Da quando sono  rientrata a casa dalle isole Seychelles, non vedo l’ora di ritrovare un  contesto simile, fatto da isole che sembrano sospese nel tempo, dalla natura rigogliosa e con un mare da favola. Per questo ho messo gli occhi sulla Malesia. D’altronde devo confessarvi che tutto il continente asiatico è ancora da scoprire per me e la mia famiglia (e ho trovato tante informazioni interessanti su questo sito: impiegata giramondo). Inizialmente mi ero interessata a destinazioni come Vietnam e Cambogia, più per la loro storia che per il paesaggio naturale, ma con un bimbo a bordo ( e un altro in arrivo!), la Malesia mi sembra più appropriata. Innanzitutto per un fattore economico: dai primi preventivi la Malesia risulta essere una destinazione conveniente, con un viaggio di circa 10 giorni o più fattibile con una spesa compresa fra i 1000 e 1500 euro a persona. Poi mi appare come un mix completo fra cultura, natura, metropoli avveniristiche. Sono infatti tantissime le possibilità di visita di questo paese e, on-line, si trovano moltissime proposte che spaziano da itinerari concentrati sulla giungla, con visite al borneo malese, a quelli più culturali con Malacca, Kuala Lumpur, le piantagioni di tè delle Cameron Islands, per finire con quelli più rilassanti al mare che hanno come fiore all’occhiello le  isole Perhentian.
Batu Caves, Murugan - Malaysia

Già da qui si capisce come questo Stato sia una realtà composita che di fatto subisce l’influenza dei suoi vicini geografici. Parliamo infatti di una stato federato, situato nel sud-est dell’Asia confinante con la Thailandia, l’Indonesia e Singapore e che contiene al suo interno numerosi arcipelaghi e isole, in alcuni casi, ancora al di fuori del turismo di massa.  Prima di parlare però di un itinerario nella terra di Sandokan ci sono alcune premesse da fare. Innanzitutto quelle legate alle piogge e ai monsoni. La Malesia è infatti soggetta a due monsoni che battono due aree complementari del paese: quello di nord-est, porta abbondanti piogge nella regione del Borneo e ad est più in generale nel periodo che va da ottobre a marzo; quello di sud-ovest invece colpisce con acquazzoni la parte peninsulare e occidentale durante la nostra estate. La capitale, Kuala Lumpur, subisce gli effetti di entrambi. In base quindi alle mete di nostro interesse, si potrà capire quale sia il periodo più adatto per partire.

Io ho abbozzato un itinerario, ancora da perfezionare e molto classico, che permette un primo sguardo al Paese.
Kuala Lumpur 5
Kuala Lumpur: la partenza non potrebbe essere che da qui, la capitale della federazione malese, raggiunta da molti voli internazionali come Emirates o Turkish airlines. Kuala Lumpur è una vera metropoli, conosciuta in tutto il mondo per la silhouette svettante delle Petronas Towers, ma che ancora racchiude angoli di tradizione. Kuala Lumpur è anche lo specchio della multi-etnicità del paese e, difatti, non si tarderà a scorgere templi buddisti, induisti accanto alle moschee. E’ sicuramente da vedere la chinatown, che mostra la vitalità di questo popolo, diventato fra i più potenti economicamente del territorio. Al contempo, nella periferia nord della città si trovano le spettacolari Batu Caves: i famosi templi induisti scavati nella roccia, immortalati in migliaia di foto.
Malacca River

Malacca: Malacca è un nome mitico, uno di quei luoghi che ci si chiede sempre dove sia davvero e che sembra emergere da polverose carte geografiche. Malacca è uno dei tanti Stati della Malesia, davvero minuscolo, e la sua capitale omonima, un porto antichissimo, fa parte del Patrimonio Mondiale Unesco.  Nella “Venezia dell’est”, come viene soprannominata,  si trovano tante tracce del passato coloniale della Malesia, con palazzi olandesi e portoghesi. E’ molto forte anche la presenza cinese che si manifesta negli splendidi templi e anche in un vasto cimitero.
Beautiful landscapes of Cameron Highlands - tea and flower capital of Malaysia AD4A4361s

Cameron Highlands: dalla cultura alla natura, prevedo una sosta nelle Cameron Highlands, terra di ben 18 etnie. Qui si trovano le pittoresche piantagioni da tè e nelle vicinanze il parco Bukit Merah, dove si trova un interessante centro di riabilitazione degli oranghi.
極樂寺 Kek Lok Si Temple
Penang: passando per la foresta di Belum arriverei quindi a Penang, secondo stato della Malesia da visitare per l’isola omonima e la capitale: Georgetown. Anche in questo caso, un nome storico, una città fondata dagli Inglesi e quindi ricca di testimonianze coloniali ma anche una destinazione conosciuta per le sue spiagge.
Pulau Perhentian, Malaysia

Perhentian: la conclusione del mio viaggio non potrebbe che essere questa: l’arcipelago delle Perhentian, composto in realtà da due sole isole: Pulau Perhentian Besar  e Pulau Perhentian Kecil. Mi attira il fatto che qui non si trovino lussuosi resort, ma solo soluzioni spartane e che da una spiaggia all’altra ci si muova solo in barca. Null’altro se non spiagge bianche e una barriera corallina ancora viva e coloratissima…cosa chiedere di più?

Come prima introduzione alla Malesia, questo sarebbe il mio itinerario ideale tenendo conto che ho scartato volutamente la regione del Borneo che credo meriti un viaggio a sé. Un’altra meta interessante è sicuramente il parco del Taman Negara, di cui vi ha parlato Enrico qui. Comunque sono aperta ai vostri consigli! Che dite? Vi ho messo voglia di Malesia?

Post in collaborazione con Bytek Marketing

Commenti da Facebook

comments