Siamo rientrati da circa una settimana da questo primo assaggio del mondo scandinavo nella città di Stoccolma e, anche se devo ancora riordinare un po’ le idee riguardo alla nostra esperienza, vi dico subito che la città ci è piaciuta tantissimo e che una settimana per vederla è pure poca: Stoccolma è una città da gustare lentamente, mentre si sfogliano man mano i suoi quartieri, come le pagine di un libro. Vi ricordate il mio precedente articolo in cui stilavo le mie idee pre-costituite sull’universo “Svezia”? Ecco, devo dire che molte delle cose che immaginavo sul Paese sono state ampiamente confermate durante il nostro soggiorno. Stoccolma è elegante e luminosa, con un intrigante tocco bohemienne: ogni zona è un ecosistema autosufficiente, con un carattere determinante che la distingue. Tuttavia, tre sono le caratteristiche che mi hanno colpito più delle altre: l’amore per la natura, l’attenzione al benessere e le politiche familiari. Te ne accorgi semplicemente girando per strada: tutti vestono sportivi o per lo meno indossano scarpe tecniche, tantissimi si servono della bicicletta, altri vanno a correre la mattina con qualunque condizione atmosferica, spingendo passeggini o portando dietro il proprio cane.
Ogni area, ma farei meglio a dire isola, ha spazi verdi in cui camminare e godersi la natura, magari seguendo il ciglio dell’acqua, ma il luogo che più mi ha colpito in questo senso è sicuramente l’isola di Djurgården: interamente dedicata allo svago, con centinaia di sentieri che toccano musei, orti, serre, parte di un vasto Parco Nazionale. Già perché qui la dimensione dell’oasi protetta e quella della metropoli non sono in contrasto, ma si accolgono e si abbracciano. Un aspetto, questo, emblematico dell’importanza che il popolo svedese attribuisce all’ambiente.
Per quanto riguarda i più piccoli, poi, sono rimasta impressionata dai servizi a loro riservati in luoghi spesso off-limits per i bambini in Italia. Per esempio, al bellissimo museo Fotografiska abbiamo assistito a lezioni di fotografia impartite a un gruppo di mamme con i loro bebè al seguito. In effetti, quasi ogni luogo di cultura qui ha una sala dedicata alla cura dei cuccioli di famiglia: ci si toglie le scarpe, si entra, ci si siede con gli altri genitori. Sono stanze in cui si può allattare con riservatezza mentre si seguono i laboratori didattici. Le guide di Esperienza di Stoccolma ci hanno poi segnalato l’esistenza di ludoteche pubbliche in cui le mamme possono portare i bambini che ancora non vanno all’asilo e che offrono una valida alternativa allo stare in casa quando il tempo è brutto.
Ma si diceva il design… se siete alle prese con la ristrutturazione della vostra casa o se amate le riviste patinate dedicate all’arredamento dovete fare un salto a Stoccolma per farvi ispirare, prendere spunto o semplicemente curiosare. Prima di tutto, dovreste recarvi da Svenskt Tenn, si potrebbe dire, là dove tutto è cominciato. Svenskt Tenn detiene la collezione delle opere di Josef Frank, colui che ha “inventato” il design svedese con i suoi motivi fitomorfi, geometrici o zoomorfi ripresi e esportati in tutto il mondo da IKEA. Poi potreste divertirvi a comprare qualche souvenir da portare a casa da Design Torget. Non ha solo pezzi d’arredamento, ma anche giocattoli e libri. A noi è piaciuto molto.
Per finire, girando per la città vecchia o per Södermalm, ci si imbatte in botteguccie carine dove si può trovare il must have. Vi avevo anche detto che mi sarei interessata al design per l’infanzia, ebbene, anche in questo caso è stata una dritta di Esperienza di Stoccolma a svelarci l’oggetto emblematico in questo campo: non gli abiti comodi e adatti a divertirsi anche col freddo, non i giocattoli in legno, ma l’ergonomico marsupio di babybjorn. La cosa fantastica di questo comodissimo portabebè è che è stato ideato dall’imprenditore svedese Björn Jakobson, lo stesso a cui si deve il meraviglioso spazio espositivo di Artipelag (dove, fra l’altro, si può noleggiare il marsupio per girare comodamente nei boschi). Io penso che non sia un caso se proprio in Svezia si sia riusciti a coniugare passione per l’arte, tutela della natura e creatività al servizio dei bambini!
A questo punto non resta che da chiarire un aspetto che sta al cuore a molti: Stoccolma è cara? Certamente non parliamo di una città economica, ma vi posso assicurare che con alcuni accorgimenti si può tagliare tantissimo la spesa. Innanzitutto, appena arrivati abbiamo fatto un salto allo Stockholm tourism board dove abbiamo preso la Stockholm card. Se siete intenzionati a visitare musei, certamente questa carta vi permette di visitarne moltissimi gratuitamente. In più si ha accesso ai trasporti pubblici della capitale che sono una delle voci più esose del viaggio. Poi qui ci si può informare sulle giornate in cui alcune attrazioni sono aperte gratuitamente al pubblico. Un altro stratagemma potrebbe essere quello di rivolgersi alle già citate guide in Italiano di Esperienza di Stoccolma per un’introduzione alla città, sapere dove mangiare bene spendendo poco (per esempio scegliendo a pranzo il “Piatto del giorno”!) o dove andare per escursioni interessanti a piedi, le più belle vedute gratuite o, ancora meglio, per farsi aiutare nel costruire un itinerario secondo i propri interessi e gusti, risparmiando visite (e soldi) inutili.
Si è rivelata anche azzeccata la scelta di soggiornare in appartamento che ci ha permesso di limitare i pasti fuori e allo stesso tempo di mischiarci con gli abitanti nella spesa quotidiana e nella vita di condominio.
Rispetto al piano iniziale abbiamo tagliato via l’escursione a Uppsala perché ci siamo accorti che il tempo a disposizione bastava a malapena a vedere Stoccolma!
In definitiva, la mia visita a Stoccolma non ha che rafforzato l’ammirazione per la Svezia, per la sua capacità di guardare avanti, il suo rispetto per la natura, la sua visione del mondo aperta e accogliente. Se devo dirvi la verità, però, quel che mi ha stregato è quella luce di diamante che a volte scompare dietro alle nuvole – Stoccolma è piovosa, ma noi abbiamo avuto solo un giorno di pioggia! – ma quando si fa spazio scolpisce le case, si insinua fra gli alberi, colora l’aria e pian piano ti ruba il cuore.
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Credo che una delle caratteristiche di Stoccolma sia di lasciare a chi la visita una grande nostalgia e tanta voglia di tornare al più presto.
Concordo con te: una settimana è davvero poco per visitare Stoccolma (noi ci siamo stati ancora meno) ed è piacevole – tanto – mescolarsi con chi a Stoccolma abita.
Grazie Claudia! è sempre stata una mia convinzione quella che ci voglia tempo per visitare una città e cercare di afferrarne un minimo l’essenza! Ma Stoccolma ha davvero tanto da offrire, senza contare che adesso ho un appuntamento in sospeso con le isole dell’Arcipelago! Intanto ieri per consolarmi, sono andata a fare shopping da H&M! ahahahah!
Ciao, sono stata anche io a Stoccolma pochi giorni fa e non posso che confermare tutto quello che hai scritto! Non vedo l’ora di tornare per scoprire un altro pezzetto di arcipelago, vedere i musei in cui, per motivi di tempo, non sono riuscita ad entrare, vederla d’estate quando non fa mai notte o d’inverno con il freddo. A me hanno colpito molto le mamme, tutte giovanissime e con il passeggino doppio supersmart!
Pensa! Noi abbiamo visto un papà spingere un passeggino doppio mentre correva lungo lago! E pare che quest’attività sia praticata da molti, perchéa abbiamo incontrato tante mamme e papà in allenamento con i cuccioli. Potremmo imparare qualcosa da loro… Grazie mille di esser passata!