L’ultima domenica di maggio ad Orosei si può assistere a un bellissimo momento di folklore che dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto in Sardegna le tradizioni siano ancora vive e pulsanti. Sto parlando della festa di Santa Maria ‘e Mare: un lento corteo di barche infiorate che accompagna la collocazione della statua della Vergine nella chiesetta di Santa Maria sul Mare. Guardando la processione sembra di entrare in un quadro di Renoir, o di qualche verista, per rimanere in Italia. Si respira aria di altri tempi mentre lo sguardo vola a farfalla da una barca a una preziosissima trina, dai fiori ai gioielli finissimi delle ragazze. E invece no. Ci si sorprende nel sapere che Santa Maria ‘e mare, non è una festa antica. Alla sua base però soffia quel alito misto di religiosità e devozione popolare talmente forte da poter ancora creare del nuovo. Ed è questo spirito a renderla così genuina.
D’altra parte, già la Chiesa di Santa Maria è un luogo di culto dalla storia davvero affascinante. Collocata alle foci del fiume Cedrino, circondata dalle colline rocciose e dagli stagni di Orosei, la chiesa venne eretta dalla comunità marinara della città di Pisa. Furono poi gli Spagnoli a dedicarla a Santa Maria di Monserrato, fino a quando non vennero cacciati e gli abitanti del luogo cominciarono a chiamare il piccolissimo edificio semplicemente Santa Maria. Nel Ventesimo secolo la chiesa venne abbandonata e cadde presto in rovina, fino a che, grazie alla passione degli abitanti di Orosei, nel 1975 subì un attento restauro. Con lieto finale, la chiesa tornò a risplendere ed assunse pian piano un significato universale e quanto mai attuale: quello di protezione di tutti i naviganti, simboleggiati dalle barche votive appese al suo interno e dalle bandiere degli Stati che si affacciano sul Mediterraneo:” sos tristos navigantes, in su mare tempestosu, sezis portu de reposu,e ghia de caminantes.”
Per festeggiare la rinascita della chiesetta tanto cara agli Oroseini, nel 1976 si tenne la prima processione di barche a remi colorate e profumate di fiori, che da allora si ripete invariata anno dopo anno ogni ultima domenica del mese mariano. La festa prende avvio la mattina con la preparazione delle barche. Il corteo muove nel pomeriggio dal centro del paese, in particolare dalla Chiesa di San Giacomo, e accompagna la statua votiva fino al ponte del fiume Cedrino, dove viene trasferita su una barca per essere trasportata a Santa Maria.
Camminando per le vie di Orosei in quel giorno calpesterete tappeti di petali. Tanti sono i turisti e le persone che accorrono dai paesi vicini per assistere a quello che è diventato un evento di grande richiamo, ma tanti sono gli abitanti della cittadina che partecipano ai festeggiamenti indossando spesso il costume tradizionale. Bellissimi sono gli abiti femminili, esaltati dal rosso, su cui riluce, a contrasto, il bianco dei corpetti e dei merletti dei copricapo e ancora l’oro degli ornamenti.
Elegantissimi anche gli abiti maschili. Con le maniche a sbuffo, le casacche rosso-blu e i tipici pantaloni in tela bianca rifiniti dal gonnellino in orbace. Non mancano le confraternite in sfilata e gli ufficiali col pennacchio. I fedeli e i curiosi si assiepano sul ponte in attesa del passaggio delle barche, dopodiché si incamminano in una allegra processione lungo gli argini del fiume seguendo con trepidazione il placido avanzare sulle acque del simulacro di Maria. Giungendo alla Chiesa il clima di festa si accentua ancor di più: dopo la Messa, infatti, la festa continua con i gustosi panini al polpo e il Canonau offerti a tutti i presenti: ancora un’altra dimostrazione del calore e dello spirito di accoglienza del popolo sardo.
Il rito e la festa di Santa Maria ‘e Mare viene organizzato dal Comitato Festa Santa Maria ‘e Mare, dai Pescatori, in collaborazione col Comune di Orosei, la Pro-Loco, la Parrocchia di Orosei, vari gruppi e associazioni di volontariato, cultura e sport e i fioristi sardi.
Ho scelto di parlare di questa festa per il progetto #Italiantreasures perché ritengo le tradizioni e il folklore delle varie regioni del Belpaese un patrimonio culturale inestimabile. Santa Maria ‘e Mare ne è la prova.
Vi consiglio di non perdervi il prossimo capitolo di #Italiantreasures la prossima settimana sul blog di Daniela Massardo www.raccontidiviaggioenonsolo.com che ci porterà in Calabria.
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Sono d’accordo. Queste tradizioni antiche e suggestive sono un vero patrimonio, soprattutto in un territorio nazionale eterogeneo come quello italiano, dove ogni piccolo paesino ha le sue peculiarità culturali ed antropologiche. Queste vanno assolutamenye tutelate e mantenute, altrimenti sarebbe una gravissima perdita. Post come sempre impeccabile. 🙂
Troppo buona! 🙂 La Sardegna poi è una cornucopia ghiotta per chi ama queste cose..
Gli abiti sono spettacolari! La festa sembra bellissima, grazie per avermela fatta conoscere. Sono stata da queste parti qualche anno fa e i posti mi sono rimasti nel cuore, per i paesaggi( non solo mare :)), le persone e il cibo.