Siamo da poco rientrati da uno splendida visita a Valencia (nel precedente articolo vi avevo messo l’itinerario, che abbiamo sostanzialmente rispettato) e devo dirvi subito che la città spagnola mi ha colpito per la sua bellezza e la varietà delle attività che propone. Valencia ha un clima mite che rende piacevole soggiornarvi anche in inverno, è una città vivace, ricca di monumenti e musei che raccontano la sua lunga storia e le sue tradizioni ancora amate e portate avanti con orgoglio dalla popolazione. Valencia è come un goloso pan di spagna farcito che sotto ogni strato ne svela un altro ancor più sorprendente. Un cuore medievale con testimonianze romaniche e gotiche, palazzi modernisti (o art nouveau, se preferite) e sontuosi edifici barocchi e rococò di contorno, architetture spaziali che parlano una lingua ancora da scrivere e street art da scovare dove meno te l’aspetti. Ma Valencia è anche spiaggia, mare, giardini, parchi gioco. Ecco perché Valencia è la destinazione perfetta per un city-break in famiglia! In questi giorni, poi, la città indossa il vestito migliore delle feste con una grandissimo albero di Natale scintillante sulla Piazza del Municipio e una scenografica pista di pattinaggio, mercatini sparsi qua e là e le luci che decorano le strade. Ecco perché, basandomi sulla nostra fresca esperienza, ho deciso di raccontarvi Valencia proprio a partire da qui: che cosa fare con i bambini.
Passeggiata nel centro storico: sia che siate da soli, sia che abbiate al seguito i piccoli di famiglia, una visita di Valencia non può non partire, secondo me, dal centro storico. Noi ci siamo avvalsi della guida esperta di Libertours che con enorme simpatia ci ha fatto conoscere non soltanto i monumenti più importanti della città, ma anche molte curiosità che, sono sicura, appassionerebbero qualunque bambino. Per esempio, sapevate che il simbolo di Valencia fosse un pipistrello? O che il gioiello modernista della Stazione Nord si trovasse in realtà sul lato sud di Valencia? E perché c’è un pappagallo sopra lo splendido Mercato Centrale? Con questi aneddoti e altre storie particolari, abbiamo passato tre ore per nulla noiose a spasso per i monumenti più importanti.
La Plaza de la Virgen con la Cattedrale e la Basilica; il campanile Micalet; la Llotja de la Seda, il Palazzo del Marchese delle due acque il Mercato Centrale, la Piazza del Municipio, le Torri di Quart e di Serranos… sono solo alcune tappe di questo giro introduttivo.
Noi abbiamo fatto tutto con passeggino al seguito e abbiamo notato subito che la città è ben attrezzata con rampe che la rendono accessibile ovunque. Informandosi presso i tourist office di Valencia è anche possibile prenotare dei tour in carrozza, in bicicletta o in segway. Il mio bimbo era troppo piccolo per sperimentare queste modalità di visita, ma mi immagino possano essere ancor più stimolanti!
La città delle arti e delle scienze: potrei parlare giorni interi di questo complesso urbano che, per me, rappresenta il massimo dal punto di vista architettonico. Non fraintendemi, Valencia è bellissima, ma la città delle arti e delle scienze è unica al mondo. Dato che qui parliamo di luoghi da vivere con i bambini rimando a un altro post la descrizione degli edifici per spiegarvi piuttosto subito perché non dovete perderla con i vostri figli! innanzitutto una scenografia così futurista non potrà che far sognare loro di trovarsi all’interno della Morte Nera o, se preferite, nel mondo di Matrix o in altro scenario fantascientifico.
Questo è solo l’inizio però perché la città disegnata dal celeberrimo architetto Santiago Calatrava è soprattutto uno spazio multiculturale dove i bambini (e non solo) imparano divertendosi. Si comincia dal Museo delle Scienze Principe Felipe: avete presente quei musei pedanti e mummificati in cui vige il silenzio e, appena ci si avvicina troppo alle opere, suona un allarme? Ecco, accantonate subito quest’immagine! Al Principe Felipe non viene “mostrato” nulla: ogni cosa è da sentire, toccare, annusare, saltarci sopra, talvolta, perché qui, sovvertendo tutte le regole, l’imperativo è “vietato non toccare”. Mettendo in moto meccanismi, specchi, leve, pesi e molto altri strani marchingegni si sperimentano leggi chiave della fisica, dell’ottica e della chimica.
C’è poi un’area interamente dedicata ai piccoli fra i tre e i sei anni che possono imparare come si costruisce un edificio oppure le proprietà del corpo umano. Il pubblico, anche adulto, rimane incantato davanti al pendolo di Foucault gigante e tutti si appassionano nella sezione dell’astronomia. Noi ci siamo divertiti molto ad esplorare le varie attività e il nostro bebé, troppo piccolo per capire certi concetti, si è svagato nell’area puramente ludica.

Un mito dell’evoluzione del pensiero umano: il pendolo di Foucault. Valencia, Museo della Scienza Principe Felipe
Poco distante da questo Museo si trova l’Oceanogràfic: il più grande acquario d’Europa, un autentico tempio della vita sottomarina. Spostandosi da una sezione all’altra si viaggia dai mari tropicali al Mediterraneo, dall’artico all’oceano. Dei 45.000 esemplari di oltre 500 specie diverse che abitano qui, i più ambiti sono, come anche a Genova, gli squali e i delfini.
Ma sono altrettanto spettacolari le vasche con le altre creature acquatiche: foche, pinguini, meduse, cavallucci marini e mille pesci diversi. In realtà, parlare di vasche è davvero riduttivo.
Ci si trova letteralmente immersi nell’ambiente marino grazie a tunnel, volte, caverne che permettono l’osservazione a 360 gradi. Il mio piccolo, ancora in tenerissima età, guardava con gli occhi sgranati questi maestosi animali e per noi è stato davvero bello mostrargli la varietà degli esseri viventi. Per i bambini in età scolare, invece, ci sono pannelli esplicativi concepiti apposta per loro che riportano anche dati sull’inquinamento e sull’importanza dell’acqua per il pianeta insegnando, più in generale, il rispetto per la natura. Ho particolarmente apprezzato infine la presenza di una sala per l’allattamento dove poter dare la poppata, scaldare pappe e cambiare il proprio bebé con tranquillità. Mi raccomando: non dimenticatevi la grande sfera-voliera esterna dove i bimbi si trovano a contatto diretto con molti uccelli variopinti divertendosi un mondo.
La Città delle Arti e delle Scienze non finirebbe qui: resterebbero da visitare ancora l‘Umbracle, L’Hemisfèric, il Palazzo delle Arti Reina Sofia, l’Agora, ma noi non ne abbiamo avuto il tempo. Vedete bene che soltanto questo complesso architettonico val da solo il viaggio a Valencia!
Bioparc: con un pratico autobus (n-7, 17, 29, 61, 81, 95) si può raggiungere un’altra delle famosissime attrazioni di Valencia: il parco zoologico Bioparc. Dico subito che, in linea di principio, non amo gli animali in cattività. Ma frequentando questi spazi e ascoltando le storie che vi stanno dietro ci si può accorgere che spesso le cose non sono come sembrano. Gli animali del Bioparc provengono tutti da altre situazioni di cattività ben peggiori che qui. Molte specie sono in via d’estinzione e al Bioparc vengono seguiti scrupolosamente programmi per la riproduzione che, a vedere il numero di cuccioli presenti, sembra funzionare perfettamente. A riprova del benessere degli animali posso dirvi che abbiamo assistito, increduli, all’accoppiamento dei gorilla (per rispetto della loro privacy, non abbiamo fatto foto!;)) che sembrano trovarsi perfettamente a loro agio. In effetti il Bioparc è molto diverso dagli altri zoo che ho visitato. Si accede nell’area del Parco superando un ponte che è un trait d’union pratico ma anche simbolico fra il nostro mondo e quello degli animali. Superato il ponte, infatti, ci si accorge subito dell’attenta ricostruzione degli habitat originari della fauna ospite: siamo noi che entriamo in casa loro e non viceversa. Per questo, bisogna entrare con rispetto e in punta di piedi. Non solo non sono visibili recinzioni, ma in alcune aree, per esempio quella del Madagascar, si entra superando due porte consecutive. Fatto questo ci si trova fra le rocce rosse della grande isola dell’Oceano Indiano, le cascate, i ruscelli e le piante tipiche di questo ecosistema. E’ incredibile accorgersi dei lemuri appesi agli alberi sopra le nostre teste che ci osservano curiosi!
Passando da una zona all’altra, quindi, il contesto muta radicalmente. Dal Madagascar si passa all‘Africa equatoriale con scimpanzé, gorilla, elefanti e poi ancora alla savana dei leoni, le iene, le giraffe, i cani della prateria… In questo caso le barriere sono costituite da rocce, corsi d’acqua, vegetazione. Devo confessare che un minimo mi ha impressionata notare il branco di leonesse coi loro cuccioli che mi guardava e si avvicinava!
Avevo visto questi felini così da vicino soltanto durante il safari al Kruger durante il mio viaggio in Mozambico, ma mai era successo che interagissero con me. Potete immaginare la gioia dei bambini in un luogo simile dove possono vivere l’avventura come piccoli esploratori e conoscere da vicino molti animali! Informandovi all’ingresso, saprete che è possibile anche assistere ad alcuni momenti di accudimento degli animali, come ad esempio, il pasto di primati. La cosa che mi ha colpito di più, e che sembra aver impressionato anche il nostro bebè, è stata l’osservazione della famiglia di gorilla. Uno sguardo così espressivo, attento che mi ha commossa nel profondo.
Parco dell’Albufera: a chi non piace comunque questa idea del Parco Zoologico, Valencia offre un’alternativa per osservare gli animali nel loro contesto naturale e a costo zero. Si tratta dell’Albufera: il lago più grande della Spagna, fra le più importanti zone umide d’Europa. Parco Naturale, protetto dal 1986, l’Albufera è molto cara ai Valenciani. E non solo per la sua straordinaria biodiversità. Pensate che diversi poeti arabi la chiamarono lo “Specchio del sole” per via della lucentezza delle sue acque nelle giornate di bel tempo.
L’Albufera oggi è soprattutto un’area inondabile di risaie, un vero paradiso per gli uccelli migratori che qui possono essere osservati senza alcuna difficoltà anche senza essere appassionati di birdwatching. Per vivere meglio quest’ambiente si può intraprendere una bella gita sulle imbarcazioni tradizionali dei pescatori e inoltrarsi nei canali che lo collegano al mare. Oltre all’agricoltura infatti, all’Albufera si praticava e, in misura minore si pratica tutt’oggi, la pesca all’anguilla.
A testimonianza dell’era della pesca all’Albufera restano ancora le graziose barracas: le case tipiche dei pescatori dal tetto spiovente in paglia. Mentre per i bambini il top sarà proprio il giro in barca, per i genitori il meglio della giornata sarà il pranzo al paesino de El Palmar sulle sponde del lago per gustare la tradizionale Paella valenciana, nata, non a caso, proprio qui.
Credo che già soltanto queste idee siano sufficienti per convincervi a fare la valigia per voi e i vostri bambini e saltare su un aereo per Valencia, ma se tutto questo ancora non vi bastasse vi ricordo che le proposte per bambini non finiscono qui! Valencia è ricca di giardini dove poter passeggiare, fare un picnic, andare in bicicletta o in risciò! Per esempio all’interno dei giardini del vecchio fiume Turia si trova un incredibile parco giochi gratuito adatto davvero a tutti a forma di…Gulliver! I piccoli lo adorano. In alternativa, resta sempre valida l’opzione di una bella camminata sul lungomare fino alla spiaggia della Malvarrosa, dove si trovano altri spazi gioco. E nella remota eventualità che il tempo fosse brutto? Potreste sempre visitare l’incredibile Museo delle Fallas (di cui parleremo meglio nel prossimo articolo) con i loro grotteschi pupazzoni giganti.
Insomma Valencia è un’autentica favola e, come ogni favola, può essere raccontata e reinventata in mille modi diversi. Non vi resta che cominciare!
Valencia: informazioni pratiche
dove dormire: durante il nostro soggiorno noi abbiamo soggiornato presso l’hotel Sorolla Centro. Una sistemazione super per una famiglia come la nostra con un bimbo al seguito! La nostra spaziosa stanza si trovava al settimo piano ed era dotata di un ampio letto matrimoniale, lettino, scrivania con televisore, un bel bagno con vasca e un terrazzino panoramico.
Una delle cose che ho apprezzato maggiormente, però, è stata la presenza del parquet sul pavimento: perfetto per far scorrazzare il bimbo coi suoi primi passi incerti. L’albergo serve un’ottima colazione con buffet dolce e salato. Il personale, parlante italiano, è veramente professionale e cortese e ci ha assecondato in tutte le nostre richieste per il bambino. Non da ultimo, l’hotel è in posizione centrale, a due passi dalla Plaza de l’Ayuntamento e dalla Stazione Nord. Basta quindi uscire dalla struttura per trovare caffè, ristoranti, negozi ecc.. A poca distanza si trova inoltre un supermercato, fondamentale per reperire cibo da neonati e pannoloni. Ovviamente a pochi metri dall’hotel si trova la fermata della metro e numerose fermate di autobus.
dove mangiare: a Valencia non avrete problemi a reperire buon cibo: tapas, bocadillos, gustosi dessert tutto è a portata di mano e di portafogli. Noi ci siamo trovati molto bene a mangiar tapas ( il finger food spagnolo per eccellenza) da Orio Basque Country Gastronomy con ottimi stuzzichini a prezzo abbordabile. Per gustare la paella invece vi consiglio di recarvi al paesino di El Palmar, vicino all’Albufera, dove si trovano una serie di ristoranti tipici. Noi, in particolare, abbiamo avuto il piacere di pranzare presso il ristorante El Palmar (non mi sono sbagliata, si chiama esattamente come il borgo di pescatori). Qui abbiamo gustato una deliziosa paella valenciana, ma anche la patatas bravas , altri antipasti tipici di Valencia, e l’anguilla in “all i pebre”.
Tornando in città non dimenticate di provare una fresca horchata con fartons (tipiche brioches da inzuppare) per la quale vi consiglio il Mercado central. Vale anche la pena, fermarsi per una pausa dolce al Mercado de Colon: superbo esempio dell’architettura del ferro oggi trasformato in una sorta di Covent garden valenciano.
Valencia chiavi in mano: sconti e gratuità per trasporti, monumenti musei, ristoranti e negozi convenzionati si possono avere con la Valencia Tourist card. Per venire incontro alle varie fasce di utenza, esistono diversi tipi di card. Per la famiglia è stata pensata la Valencia Tourist Card family, per i croceristi la Valencia Tourist Card Cruise e via così. Si può avere da 48 o da 72 ore, ma presso gli uffici turistici la card può essere rinnovata. Ricordate che esiste anche la app collegata alla carta! Noi ci siamo trovati molto bene e, in ogni caso, il mio consiglio se state programmando un viaggio a Valencia, è quello di consultare le pagine del sito Visit Valencia, costantemente aggiornato con offerte, eventi e pacchetti per le svariate occasioni (per esempio, date un’occhiata al programma del capodanno!) e di recarvi al vostro arrivo negli uffici turistici della città che sapranno aiutarvi a costruire il vostro perfetto soggiorno a Valencia.
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Bell’articolo e molto utile perchè tra un paio di settimane andrò a Valencia con la mia bimba di 4 mesi!
Grazie delle dritte!
Grazie a te!Con la bimba di 4 mesi non avrai neanche bisogno di pappe! Goditi il viaggio e fammi sapere come va! 🙂
Che bello! Ci stiamo trovando a fare un itinerario molto simile e sto trovando una cittâ davvero incredibilmente adatta ai bambini! Oggi siamo stati in centro e domani andremo alla cittá della scienza, non vedo l’ora!!!
Valencia mi è piaciuta tantissimo! E col bambino ci siamo trovati molto bene! Sono sicura vi piacerà anche l città di Calatrava! Divertitevi!!!
Una meta sicuramente adatta alle famiglie. Leggevo che la città investe molto sul turismo family, e fanno bene!
Sì esatto! Valencia ha puntato al family e si vede. Forse i privati devono ancora capirlo (per dire, è difficile trovare seggioloni al ristorante), ma attrazioni e musei sono perfetti per i bambini!