Salone PellegrinaioSiena è una città magnifica e probabilmente non esagero a dire una delle più belle d’Italia. Pochi luoghi al mondo permettono un salto così deciso nel Medioevo senza risultare una città “morta”. Siena è riuscita infatti negli anni a costruirsi una solida identità basata sul connubio fra antico e moderno.

Siena: una cartolina vivente in cui non ci si annoia mai

Siena: una cartolina vivente in cui non ci si annoia mai

Non è una città noiosa; è anzi un posto tutto da vivere: ci si accomoda in uno dei tanti ristorantini per gustare un bel piatto di pici cacio e pepe accompagnati da un buon rosso,  ci si confonde fra la folla a far la spesa nelle botteghe tradizionali e si sfiora con un dito la passione dei Senesi per le contrade e il Palio. Trovare “qualcosa da fare” in questa città toscana non è quindi difficile: basta camminare per il centro per stupirsi dei portali gotici, delle torri in mattoni e ritrovarsi come d’incanto al centro della bellissima Piazza del Campo. Poco oltre, le trine bianche del Duomo rappresentano uno dei massimi capolavori del gotico italiano e, aggiungendo pochi passi, si raggiunge lo stupefacente Palazzo Pubblico con gli altrettanto superbi affreschi dei fratelli Lorenzetti.

Siena: dettagli di gusto!

Siena: dettagli di gusto!

Capirete che, in città come queste, sia difficile trovare qualcosa di insolito da vedere perché le strade, le piazze, i palazzi sono tutti parte di un unico, incredibile museo all’aperto. Non a caso,  il centro storico di Siena dal 1995 è inserito nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Eppure, ciò che ho visto all’interno del Santa Maria della Scala  ha saputo stupirmi. Dall’esterno dell’edificio, un bel palazzo con finestre e portali ogivati situato proprio di fronte al Duomo, non si intuisce la grandezza del complesso. E neppure la sua particolarità. L’ex Ospitale di Santa Maria della Scala si dipana come un formicaio sotto e sopra la città, con gallerie scavate nel tufo, cripte, spazi angusti coperti da lunghi corridoi  sovrastati da volte, affreschi, scale e sale enormi.

Siena, Santa Maria della Scala: bassorilievo antico

Siena, Santa Maria della Scala: bassorilievo antico

Qui sono celati più di 1000 anni di storia dell’urbe che corre dagli etruschi al Rinascimento, fino ai giorni nostri. Già soltanto questa caratteristica giusticherebbe una visita al palazzo ma in realtà i motivi sono altri. Innanzitutto la sua storia.

Siena: Santa Maria della Scala e i suoi affascinanti corridoi

Siena: Santa Maria della Scala e i suoi affascinanti corridoi tufacei

Santa Maria nei secoli: come si apprende subito entrando nell’edificio, il Santa Maria della Scala era un ospedale e la sua prima ragion d’essere fu la missione di accoglienza dei pellegrini della Via Francigena. Alla base della sua fondazione si trova anche una leggenda: pare infatti che a volerlo fu un ciabattino, il Beato Sorore vissuto nella metà del IX secolo, che accolse i viandanti nella sua casa. Da quel primo atto di carità, l’ospedale divenne anche luogo di cura dei malati e di accoglienza dei “gettarelli” i bambini orfani e abbandonati che qui venivano seguiti fino al matrimonio. Chi si occupava di questi poveretti? Inizialmente, i canonici del Duomo a cui si aggiunsero presto gli “Oblati“, persone che donavano la loro vita e i loro beni all’ospedale e poi veri e propri lavoratori che percepivano un salario per il loro impegno. Già da questo si capisce che il Santa Maria rappresentasse un’eccellenza nel panorama delle strutture per bisognosi dell’epoca. Ma  come si viveva al suo interno? Il modo migliore per apprenderlo è certamente- e questo è un altro motivo di visita al palazzo – scoprirlo attraverso il famoso ciclo di affreschi del Pellegrinaio.

Siena, Santa Maria della Scala: particolare del Salone del Pellegrinaio

Siena, Santa Maria della Scala: particolare del Salone del Pellegrinaio

Gli affreschi del Pellegrinaio: Il Pellegrinaio è il salone più interessante dell’intero complesso perché qui, sotto il cielo affrescato nelle volte,  vanno in scena le opere di bene a cui dovevano attendere frati e volontari. Fra  il  1441 e  il 1443 Lorenzo di Pietro, noto come il Vecchietta e Domenico di Bartolo – due dei più grandi artisti della Scuola Senese –  furono chiamati a ritrarre sulle pareti le funzioni svolte dalla struttura. E così scorrono davanti agli occhi dei visitatori le storie del Santa Maria. Ancora oggi, come in un film, vediamo il ciabattino Sorore che racconta il suo progetto a un canonico, seguiamo l’espansione architettonica della casa di cura, le terapie per i malati, l’accoglienza dei fanciulli, l’arrivo dei pellegrini, il pranzo dei poveri, il matrimonio delle giovani e molto altro ancora. Anche se non sfugge il taglio auto-promozionale degli affreschi,è innegabile  la loro modernità e capacità narrativa. Sono molti i dettagli che mi hanno colpita, ma, da mamma, quello che ha saputo emozionarmi è stato sicuramente il dipinto sui gettarelli.

Siena, santa Maria della Scala: una balia ninna un orfanello

Siena, santa Maria della Scala: una balia ninna un orfanello

È stato come se mi venisse aperta una finestra  sul Quattrocento senese. Genialmente, l’artista (Domenico di Bartolo) segue l’ingresso dei piccoli fino alle loro nozze. Si vede il rettore porgere un bambino in fasce a una balia, alle loro spalle alcune donne allattano, ninnano e lavano i piccoli.

Siena, Santa Maria della Scala: il rettore consegna un gettarello alla balia

Siena, Santa Maria della Scala: il rettore consegna un gettarello alla balia

Li vediamo quindi crescere, venire educati e imparare a leggere e scrivere. Li seguiamo fino alla maturità, quando una di loro è pronta a dire e a lasciare la struttura.

Siena, Santa Maria della Scala: particolare della cura dei gettarelli

Siena, Santa Maria della Scala: particolare della cura dei gettarelli

La vocazione del Santa Maria era dunque quella di offrire una vita dignitosa ad ogni essere umano, in primis, ai rifiutati. Una seconda chance per coloro a cui la sorte sembrava aver voltato le spalle. E non poteva esser meglio rappresentato il nuovo destino donato a questi bambini di come ha fatto  il Vecchietta nella parete di fronte.  Basta voltarsi, infatti, per vedere graziosi puttini arrampicarsi su una scala a pioli verso la Vergine e, quindi, verso un futuro radioso. Un’immagine simbolica che racchiude un messaggio di speranza e filantropia che ancora oggi parla ai nostri cuori.

Informazioni pratiche: il Santa Maria della Scala è oggi sede museale che ospita svariati esposizioni temporanee, oltre alla collezione permanente. Potete saperne di più visitando il sito del complesso. All’epoca della mia visita ho avuto il piacere di curiosare fra cimeli e documenti relativi alla medicina senese. Come unica nota negativa, devo segnalarvi l’assenza di rampe o ascensori per disabili e passeggini (diversamente da come scritto qui, a me è stato espressamente detto che non potevo scendere col passeggino) per accedere alla sezione archeologica interrata. Va bene che la struttura è storica, ma una soluzione penso si possa trovare.

 

 

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