Arroccato su uno sperone roccioso che guarda direttamente su un canyon, il Santuario di San Romedio, in Val di Non, è una di quelle cose da non perdere durante un soggiorno in Trentino. Ci si arriva lentamente, dopo aver percorso un’agile scalinata di 131 gradini che prelude al ripido cammino fra le cinque cappelle del complesso monastico. Curiosamente, la parte più antica è quella più in alto: lì fu sepolto San Romedio, intorno all’anno 1000, e da lì prese avvio il graduale ampliamento dell’eremo, con labirintici passaggi fra una chiesa e l’altra, tutte annunciate da messaggi di salvazione, preghiere, memento mori. Devo dire che, nonostante le torme di turisti in giro per il Santuario, la visita incute fin da subito una sorta di timore reverenziale, un’aura mistica che spinge quanto meno alla riflessione. L’ingresso nell’edificio avviene attraverso un portale ad arco che sembra annunciare il passaggio ad un’altra dimensione.
Poi si prende a salire, come a percorrere una spirale: sempre più stretta e sempre più ardua. Impossibile non farsi sorprendere dalle antiche scritte che interrogano il viandante, imponendogli una pausa e costringendolo a porsi delle domande. Ci si accorge presto, infatti, che la salita è un autentico cammino di redenzione. Arrivati in cima, la vertigine improvvisa rivela la prodezza dell’edificio…così com’è proteso sul vuoto, nel ventre di un profondo orrido.
Ci si sente un po’ piccoli in luoghi come questi. Si percepisce tutta la fatica di una umanità in cammino che prima ancora di trovare delle risposte si è affannata nel cercare le domande. Sono luoghi per tutti: non solo per i credenti, ma per tutti coloro che non smettono di cercare… e che ogni tanto si fermano nella riflessione sulla condizione umana.
E’ affascinante poi ripercorrere le orme delle migliaia di pellegrini che fin dal Medioevo hanno lasciato qui i segni della loro devozione: difficile infatti non notare la quantità di ex voto che, come quadri di una pinacoteca, rivestono quasi completamente le mura dell’edificio. In particolare, mi colpisce il proliferare di immagini di bambini appena nati e di fiocchi rosa o azzurri: testimoni della protezione richiesta al santo per i piccoli venuti al mondo. Lo prendo come un buon presagio per la mia famiglia, visto che aspettiamo un bambino.
San Romedio: chi era costui?
Ma chi era quindi San Romedio? Questo Santo così amato, oggi come ieri? Ebbene, incredibile a dirsi, ma non c’è unanimità sulla storia tant’è che per secoli si parla addirittura di una Questione Romediana. Non si sa neppure se il suo nome fosse davvero Romedio. Piuttosto quel che non è mai stata scalfita in secoli e secoli di devozione è la leggenda, legata alla sua figura, dell’orso.
Si narra infatti che il Santo riusci ad ammansire un orso che divenne suo compagno fedele in ogni viaggio. Ecco perché nella sua iconografia compare sempre questo grosso plantigrado. Ed ecco perché – e qui si giunge, a parere mio, all’unica nota stonata del posto – in un recinto adiacente alla costruzione è custodito un orso. Anche se mi hanno spiegato che quest’esemplare, appartenente alla specie dei marsicani, è stato sottratto a dei privati che lo tenevano illegalmente, non riesco a giustificare la permanenza dell’animale nel recinto. Tanto più che vive assediato dalle famiglie che lo osservano attraverso una rete. Ce n’è davvero bisogno?
San Romedio: come arrivare
Detto questo, ci sono anche altri motivi per visitare San Romedio. Non da ultimo l’affascinante percorso che dall’abitato di Sanzeno conduce al luogo di culto. L’attacco del sentiero si trova immediatamente di fronte al Museo Retico, a nord del centro del paese: non è l’unico modo per giungere al Santuario, ma è sicuramente il più spettacolare. Si tratta infatti di un lungo camminamento di circa 2,5 km, scavato nella parete di roccia, aereo e panoramico. Il percorso è adatto a tutti poiché è stato messo in sicurezza con solide palizzate di legno a prova di bambino. Questo non significa che chi non abbia voglia di camminare non possa giungere al Santuario. Si può arrivare infatti ai piedi del Santuario con l’automobile e, nei mesi estivi, da Sanzeno è disponibile un servizio di bus navetta.
Un’alternativa alla partenza da Sanzeno, può essere quella del sentiero da Coredo, il Viale dei Sogni (SAT 537): una traccia immersa completamente nel bosco che costeggia anche i due piccoli laghi di Coredo e di Tavon.
Interessante percorso Elena 🙂 Peccato per quell’orso.. che senso ha davvero???!!! Per far da attrazione ?? Mah!
Infatti, per tradizione a San Romedio deve esserci un orso…potrebbero lasciarci il simbolo anziché uno in carne ed ossa!
Bel percorso, non ne avevo mai sentito parlare.
Grazie cara. In Val di Non ci sono tanti percorsi belli e fattibili anche per chi non è abituato a camminate in montagna! 🙂