In questo articolo torno a parlarvi di Valencia in una chiave che è un po’ inusuale per me…quella gastronomica. Generalmente infatti lascio ad altri il compito di raccontare l’aspetto culinario di una destinazione, non tanto perché io non sia una golosona quanto perché mi sento più “nel mio campo” parlando d’altro. Ma a Valencia mi è piaciuto così tanto il cibo (non solo la la Paella) e l’ho trovato così a buon prezzo che mi sembra davvero un peccato non parlarne. Del resto la gastronomia valenciana è lo specchio dell’anima di questa città: mediterranea innanziutto, ma forgiata nei secoli dal miscuglio delle varie popolazioni che si sono succedute fra le sue mura; rurale ma con lo sguardo rivolto al mare.
Vediamo quindi insieme una giornata tipo a Valencia scandita dal rituale dei pasti:
ore 8.00 – colazione in hotel: la colazione si fa più o meno ai nostri soliti orari ed è molto simile a quella continentale con un mix di dolce e salato. Durante il nostro primo pasto mattutino all‘hotel Sorolla Centro siamo stati deliziati dai succhi di frutta, in particolare quello di arancia. E non è un caso: la città di Valencia è una grande produttrice ed esportatrice di questi agrumi. L’arancia è anche alla base di una bevanda locale: l’agua de Valencia. Si tratta di un cocktail composto di succo d’arancia, spumante, gin, vodka e un po’ di zucchero. Quindi occhio a non confondere l’acqua con l’agua de Valencia!
ore 11.00 – horchata: qui le cose si fanno più interessanti…allmeno se siete degli amanti degli spuntini come me. Un’abitudine tutta valenciana infatti è quella di concedersi una ricarica a metà mattina con un’ottima bevanda che troverete solo qui: l’horchata. Il nome potrebbe ricordare la nostra vecchia orzata ed in effetti qualcosa in comune fra queste due bibite c’é: la loro origine dalla pigiatura di tuberi o frutti vari. In particolare, l‘horchata valenciana si ricava unicamente da una pianta, il cipero, qui noto come chufa. Questa pianta cresce nell‘horta (campagna) della città, più precisamente nella zona dell’Alboraia. Ha tantissime qualità: è ricca di fosforo e potassio ed è povera di sodio; non contiene né glutine né colesterolo. Ma dove gustare un’ottima horchata? Io vi consiglio di berla al Mercado Central, come fanno i cittadini di Valencia, seduti al bancone gustando nel contempo dei dolci fartons. Quest’ultimi, da non confondere con i churros, sono delle specie di brioches allungate dall’impasto molto soffice e leggero.
ore 14.00 -pranzo: io vi consiglio di recarvi a pranzo a quest’ora. Gli spagnoli si sa, pranzano molto più tardi rispetto a noi italiani. Nessuno di loro si sognerebbe di entrare in un ristorante prima delle 13.30 e in realtà il pasto viene consumato verso le 15.00. Il nostro orologio biologico avrebbe qualcosa da ridire però ad aspettare tanto, quindi le 14.00 mi sembrano un orario che possa rappresentare un buon compromesso fra il non sembrare degli alieni agli occhi dei Valenciani e le nostre abitudini. Se non l’avete ancora fatto, per pranzo dovete sperimentare la Paella valenciana. Stando attenti a non cadere in luoghi comuni. Diversamente da quanto si pensi infatti, la vera paella di Valencia non è a base di frutti di mare, ma di pollo o coniglio e – udite -udite! – si mangia solo a pranzo!
Ecco quindi svelata l’origine di un piatto che ha fatto la storia: la paella racconta delle risaie dell’Albufera e degli abitanti della campagna che hanno inventato una portata completa, energica e saporita. Quale miglior posto, dunque, per assaggiare l’autentica paella se non i paesini sulle sponde dell’Albufera? Noi, come vi ho gia raccontato in un articolo precedente, siamo stati al ristorante El Palmar, nel borgo omonimo. Un’esperienza che vi suggerisco con tutto il cuore. Ma non di sola paella si vive a Valencia e difatti abbiamo iniziato il pranzo con un antipasto a base di patatas bravas, salsa aioli e altre leccornie. Squisito.
Per secondo, abbiamo gustato un’altra specialità del luogo, l’anguilla all i pebre, e abbiamo terminato con raffinati dolcetti.
Il tutto, naturalmente, annaffiato da ottimi vini locali. In alternativa, se avete già assaggiato la paella potreste provare uno degli altri 40 piatti a base di riso che si cucinano in tutta Valencia oppure sperimentare uno stufato di pesce.
ore 17.00 – pausa al mercado de Colón : se dopo tanto camminare per le splendide strade e piazze della città vi venisse un po’ fame, vi consiglio di concedervi un break al Mercado de Colón. Questo posto per me è stata una vera sorpresa: uno di quelli che scopri quando ormai ti sembra di aver visto tutto in città, chiudi la cartina perché ormai ti orienti bene e giri senza meta fingendo di essere uno del posto. A quel punto decidi di concederti una pausa golosa ed è in quel momento che ti ritrovi davanti al Mercado de Colón : un gioiellino modernista che oggi pullula di caffetterie, horchaterie e bar e viene per questo amichevolmente chiamato “Covent Garden” di Valencia. Questo è il posto adatto per una cioccolata, d’inverno o per una bibita d’estate. Segnatevelo.
ore 21.00 – cena in centro: finalmente siamo giunti all’ora di cena. E qui c’è davvero l’imbarazzo della scelta: fra ristoranti, fast-food, bar, locali che sevono tapas basta uscire e recarsi in centro per ritrovarsi in un grande e brulicante bistrot a cielo aperto.
Proprio nel cuore di Valencia si trovano alcune catene che offrono menù a base di tapas o pinchos a prezzi super. Noi abbiamo sperimentato Lizzaran e Orio. Lizzaran è più economico, ma Orio mi è piaciuto di più. Amo questo modo di cenare così conviviale in cui ci si siede al bancone con altri commensali, si sperimentano diversi tipi di cibo e si chiacchiera amichevolmente: ti fa sentire il benvenuto! Ma che differenza c’è fra tapas e pinchos? Vi confesso che devo ancora capirlo bene pure io, ma tento una spiegazione. Le tapas sono come i nostri antipasti, piccole porzioni di cibo cucinate in vario modo. I pinchos si distinguono invece per la presenza di uno stuzzicadenti infilato dentro. Non è un dettaglio perché lo stuzzicadenti indica che si è consumata una porzione, perciò quanti stecchini avrete alla fine nel piatto, tanti pinchos dovrete pagare. Fate attenzione, perché troverete stecchi piccoli e stecchi grandi (quelli da spiedini) che ovviamemte costeranno di più! Ricordate che oltre a quelli esposti sul bancone, i camerieri passeranno con pinchos appena sfornati e caldi.
Adesso penso avrete capito perché mi è piaciuto così tanto mangiare a Valencia. Vi lascio con alcune dritte “risparmiose”: se volete puntare su locali selezionati, ma a un prezzo conveniente, potete pensare di sperimentare i VLC menù: una serie di menù dall’antipasto al dolce prenotabili sul sito VLC Valencia al costo di 15 € adulti, 12 € bambini. Inoltre se vi siete dotati della Valencia Tourist Card potrete godere di alcuni sconti nei ristoranti convenzionati! tenetevi aggiornati sulla pagina dedicata alla gastronomia di VLC Valencia. E buon appetito!