Un sogno ad occhi aperti. Così posso definire la mia visita ai Giardini di Castel Trauttmansdorff di Merano e così credo li ricorderà chiunque abbia la fortuna di mettervi piede. Erano anni che aspiravo all’incontro con i dodici ettari di verde che riproducono ben ottanta ambienti botanici diversi del mondo: come se si salisse su una ruota panoramica che permette di abbracciare gran parte dei paesaggi della terra con un solo giro. Ve lo immaginate?
Ecco perché è davvero un’emozione avvicinarsi pian piano alla sue colline, lungo la strada che, da quella squisitezza architettonica che è la cittadina di Merano, si arrotola sinuosa in mezzo a ville e vigneti. Stupendo. Per l’occasione sfoggio una maglia coloratissima e floreale che solo pochi anni fa, caratterizzati da una rigida dittatura del nero, avrei considerato un insulto, ma questa volta no: fin da quando mi sono svegliata mi ha pervaso un senso di armonia con la natura che… ecco, non voglio apparire come l’unica nota stonata in un tripudio di profumi, forme e colori.
A dire la verità, i “Giardini di Sissi“, come vengono affettuosamente chiamati in ricordo del soggiorno che la principessa triste Elisabetta d’Austria vi trascorse nel 1870, non sono sempre stati così come li vediamo oggi e la loro storia, piuttosto recente, è il frutto di una lungimirante opera di lettura del territorio che non può non essere considerata esempio virtuoso da tutti coloro che aspirino al recupero e alla valorizzazione di aree dimenticate.
E’ il 1988 quando l’ingegnere meranese Manfred Ebner esprime per la prima volta l’idea di dar vita a un giardino botanico a Merano: il luogo ideale appare fin da subito Castel Trauttmansdorff. L’anno successivo, dopo l’entusiastica approvazione della giunta provinciale, iniziano i primi rilevamenti sui terrazzamenti circostanti l’edificio e, nel 1992, si passa al varo del progetto di massima. Non trascorre poi molto tempo che, finalmente, il 16 giugno 2001, i giardini aprono le porte al pubblico con un grande successo annunciato.
Non c’è da meravigliarsi. Ancora oggi, entrando, si viene subito colpiti dall’organizzazione della struttura che riesce a gestire senza intoppi le migliaia di visitatori che si riversano qui da ogni parte del mondo. Il primo strumento di cui si viene dotati è un’ indispensabile cartina dell’intera ragnatela di sentieri del complesso: un’autentica mappa del tesoro che segnala accuratamente quali siano le fioriture e le aree migliori da vedere di stagione in stagione. Sì, perché, naturalmente, trattandosi di un sistema botanico, i giardini sono cosa viva e mutano costantemente al variare del clima e del periodo dell’anno. Il bello è anche questo: ci si può tornare svariate volte e non si vedrà mai la stessa cosa. D’altra parte, la varietà degli ambienti è tale che è impossibile riuscire a gustare tutto in una volta sola. Quattro sono i grandi temi paesaggistici che scandiscono l’insieme floristico: Boschi dal Mondo, Giardini del Sole, Giardini Acquatici e Terrazzati e – of course – Paesaggi dell’Alto Adige. In tutto, circa 700.000 piante suddivise in 5.800 specie. Ce n’è abbastanza da far sentire male il più esperto vivaista.
Io vengo attratta irresistibilmente dal laghetto delle Ninfee, con fiori di loto, palme, anatre e carpe giapponesi. Non posso fare a meno di fermarmi a contemplare la perfezione dell’ambiente che mi circonda: dalle acque verdi lo sguardo risale lentamente in cima alle palme e poi, più in alto, incontra filari di ulivi, vigne e girasoli che incorniciano la sagoma gialla del castello. Dietro, per non dimenticare il luogo privilegiato in cui ci trova, svettano i profili azzurri delle montagne. E’ magnifico.
Presto si lascia l’area del lago e, con giochi d’acqua, cascatelle e torrenti, si fa ingresso nella zona tipica dell’Alto Adige che, al primo apparire dell’autunno, è una festa di dalie indimenticabile. Se si è stanchi, ci si può riposare nei numerosi padiglioni, panchine e belvedere che scandiscono la metrica della passeggiata.
Un altro aspetto da non trascurare della riuscita di Castel Trauttmansdorff è infatti l’apporto culturale garantito dagli undici padiglioni artistici e delle stazioni sensoriali. Per esempio, il Mosaico Geologico, che riproduce in maniera creativa la stratificazione delle montagne dell’Alto Adige o l’Alveare, in cui ammirare da vicino la vita delle api o, ancora, la roccia sonora, che mostra il curioso fenomeno di eco ritardato della pietra porfirica.
Degno di particolare nota è, infine, lo spazio Il Mondo Sotterraneo delle Piante che, con un particolare linguaggio ludico da “casa horror” del luna-park, introduce agli affascinanti processi vitali dell’universo vegetale.
Queste realizzazioni non sono soltanto un utile strumento didattico per i piu’ piccini e i non avvezzi ad un linguaggio di settore, ma sono la dimostrazione concreta di come possano convivere pacificamente arte contemporanea e scienza, cultura e natura costituendo l’uno un arricchimento sostanziale per l’altro.
Continuando la passeggiata, non ci si può non soffermare sull’audace belvedere dell’architetto Matteo Thun: una spericolata piattaforma protesa nel vuoto che regala sublimi scorci sui giardini e su tutta la valle; piaceranno poi particolarmente ai bambini – e ok, lo ammetto: anche a me! – la voliera con sonnecchianti are variopinte e dispettosi parrocchetti verdi, liberi di volare intorno ai visitatori; il Giardino Proibito con le piante velenose e curative delle streghe e, fresco di inaugurazione, il nuovo spazio delle serra con terrario.
Non bisogna dimenticare tuttavia che l’anima vibrante dei giardini è costituita dalle fioriture e dalle fastose vesti che assume di volta in volta il fogliame. In autunno capita, com’è successo a me, di rimanere irretiti davanti al variare del giallo, del rosso mattone, dell’oro di cui si può godere fra gli aceri e nel giardino giapponese. Basta poi fare qualche passo e ti ritrovi a camminare fra le terrazze di riso e tè e poi, ancora un pochino più avanti, ti senti protetto dalle grandi conifere americane e da altre maestose creature esotiche.
In primavera, le star indiscusse sono i tulipani che stendono ai piedi dei visitatori incredibili tappeti colorati assieme ai narcisi e ai ranuncoli. Poco distante, quasi a voler gareggiare in bellezza e sensualità, i ciliegi stendono al sole i loro rami imbellettati di fiori fra camelie e profumatissime peonie. Nondimeno, in estate, è l’aroma avvolgente della lavanda e la dolcezza quasi stucchevole delle rose a inebriare come una droga. La brezza spira lieve fra i pendii e ti solleva in un ubriacante viaggio a cinque sensi che per un istante sembra fermare tutto:
“distante da tutto il chiasso e indisturbata dal trambusto del mondo”.
Diceva Sissi, a proposito delle sue lunghe e malinconiche passeggiate a Trauttmansdorff e così ti fa sentire oggi una camminata lenta fra i suoi Giardini.
Come se si aprisse una porticina su un mondo magico… lentamente, mentre la luce si fa spazio negli occhi. E all’improvviso si avesse come un trasalimento che scacciasse via ogni dubbio: questo non è un sogno ed è in questo vortice di colori che si svela la più pura bellezza del pianeta.
Informazioni pratiche:
Come arrrivare: Da Bolzano, prendere la superstrada MEBO (SS 38) o dal Passo Resia (A) la SS 40 e poi la SS 38 fino all’uscita Merano sud con proseguimento per il Centro. Alla seconda rotonda, svoltare per Scena/Schenna e proseguire per circa 2 km fino al parcheggio dei Giardini di Castel Trauttmansdorff.
Periodo di apertura: a causa di lavori di manutenzione, i Giardini saranno chiusi dal 16 novembre 2014 fino al 31 marzo.
All’interno di Castel Trauttmansdorff è allestito il Museo Provinciale del Turismo che rimane aperto anche nella stagione invernale.
Per tutte le altre info aggiornate, consultate: http://www.trauttmansdorff.it
Con quest’articolo partecipo al progetto #Italiantreasures: il nostro viaggio su e giù per l’Italia alla scoperta dei suoi tesori noti e meno noti. Se volete saperne di più vi invito a consultare la mia introduzione. E ricordate che il progetto non è ancora finito!!! Seguite l’hashtag #Italiantreasures e scriveteci per farci i conoscere i vostri tesori! 🙂
Un tripudio di colori! Complimenti Elena, guardando le foto mi sembrava di sentire il profumo dei fiori! Adoro i fiori e i giardini…se c’è anche un castello ancor meglio :). A Merano ci sono stata una decina di anni fa ma solo in giornata e mi sono persa la visita al castello …devo tornarci. Un caro saluto!
Sì, sì assolutamente! Pensa che io vorrei tornarci in primavera per goderli in quest’altra veste. Mezza giornata ci vuole tutta se si vuole visitarli un po’ con calma! Grazie Anca!
Bellissimo luogo e foto splendide! A me piacciono molto i fiori e i giardini ma, ti dirò, adesso che mi dici che ci sono anche i pappagalli in voliera ci voglio andare anch’io! Forse non sai che ho due bellissimi pappagallini ondulati (cocoriti, per capirci) e adoro i pappagalli in genere. Uno dei miei parla! 🙂
Ma dai! Anche io adoro i pappagalli e avevo delle cocorite (per capirci, ;)) a casa dei miei! Il mio sogno sarebbe un’ara cenerino o un cacatua, ma per il momento mi impegna già abbastanza la mia gattina che penso oltrettutto gradirebbe troppo degli uccellini in casa! 😀 Comunque, al di là di questo, il posto è splendido e per chi ama far foto davvero imperdibile! Ti tireresti fuori dei capolavori…Grazie di esser passata! :*
Meraviglioso Elena! la natura è lo spettacolo più bello.. Io sono stata a Merano in un secondo giro in Trentino, ma non ci siamo avventurati, eravamo di fretta e… mannaggia.. abbiamo fatto delle bellissime passeggiate però 🙂 Sarà per la prossima volta!!
C’è sempre un motivo per tornare da quelle parti! 😉 Grazie anche a te! :*
Ho scoperto per caso questo post, di un posto che ho il sogno di visitare e…mi piace un sacco il tuo blog, soprattutto per l’esotico che “però spesso è vicino casa”. ti seguirò: sembra una minaccia! 😉
ahahah! Ciao Valentina, grazie mille! In effetti è un po’ la “filosofia del blog”: l’hai centrata in pieno! Adesso passo dal tuo! 🙂
Questi giardini devono proprio essere stupendi! Io non ci sono mai stata, ma me ne ha parlato giusto qualche settimana fa una mica amica che li ha visti e ne era entusiasta. Complimenti per le foto, sono stupende!
Grazie Silvia, sì sono davvero belli e molto curati….Ci sono molti bei parchi in Italia,ma purtroppo spesso sono lasciati andare. Questo è un esempio di buona cura e manutenzione. 🙂
Adoro i parchi, i giardini e i fiori 🙂 quanto colore!!! E quel binocolo?? Bellissimo *-*
Non avevo dubbi…devi andarci a fare delle foto enormi da appendere alle pareti! Grazie del commento!
Spettacolare.. Non ci sono mai stato ma viste le foto merita veramente.
Davvero Fabio! Un fotografo come te ne tirerebbe fuori degli assoluti capolavori. Grazie di esser passato! 🙂
che posto incantevole………devo essere sincera prima d ora non ne avevo mai sentito parlare..bellissimi