Valencia contemporanea

Valencia contemporanea

Valencia è una splendida città ricca di testimonianze architettoniche e artistiche del passato, ma Valencia è anche una città audace che ha saputo scommettere sul contemporaneo e vincere alla grande. A dire la verità, a mio avviso è proprio il sovrapporsi di concezioni urbane appartenenti ad epoche diverse a costituire la sua carta vincente. Architetti del calibro di Santiago Calatrava, Norman Foster, Guillermo Vàsquez ConsuegraDavid Chipperfield, Félix Candela, Jean Nouvel, Ricardo Bofill – per nominarne solo qualcuno –  si sono misurati con il centro spagnolo ed ognuno di loro vi  ha lasciato indelebili impronte seguendo le quali si arriva dritti dritti al futuro.  Vediamo dunque assieme quali sono gli step da fare per comprendere al meglio la Valencia  più avanguardistica:

Palau de la Mùsica: definito dal grande Placido Domingo uno “Stradivari” per la sua superba acustica, il Palazzo della Musica di Valencia potrebbe a prima vista ricordare una serra di altri tempi. Non si tratta di una scelta casuale dato che questo edificio si innesta dolcemente nei giardini ricavati nell’antico letto del fiume Turia. Sotto alla sua grande cupola di vetro crescono alberi maestosi, mentre all’esterno un portico neoclassico e un sistema di laghetti donano un tocco regale al complesso.  L’edificio è stato progettato da José María García de Paredes, celebre architetto che ha disegnato anche le sale concerto di Madrid e Granada, mentre l’ambientazione acquatica è opera di Riccardo Bofill. Il Palau è stato inaugurato nel 1987 e da allora più di 500.000 spettatori  all’anno assistono ai suoi eventi. Il Palau fa da casa all’Orchestra di Valencia e alla Banda Municipale. Vale una visita anche solo per una breve ma piacevole passeggiata al suo esterno.

Palau de la Musica, Valencia

Palau de la Musica, Valencia

Palazzo dei Congressi: il palazzo, opera di Norman Foster (l’architetto famoso per aver disegnato anche il grattacielo The Gerking e il Millenium Bridge di Londra) del 1998,  è uno dei tanti capolavori architettonici rintracciabili a Valencia. Tutto ruota intorno alla luce che penetra dalle grandi vetrate nell’edificio e si moltiplica nell’acqua che lo circonda. L’edificio è stato concepito come un nuovo polo attrattivo nella zona nord della capitale ed è diventato presto il fulcro della crescita dell’area attraendo a sé moderni e svettanti palazzi.  All’esterno settemila metri quadrati con roseto, fontane, alberi e uno stagno completano la struttura.

Palau_del_congres

“Palau del congres” by Felipe Araya Allende –  via Wikimedia Commons

America’s Cup Pavilion: lo scrittore valenciano Juan Mira afferma che Valencia è stata edificata dai Romani non come città di porto, ma come provincia agricola. In effetti, anche se solo tre chilometri la dividono dal litorale, Valencia sembrava voltar le spalle al Mediterraneo. Sembrava, appunto. Con i grandi lavori per l’America’s Cup del 2007 Valencia ha rivendicato il suo posto fra le capitali di mare più affascinanti del mondo e da allora non ha mai smesso di guardare avanti. Al centro del porto, riammodernato per l’occasione, sta l’elegante costruzione di David Chipperfield Veles e Vents il cui punto di forza risiede sicuramente nelle terrazze panoramiche che permettono di abbracciare con uno sguardo Valencia e il suo mare, finalmente uniti. Questa struttura nel 2016 sarà arricchita di  un’importante novità: l’apertura di un centro polivalente con ristoranti, spazi per festival, esposizioni e performance.  Inoltre la zona della Marina Real Juan Carlos I, che già oggi è  luogo di relax e svago, diventerà presto un centro esclusivo per gli amanti della vita da spiaggia con l’inaugurazione del Marina Beach Club.

Veles e vents è l'edificio disegnato da D. Chipperfield per l'America's Cup

Veles e vents è l’edificio disegnato da D. Chipperfield per l’America’s Cup

Città delle arti e delle scienze: non si è detto nulla sul contemporaneo e Valencia se non si nomina la Città delle Arti e delle Scienze dell’architetto Santiago Calatrava, ormai emblema di modernità della città. Al genio dell’architetto di origini valenciane si deve il disegno complessivo che si è avvalso tuttavia della collaborazione di altri eminenti progettisti per la realizzazione delle singole parti. La Città delle Arti e delle Scienze è una grande città del futuro che coniuga insieme cultura, scienza, natura in unico grande spazio. Le sue forme avveniristiche richiamano scenari fantascientifici, potenziati da un elemento imprescindibile  per l’alchimia del complesso: l’acqua. E’ l’acqua che vivifica di riflessi il grande occhio dell’Hemispheric, il primo edificio della Città, inaugurato nel 1998. Ed è sempre l’acqua a frantumare e replicare in caleidoscopiche forme quel grande scheletro di dinosauro che è il Museo della Scienza Principe Felipe. Ed infine, è nuovamente l’acqua ad ospitare le sinuose onde dell’Oceanografìc: il più grande acquario d’Europa, a cui ha lavorato, in particolare, l’architetto Félix Candela (abbiamo già parlato dell’Oceanographic nel precedente articolo).

Uno dei complessi urbani più stupefacenti al mondo si trova a Valencia: Città delle Arti e delle Scienze di S. Calatrava

Uno dei complessi urbani più stupefacenti al mondo si trova a Valencia: Città delle Arti e delle Scienze di S. Calatrava

A dire il vero le unità dell’Urbe di Calatrava  sono sette e a queste tre appena nominate vanno aggiunte: il Palau de les Arts Reina Sofia, a metà fra la chiglia di una nave e un casco da tuta spaziale, è destinato a ospitare musica sinfonica, opera e balletto; l’Umbracle, un viale di sculture e piante di 7000 metri quadri; l’Agora, edificio che accoglie eventi e cerimonie e si differenzia dagli altri per il rivestimento blu;  infine l’Assut de l’Or, il ponte lungo 180  metri ed alto 125 che, oltre ad aver dato respiro al traffico della città, costituisce una suggestiva piattaforma panoramica sulla Città di cui è entrato a pieno titolo a far parte.

Palau Reina Sofia, Città delle arti e delle Scienze, Valencia

Palau Reina Sofia, Città delle arti e delle Scienze, Valencia

Come sempre, queste sono le cose principali da vedere a mio personalissimo parere per un viaggio nella Valencia del XXI secolo, ma per chi ha “sete” di contemporaneità la capitale offre ancora molto. Per esempio l’IVAM, il bel museo di arte contemporanea il cui involucro è stato concepito dal combo giapponese SANAA; oppure il Complesso residenziale Espai Vert e, ancora,  la Stazione Centrale. Con un biglietto per Valencia non si viaggia solo in una bellissima città d’Europa, ma in uno specchio della modernità,  un laboratorio di idee per l’urbanistica e l’architettura e, non da ultimo, in un mondo nuovo.  Per saperne di più vi consiglio di dare un’occhiata al sito di Visit Valencia che ringrazio per avermi aiutato a costruire il mio soggiorno valenciano!

 

 

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