linguaggio a suo modo raffinato che rimanda a un immaginario fanciullesco, permeato da suggestioni nipponiche che declina in esili figure femminili degne di una coloratissima fiaba.
C’é poi Blu, con un grande murales dedicato a Mosè: una lucida e dura metafora del consumismo contemporaneo; Fasim che lascia un grande affresco, memore di Guernica, per ricordare le vittime civili di tutte le guerre; e ancora Erica il cane, Hyuro, Escif e molti altri nomi noti in tutto il mondo.
Benché questa forma d’arte sia, con lungimiranza, appoggiata dalle Istituzioni di Valencia, il tempo sta facendo il suo lavoro. L’arte urbana è una seconda pelle e, come tale, porta inevitabilmente i segni della periferia: lacera, bucata, tatuata, invecchiata, ma incredibilmente vera. Fino a quando non verrà del tutto intrappolata in un’altra forma per risorgere ancora una volta e ancora più forte.
Informazioni pratiche: la maggior parte delle opere di street art di Valencia si trovano nel Barrio del Carmen, qui, una delle zone più ricche è calle de en gordo, ma la geografia della street art muta continuamente! Chiedete info aggiornate a visit valencia.
Anche io mi sono persa tra le strade del Carmen. Era piena estate e ci saranno stati 45 gradi, ma ti assicuro che è stata una visita indimenticabile.
Me la sono persa questa parte quando andai a Valencia!! la street art mi piace davvero un sacco ma purtroppo visitai la parte classica. però ammetto che non mi stregò e non so se ci ritornerei!