Sembra incredibile pensarlo, eppure, siamo a Genova. Non c’è traccia dei grandi palazzi del centro, del vociare del Porto Antico con le attrazioni dell’acquario e l’avveniristico disegno di Renzo Piano. Al loro posto c’è la statale Aurelia, qui stretta e piena di curve, che si srotola fra ville liberty nascoste dietro a enormi cancellate che lasciano solo presagire la bellezza degli interni. Che stupida. Sono passata non so quante volte da qui, di ritorno da una visita al cuore del capoluogo ligure e non mi sono mai fermata. Oggi, finalmente, lo faccio: con tutta la famiglia al seguito, decido di scoprire Nervi. Lentamente, ci accorgiamo che c’è tutto un mondo stretto fra la famosa strada e il mare: una sovrapposizione di case, scale e giardini strappati alla roccia come in un dipinto dell’impossibile. Non a caso, il pezzo forte di Genova Nervi è rappresentato dal complesso di residenze di un tempo e dai loro grandi parchi. Nella giornata odierna tuttavia, sono praticamente tutte inacessibili a causa della forte tromba marina che recentemente ha investito la città.
Ci accontentiamo dunque della sola visita di Villa Luxorio, la più orientale di tutte. Anche il museo di questa dimora signorile è chiuso per ristrutturazione, ma ai Genovesi che prendono il primo sole sulle panchine esterne all’edificio sembra non importare. Non ci mettiamo molto a capire perché: la villa è circondata da un magnifico polmone verde che è un invito a stare all’aria aperta. Percorrendone il selciato, protetti da pini ombrosi, ci accorgiamo di quanto questo luogo rappresenti un connubio felice fra la natura pungente e salmastra del Mediterraneo e l’intervento umano. Un intreccio armonioso coronato dal panorama marino che di tanto in tanto si scopre affacciandosi dal viottolo. E’ un concentrato di Liguria quello che respiriamo: con la sua verticalità catapultata nel mare che ha costretto l’uomo a inventarsi soluzioni sempre più ardite per vivere. Come le creuze, gli stretti vicoli che tagliano la collina portando in fretta dalla cima alla costa o la bellissima Passeggiata Anita Garibaldi. Ci arriviamo quasi per caso, dopo aver imboccato una ripida e buia mulattiera cha ci conduce al pittoresco porticciolo di Capolungo. A guardare la gente sulla spiaggetta è impossibile non pensare all’estate e a un bagno ristoratore nelle acque blu e penso che prima o poi ritornerò a scoprire questa località nella sua veste estiva.
Ben presto ci rendiamo conto della vicinanza della stazione e del fatto che la ferrovia corra molto vicino al litorale, cosa che fa del treno il mezzo da preferire per visitare il luogo. Sorpassato anche questo edificio guadagnamo in breve tempo il belvedere Anita Garibaldi. Di nuovo penso a quanto sia stata sciocca a non venirci prima: la passeggiata è una scia rossa che scivola dolcemente ricalcando il profilo della scogliera. Da un lato, incontra qualche palazzo, il verde dei parchi, la ferrovia; dall’altro abbraccia senza timore il gorgoglìo delle onde e il tepore del sole. Ci fermiamo subito a guardare il panorama che spazia a levante fino al promontorio di Portofino, così maestoso visto da qui. Senz’altro questo è uno dei posti più belli per camminare sul mare e mi stupisco di quanto poco lo si conosca. Mi affascinano anche i dettagli che dichiarano la natura fin de siecle della terrazza, come i lampioni in ferro battuto con il gonfalone della Superba e un vecchio rudere ascrivibile alla prima metà del secolo scorso, meritevole di recupero. Scopro infatti che la Passeggiata risale alla fine dell’Ottocento, e precisamente al 1862, quando fu progettato il primo troncone che va dal Porto di Nervi alla Torre Gropallo, seguito poi dal secondo, nel 1872, che prosegue fino al Capolungo. Mentre camminiamo, notiamo un sacco di famiglie che hanno portato qui i bambini: chi col passeggino, come noi, chi col monopattino o addirittura la bicicletta. D’altra parte vista la natura pianeggiante della terrazza sarebbe un peccato non far scorrazzare i piccoli. Per tornare su, poi, basta imboccare uno dei tanti passaggi che si aprono all’improvviso nelle mura svelando inaspettate stradine o vicoletti, proprio come i passaggi segreti di un libro fantasy. Ma il lungomare regala ancora tante chicche a chi abbia voglia di camminare: la torre Groppallo appunto e, per finire, il porto di Nervi; con le barche tirate in secco che sembrano quasi messe lì a posta per una foto da cartolina e il torrente che dà il nome alla località. E sì, penso…i Genovesi sono bravi a mantenere i loro segreti: una bella passeggiata sul mare, il porticciolo, i vicoli. Basta solo un pezzo di focaccia e la Liguria, al suo massimo, la si trova qui.
Informazioni pratiche: per raggiungere Genova Nervi è senz’altro preferibile il treno. La stazione di riferimento è proprio Genova Nervi, dalla quale in pochi minuti si raggiunge sia la passeggiata che i parchi. Diversamente, in auto, si può parcheggiare lungo la SS Aurelia e poi scendere a piedi verso il mare. I parchi di Nervi sono chiusi per ristrutturazione, ma riapriranno a breve. Per tutte le info aggiornate vi invito a consultare il sito Parchi di Nervi.
Il consiglio da mamma: la passeggiata Anita Garibaldi è perfetta per essere percorsa anche con il passeggino e la carrozzina. In questo caso vi consiglio di accedervi dal porticciolo di Nervi così da evitare possibili gradini delle creuze.
Quanto mi piace Nervi… Andare a mangiare un gelato da Gaggero e fare una passeggiata a vedere il mare era un must della mia gioventù. Che bei ricordi
Sì è un posto rilassante… Davvero bello per fare una passeggiata