Prima di visitarla, per me la città olandese di Utrecht era una cosa sola e cioè il trattato a lei intitolato che pose fine all’importante Guerra di Successione Spagnola: il trattato di Utrecht appunto (1713). Fra i tanti accordi che costellano la nostra storia, mi ricordavo di quanto quello fosse significativo per l’evolversi della storia occidentale. E’ un po’ poco – mi rendo conto – ma solo il fatto che proprio questa cittadina fosse stata la location per quella tappa fondamentale era un indizio a favore della sua importanza politica e segno che dovesse essere un luogo molto interessante da visitare.
Le mie aspettative sono state non solo confermate ma di gran lunga superate: da quella stipula sono passati molti anni ed Utrecht oggi non è soltanto una città elegante e ricca di storia ma un luogo fresco, animato dalla vitalità dell’Università che ospita e dalla giovinezza dei suoi abitanti. Trattandosi dell’ateneo più importante di tutti i Paesi Bassi qui vivono diverse migliaia di persone sotto ai 25 anni divise fra studenti, ricercatori e coloro che sono attratti dalle “buone vibrazioni”che questo centro urbano trasmette. E ce ne siamo accorti subito, passeggiando fra canali, piazze e locali in compagnia di Laura di Exploratours, la nostra guida turistica, che ringrazio infinitamente per averci svelato alcune deliziose chicche sulla città: “Utrecht è vivace come Amsterdam, ma allo stesso tempo è più raccolta e contenuta” ci ha detto. E questa affermazione riassume perfettamente perché vale senz’altro la pena dedicarle una giornata o di più.
In effetti non si può fare a meno di darle ragione notando i caffè, le botteghe artistiche, le curiose librerie, i musei, le gallerie e le installazioni che costellano le sue viuzze. Quello che ci ha colpito maggiormente di Utrecht è infatti il suo essere molto gelosa ed orgogliosa del suo passato senza mostrare segni di chiusura o di arretratezza. Tutt’altro: le aperture al contemporaneo sono evidenti e in questa alchimia fra tradizione, storia, spirito avanguardistico e curiosità risiede, a mio avviso, tutto il suo fascino.
Nella nostra breve visita abbiamo avuto modo di scoprire alcuni monumenti e storie, che sono emblematici di questo spirito eclettico.
Domkerk: tutto è cominciato dal luogo simbolo della città. La Piazza della famosa cattedrale dove abbiamo incontrato la guida. E qui cominciano già anche le stranezze. Dovete sapere infatti che l’attuale spazio libero che curiosamente separa il Duomo di San Martino dal suo campanile è un luogo dell’assenza. Ci si trova infatti là dove fino al 1674 si innalzava l’aula della chiesa, spazzata via da una terribile tempesta. Gli Olandesi non solo ne tengono memoria, ma usando colori diversi nella pavimentazione segnano precisamente il perimetro di quella parte dell’edificio distrutta: è come se non volessero dimenticare questa ferita, ma anzi tramandarne il ricordo alle generazioni future. Questa gravissima perdita non ha tuttavia inficiato la bellezza del complesso che rappresenta il migliore esempio del gotico olandese. La chiesa, nata sotto il culto del cattolicesimo e passata poi nel 1580 al Protestantesimo, è anche uno specchio di questa linea di pensiero religioso: al suo interno non si può fare a meno infatti di notare le tante sculture decapitate, colpite nel 1566 dalla furia iconoclasta del Calvinismo. Ma la vera attrazione qui è rappresentata dalla Domtoren, la torre campanaria, alta 112 metri, da cui si dice nelle belle giornate si possa vedere persino Amsterdam. La torre è visibile da tutta la città e ne rappresenta anche un riferimento…sonoro. Al suo culmine è infatti posizionata la sala delle campane (14 per la precisione). Suonarle rappresenta un onore per gli abitanti, tanto che se ne occupa una speciale gilda di origine medievale in cui possono entrare solo i cittadini di Utrecht. Ancora più in alto si trova il magnifico carillon hemony, sempre a campane. Ogni sabato mattina il carillon viene azionato da un’abile musicista con melodie tratte dalle più famose composizioni classiche e moderne. Del resto, questo macchinario è spia della passione locale per queste geniali invenzioni tanto che la città ospita un favoloso museo dedicato interamente agli strumenti musicali automatici (a questo museo ho dedicato un post apposito perché è fra le cose che più ci sono piaciute del nostro viaggio nei Paesi Bassi!). Nella sede espositiva si trova anche una riproduzione del carillon del campanile che ne spiega il funzionamento. Tenete a mente che per salire i 564 gradini della torre bisogna essere obbligatoriamente accompagnati da una guida per la quale c’è da rivolgersi al Centro Informazioni Turistiche. Se non ve la sentite, la visita del museo può essere un buon compromesso.
Infine, vi ricordo che un modo originale per conoscere la storia del complesso è quello di visitarne i sotterranei. A questo proposito vi lascio l’articolo, completissimo, della mia amica Claudia della Bussola e Diario.
I canali di Utrecht: insieme alla Cattedrale e alla sua torre i canali sono quelli che definiscono l’identità della città dei Paesi Bassi. Gli onnipresenti canali olandesi, direte voi. Già, ma anche i canali qui sono sono unici. I letti dell’ Oudegracht e il Nieuwegracht, il canale vecchio e quello nuovo, hanno la particolarità di trovarsi sotto il livello della strada. Per capire questo fatto bisogna risalire con la mente al tempo dei commerci fiorenti del Medioevo. Gli astuti abitanti pensarono di porre sul pelo dell’acqua le loro botteghe e cantine, così da poter caricare direttamente le merci sulle barche nel fiume e costruire le abitazioni sopra. Oggi, quelle botteghe sono state trasformate in deliziosi localini in cui sostare per un drink o un caffé nelle giornate di sole e, vi garantisco, sono davvero suggestivi. Il principale dei due è l’Oudegracht che può essere usato come linea di lettura di tutto il centro storico. Le vie che lo costeggiano sono quelle dove più si apprezza lo spirito giovane di Utrecht: qui, infatti, pullulano negozi vintage e di design, gallerie d’arte, curiosità e il viavai colorato delle biciclette.
Il Nieewgracht, più piccolo, è invece quello da seguire per scoprire il lato più intimo della città. Lungo i suoi argini si trovano le belle case di stile fiammingo.
I conigli di Utrecht: ci deve essere un rapporto particolare che lega l’elegante centro universitario ai conigli perché qui se ne trovano alcuni molto famosi. Il primo, imperdibile per apprezzare il lato creativo di Utrecht, è la coniglietta Miffy. A prima vista sembra la cugina di Hello Kitty ed infatti è molto amata dal pubblico nipponico, ma in realtà la bella coniglietta dalle linee morbide e arrotondate, caratterizzata da una singolare bocca a croce, è un’Olandese puro sangue. Il suo papà è infatti proprio un artista che a Utrecht è nato e qui passa la vita: Dick Bruna.
A Nijntje, questo il nome originale del buffo animaletto, è dedicata un’intera casa-museo-parco giochi di cui vi ho parlato diffusamente in un altro articolo ( da non perdere con i bambini!). Ma il simpatico personaggio è diventato così importante negli interi Paesi Bassi da esserne ormai un simbolo al pari di mulini e tulipani. Ecco perché a Utrecht, sua città natale, non potevano mancare monumenti e tributi a lei dedicati, fra i quali il più particolare è sicuramente il semaforo con le luci che ne ricalcano la silhouette.
Ma si diceva “i” conigli. Eh sì, perché oltre alla piccola Miffy ne esiste un altro a cui gli Olandesi sono molto affezionati. Si tratta della scultura in bronzo Thinker On a Rock, dell’artista gallese Barry Flanagan. Questa grande statua, che sembra provenire da un delirio di David Linch, è così cara agli abitanti che si divertono a portargli offerte: cibo, peluches ecc.. E questo roditore è popolare al punto da esser diventato luogo d’incontro per i frequentatori del centro: è usuale dirsi “Ci vediamo al coniglio!” per darsi appuntamento. In realtà dell’estrosa opera d’arte, ispirata al Pensatore di Rodin, ne esistono altre copie nel mondo: a St Louis, nell’Iowa e a Washington, D. C. (negli Stati Uniti). Attenti quindi a non sbagliare coniglio!
Le prostitute inglesi: a Utrecht le sculture sono tutte molto particolari, ma senz’altro non sfuggono alla vista le imponenti cariatidi esterne del Winkel Van Sinkel, un tempo grandi magazzini risalenti addirittura al 1839, e oggi locale adibito a caffé che troverete lungo il Canale Vecchio. Per decorarne la facciata furono commissionate queste grandi statue in ghisa provenienti dall’Inghilterra, all’epoca unico centro produttivo di questo materiale. Le mastodontiche opere venne trasportate interamente via acqua, ma quando arrivarono al porto nelle operazioni di trasporto crollarono miseramente nel fiume. Da qui si pensò che fossero donne cadute nel peccato e da allora si meritarono il curioso appellativo di “Prostitute inglesi”.
Il Café Olivier: dopo aver fatto visita al Winkel Van Sinkel vale anche la pena fermarsi per una birra al Café Olivier. In questo luogo si respira tutta l’aria festosa della città, ma quello che stupisce ed affascina chiunque entri all’interno della birreria è il fatto di trovarsi all’interno di una chiesa sconsacrata, con tanto di organo e decorazioni barocche. Se da noi la cosa potrebbe suonare un tantino blasfema, in Olanda non c’è nulla di male: in fondo il locale ha perso le funzioni sacre ed è quindi un luogo come tutti gli altri.
La casa di Papa Adriano IV: parlando di religione poi un luogo che spesso viene trascurato negli itinerari turistici è l’abitazione dell’unico Papa Olandese: Adriano IV, al secolo, Adriaan Florisz. Il prelato divenne pontefice nel 1522, anni in cui si stava diffondendo velocemente la parola di Martin Lutero e con essa tutte le declinazioni del pensiero protestante. Non fu un caso quindi se venne eletto un cardinale proveniente proprio da quelle terre. Adriano fu un Papa severo e riformatore che la curia non apprezzò proprio perché si batté contro gli sperperi e il mal costume della chiesa. A dire il vero Papa Adriano non abitò mai in quest’abitazione e il primo papa che ci mise piede fu addirittura Giovanni Paolo II durante la sua visita nei Paesi Bassi del 1985.
Casa Shröeder : la Casa del Papa non è l’unica abitazione importante di Utrecht. Manifesto del movimento De Stijl, Casa Shröeder non dovrebbe mancare negli itinerari di appassionati di storia dell’arte, del design, delle costruzioni audaci e insolite. La casa, oggi Patrimonio Unesco, fu disegnata dall’architetto Gerrit Rietveld su commissione della famiglia Shröeder che chiese, innanzitutto, un intero piano senza pareti interne. Rietveld ideò un edificio completamente diverso dai canoni dell’architettura del tempo. Tutto si basa su linee rette e piani ortogonali in cui anche i colori, essenzialmente primari, giocano un ruolo di primo piano. L’architetto pensò anche a tutti i dettagli e all’arredo della casa, fra cui è diventata un’icona del Neoplasticismo la famosa red and blue chair. Se proprio non riusciste a visitare l’abitazione, potreste fermarvi a scattare una foto alla riproduzione gigante della sedia che quest’anno troneggia nel centro della cittadina per festeggiare il centenario della nascita di De Stijl. Per visitare questa perla architettonica rivolgetevi al Central Museum.
La storia infinita… sulla strada: termino questa carrellata di attrazioni divertenti di Utrecht con l’opera che più esprime lo slancio verso il futuro della città. Sto parlando della creazione collettiva ideata dall’associazione Sichting letters van Utrecht nata appositamente per seguire il progetto secondo la filosofia dell’americana Long Now Foundation. L’idea alla base è quella di un filo rosso che unisca le generazioni attraverso una poesia le cui lettere sono incise su sampietrini. Tutti possono partecipare, acquistando una lettera della misteriosa composizione i cui versi vengono continuamente rinnovati dai poeti della città. Nessuno vedrà mai completata l’opera, ma quel che conta è che il legame fra passato e presente sarà inossidabile come la pietra… allo stesso modo di quanto avviene con la traccia del piedicroce caduto che tiene saldi i fili della storia nella piazza della cattedrale.
Questi sono solo alcuni spunti di visita della bella città olandese: non mancano ovviamente altri musei e luoghi interessanti, ma credo che anche solo questo breve elenco dia la misura del carisma di Utrecht. Del resto che l’Olanda non sia solo Amsterdam penso di avervelo già dimostrato chiaramente ed Utrecht, con il suo intrigante mix di antico e contemporaneo, ne è soltanto l’ennesima prova.
Informazioni pratiche: per scoprire Utrecht con una guida d’eccezione non esitate a contattare Exploratours! Laura è una ragazza italiana che ormai da anni vive nei Paesi Bassi. Conoscere la città con lei è come fare una passeggiata con un’amica che ti svela i segreti, le gioie e anche i difetti del posto in cui vive. In poche parole, un’esperienza imperdibile.
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