Diciamolo subito. A scanso di equivoci, notoriamente le Seychelles non sono fra i luoghi al mondo più indicati per effettuare snorkeling. Almeno per quanto riguarda le isole maggiori. Verso la fine degli anni Novanta infatti, a seguito dell’innalzamento climatico terreste,  si assistette a quella catastrofe ambientale nota come lo “sbiancamento dei coralli“. In realtà questo fenomeno non toccò solo queste isole paradisiache, ma molte  delle barriere coralline del pianeta. In pratica, l’acqua si scaldò troppo, i polipi dei coralli morirono su larga scala e i loro scheletri furono colonizzati da alghe e microorganismi. Si è trattato di un vero cataclisma che ha rischiato di far sparire l’ecosistema più rappresentativo dei grandi oceani. Per fortuna, però, la natura è tenace e molti coralli stanno ora ricrescendo. Nonostante la rigenerazione sia molto lenta, se ne possono vedere i segni – e già questo è un motivo di stupore! – e soprattutto si possono ancora ammirare le varietà di pesci e altri organismi acquatici (echinodermi, molluschi, ed altri invertebrati) tipici di quest’habitat.  E allora, rovesciamo l’assunto iniziale perché nell’arcipelago lo snorkeling non è affatto male: basterà partire con consapevolezza e ridimensionare un poco le aspettative e prendere quei coralli spezzati sul fondo come un monito per il nostro comportamento e le nostre politiche verso l’ambiente.

C’è anche da dire che le Seychelles  attribuiscono una grande importanza ai propri ecosistemi marini e ben 140 kmq del loro territorio sono destinati alla loro tutela. Anzi, questo Stato ha il merito di aver istituito, nel 1973,  il primo parco marino dell’Oceano Indiano Occidentale, cioé, Il Parco Marino Nazionale di S.te Anne. Così su ogni isola troverete aree più o meno indicate per snorkeling e immersioni. Noi ne abbiamo visitata qualcuna in particolare su Praslin, La Digue e gli isolotti circostanti. Vediamo quindi la nostra esperienza:

Praslin: da Praslin il luogo più indicato per lo snorkeling è l’isolotto di St. Pierre. St. Pierre, a circa 1 km e mezzo dalla costa, raggiungibile in barca dalla spiaggia di Anse Volbert è parte dell‘Area Marina Protetta di Curieuse.  Immaginatevi dunque lo scoglio  location di tante barzellette nella “Settimana Enigmistica”: ecco, St. Pierre è quello.  Un piccolo paradiso di granito, con scogli rosa e grigi , coronato da qualche palma. Vi confesso che è bastata la sua vista a rendermi felice. Qui, ci si tuffa direttamente dall’imbarcazione e si è subito circondati da una moltitudine di pesci. Fra i tanti, ricordo pesci farfalla, pappagallo, balestra, chirurgo, sergente maggiore, scatola, pipistrello, labridi, carangidi. imperatori, scoiattolo, squali di scogliera. Noi abbiamo avuto la fortuna di imbatterci pure  nel nuoto elegante di una tartaruga embricata, ma anche senza questo incontro, l’esperienza sarebbe stata esaltante. C’è da dire che spesso l’escursione a St. Pierre viene abbinata alla visita dell’isola di Curieuse e il bagno si riduce a massimo una mezzora. Se siete fortemente interessati allo snorkeling, provate a trattare con i pescatori sulla spiaggia per farvi accompagnare solo in questo spot  e nuotare con pinne e maschera in libertà e tranquillità e con minor affollamento.

La Digue: diversamente che a Praslin,  a La Digue abbiamo praticato lo snorkeling anche  immergendoci nelle acque antistanti le spiagge dell’isola. Sicuramente la mia preferita in questo senso è quella di Anse Severe. Per essere soddisfatti dall’esperienza, ricordate che dovrete tenere conto della marea, e poiché spesso il mare è un po’ mosso, la visibilità potrebbe non essere eccellente. Tuttavia a pochi metri dalla riva, in corrispondenza di un gruppetto  centrale di scogli,  si possono osservare quasi tutte le specie incontrate anche a Ile St Pierre: non male per un bagnetto del tutto gratuito!  Un’altra baia strepitosa in cui mi sono divertita è Anse Source d’Argent. Anche in questo caso tenete conto della variabilità del livello dell’acqua. E per finire questa veloce carrellata, l’ultimo luogo che mi sento di consigliarvi  per quest’attività subacquea a La Digue, senza uscire in escursione in barca, è Anse Patate (e se volete sapere di più su queste spiagge e come arrivarvi, vi suggerisco la lettura del mio articolo dedicato al tema).

Detto questo,  arriviamo al top perché sicuramente lo snorkeling più bello di tutta la mia vacanza alle Seychelles è quello regalatomi dalla nostra uscita verso le isole di Felicité, Grand Soeur e Ile Cocos. L’escursione è proposta da tutte le strutture di soggiorno e dai tour operator, ma, se volete risparmiare, parlatene con i pescatori sul pontile del villaggio di La Passe.  Quello che ricordo di più  di questa giornata è il mare turchese e limpidissimo davanti all’isola di Grand Soeur dove si può nuotare tranquillamente senza avvertire nessuna corrente. E quella sensazione di armonia con la natura, profonda e silenziosa, che solo stare con la testa sott’acqua sa dare.

Pensate che quest’isola è un idillio privato, visitabile solo con autorizzazione. Qui vengono anche le tartarughe a deporre le uova e, con un po’ di fortuna, questi animali si possono avvistare anche in mare. Insomma, io vi consiglio caldamente di provare quest’esperienza alle Seychelles: non sarà la migliore che potrete fare al mondo, ma vi assicuro, potrà comunque regalarvi momenti di pura gioia e stupore. E per dimostrarvi che non sto mentendo, vi lascio con un piccolo video che è un assaggio per mettervi appetito!

Alcuni consigli: per fare snorkeling oltre alla maschera e al boccaglio, vi consiglio di munirvi di pinne. Spesso l’attrezzatura viene fornita dagli organizzatori delle escursioni, ma poiché non sempre troverete il vostro numero, se riuscite a fare spazio nel bagaglio, sarete certi di avere tutto l’occorrente. Vi consiglio le pinne anche perché in alcuni punti è apprezzabile la forza delle correnti: state tranquilli, perché l’equipaggio vigilerà su di voi, ma con i piedi corazzati la nuotata sarà meno faticosa e più piacevole.

Il consiglio da mamma: se viaggiate con i bambini sarete tentati di rinunciare all’esperienza. In realtà, specialmente nel caso dell’escursione a St Pierre, la fermata è così breve che il papà e la mamma possono tranquillamente darsi il cambio a bordo  per stare col piccolo. Gli organizzatori della gita poi sono così gentili che danno ai bambini briciole di pane per far venire i pesci a galla e, magari, mostrano loro qualche tartaruga. Insomma, la noia è scongiurata! Naturalmente premunitevi con cappellino e crema per proteggerli dal sole e, già che ci siete, una maglia anti-UV (portatene una anche per voi! Il miglior acquisto pre-partenza mai fatto!).

Un’altra raccomandazione, vista la fragilità dell’ambiente in cui ci troviamo ricordate sempre di non toccare né sfiorare mai i coralli: usate i corridoi fra le rocce per evitare di calpestare la barriera che, con enorme fatica, sta rinascendo. Preservarla sarà il miglior ringraziamento a queste isole da sogno e un regalo per il futuro. Nostro e del pianeta.

 


Commenti da Facebook

comments