E’ passato un anno dal terribile sisma che ha funestato l’Italia centrale. Lo ricordo come se fosse adesso: ero a casa, ancora inebriata dal ricordo del weekend appena trascorso a Visso (MC), nei Monti Sibillini. Riguardavo le foto incredula di tanta bellezza e mi sentivo fortunata per aver avuto il privilegio di conoscere quel luogo e i suoi abitanti. All’improvviso, mi arriva un messaggio “hai visto il terremoto a Visso, accendi la tv!“. Da allora è stato tutto un rincorrersi di sms, chat frenetiche, mail; le dita fisse sul refresh delle news per sapere, capire e perché sembrava tutto inverosimile, come in un film. Purtroppo però non si trattava di una fiction e Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera sono diventati luoghi familiari a chiunque, mostrati senza pudore nella loro tragedia, inseguiti con crudeltà nel loro dolore nella speranza dello scoop, come solo certo giornalismo spazzatura sa fare. Poi, come spesso succede in questi casi, spente le telecamere, intorno a Visso è tornato il silenzio. E nessuno, o pochi, hanno più parlato di quel posticino magico e della sua gente che pur nel silenzio non si è mai arresa e ha continuato a lottare per la rinascita di quel paese tanto amato. Ecco perché ho deciso di farlo io, oggi, proprio nell’anniversario di quella tragedia. Perché da quella terribile data qualcosa è stato fatto ma ancora molto resta da fare, perché Visso e i paesi limitrofi hanno bisogno di noi per risorgere, ma hanno così tanti assi nella manica che, sono certa, ce la faranno.
A cominciare dalla bellezza del paesaggio, che in questa stagione si accende dei colori caldi e brucianti degli aceri, dei faggi e degli ornielli che si stendono come una coperta sulle rocce delle montagne. Forse non lo sapete, ma nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini si è tornati a camminare, certo con attenzione, ma le passeggiate di avvistamento degli animali come il camoscio appenninico (di cui vi ho parlato qui), dei cervi, delle aquile reali e dei falchi pellegrini sono nuovamente possibili.
Persino il Grande anello dei Monti Sibillini, il fiore all’occhiello della proposta escursionista della zona, è transitabile nella sua interezza. Naturalmente è buona norma verificare sul sito del Parco (mail: parco@sibillini.net, tel: 0733 961946) l’agibilità dei sentieri, ma ciò non pregiudica la possibilità di godere dei panorami infiniti e della natura intatta di queste valli.
E su questo posso dirvi che io amo la montagna e credo di poter dire di conoscerla, ciononostante ricordo nettamente di aver pensato che mi trovassi in uno degli angoli più belli di Italia al cospetto di quelle visuali, percorse da morbide colline che all’improvviso poi si aprono rivelando inaspettati scorci sulle cime. Ma la potenza poetica di quei luoghi non è data solo dal contesto naturale ed anzi, trova la propria irripetibilità nella commistione armonica fra la quiete dei boschi e delle pianure e l’affacciarsi imprevisto di preziose testimonianze storiche. Come il Santuario di Macereto o la Chiesa della Madonna di Cardosa.
Quest’ultima, l’abbiamo raggiunta con una comoda sterrata dalla frazione di Borgo San Giovanni, mediante la quale si accede anche alla vetta del monte Cardosa. Ciò non deve stupire perché in realtà è la stessa Visso uno scrigno di tesori artistici. Ne sono un esempio lampante i beni custoditi nel Museo Civico Diocesano Museo dei manoscritti leopardiani. Il corpus di opere rappresenta un patrimonio ricchissimo e particolare che va dalla raccolta autografa degli idilli e di altri manoscritti del Leopardi, a dipinti su tavola e sculture che raccontano della vitalità artistica di Visso in epoca medievale e rinascimentale, tanto forte da poter parlare addirittura di una “Scuola della Valnerina” (per ulteriori approfondimenti sugli aspetti storico-artistici del territorio vi consiglio la lettura dell’articolo di Gianluca).
Dopo il sisma queste opere sono state evacuate e lo stesso centro storico di Visso è ancora impraticabile tuttavia si sta lavorando per far sì che si possa recuperare l’antico splendore. Già, perché tutto il cuore antico di Visso rappresenta un capolavoro. Quella stessa piazza che abbiamo visto rimbalzare da uno schermo all’altro di TV, smartphone e computer, Piazza dei Martiri Vissani, è un ventaglio di monumenti e palazzi pregevoli, stretti l’uno all’altro come in un abbraccio, che tradisce l’importanza storica della cittadina, non a caso fregiata del titolo dei “Borghi più belli d’Italia”.
La ricordo come un salottino, tanto bello quanto accogliente, dove incontrarsi con gli amici la mattina e lasciarsi conquistare dai suoi ritmi rallentati: un caffè al bar e quattro chiacchiere prima di farsi guidare alla scoperta del territorio, senza grandi programmi, ascoltando il fruscio dell’erba sotto e i piedi e annusando nell’aria l’odore di rugiada, nebbia e funghi. E dopo, magari, prepararsi per il pranzo, di quelli che non ti puoi scordare e che ti fanno pensare ” qui ci torno di certo!”. Perché ancora non ve l’ho detto, ma scommetto che già sapete che una delle eccellenze di Visso è proprio la gastronomia.
E c’è da dire che anche il lato culinario della zona rispecchia lo spirito genuino di queste pendici montane. Non si tratta infatti di grandi produzioni, ma di piccole aziende che portano avanti tradizioni familiari. Salumi come il ciausculo o il villanello, formaggi di pecora, funghi e tartufi, trote che qui, nelle acque del torrente Ussita, hanno trovato un habitat ideale, lenticchie, dolci, amari e liquori formano un paniere gustoso, dall’antipasto al dessert, che rappresenta uno degli ingredienti principi dell’accoglienza indimenticabile dei Vissani. La buona notizia è che queste attività hanno ripreso a lavorare nella famose “casette di legno” e si possono quindi acquistare i loro ottimi prodotti (l’approfondimento sul lato gastronomico di Visso lo trovate sull’accurato articolo di Turista di Mestiere) .
Ma se vi state chiedendo dove trovare gli altri ingredienti dell’accoglienza speciale di Visso, beh, vi dirò che non dovrete cercare lontano. Perché quella stessa autenticità che si trova sulla tavola è quella che troverete anche in una stretta di mano, nelle parole appassionate e negli sguardi fieri di una comunità che ama dal profondo la propria terra e non vede l’ora di farla risorgere. Sono gesti semplici ma consapevoli di chi ne comprende appieno l’intimo valore e ti accoglie come sull’uscio di casa. Ed è l’incontro con la sua gente il vero motivo per tornare a Visso: gente dall’innata capacità di resistere e di rialzarsi guardando al futuro. Non si può ignorare un così grande amore e Visso è lì che ci aspetta. E’ ora di tornare.
Informazioni pratiche: la situazione a Visso è in continua evoluzione perciò, per essere aggiornati sulla percorribilità di strade e sentieri, per farsi consigliare su cosa fare e vedere, per conoscere lo stato aggiornato del paese e dei borghi limitrofi, vi consiglio di rivolgervi alla Pro Loco Visso oppure al Comune di Visso e all’Ente Parco dei Monti Sibillini. A queste stesse realtà potete rivolgervi per sapere le iniziative di solidarietà per la ricostruzione in atto.
Gentile Signora,
sono un geologo strutturale professionista e per motivi di ricerca ho studiato per un decennio la geologia dell’area di Visso della quale Lei haparlato con grande efficacia nel Suo Blog.
Complimenti
Un saluto da Gubbio
Grazie mille Federico, il suo commento mi fa immenso piacere! Torni a trovarmi!