lemure01Fra le tante attività proposte da Lignano Holiday durante il nostro soggiorno a Lignano Sabbiadoro con Bluewago, ce n’è stata una che ci ha colpito particolarmente: la visita al Parco Zoo Punta Verde: un giardino zoologico non grandissimo, ma di impianto moderno e bene organizzato, situato sull’ultima ansa che il fiume Tagliamento forma prima di sfociare nel mar Adriatico. Molto più di un intrattenimento per bambini, questo parco ci attraeva soprattutto per la possibilità di vedere i Lemuri del Madagascar. So che a questo punto gli amici degli animali storceranno un po’ il naso alla vista della parola “zoo” e devo dire che io stessa non sopporto l’idea della cattività. Ma spesso le cose non sono come sembrano ed infatti ancor prima di iniziare la visita, abbiamo appreso i principi fondamentali della struttura che ci hanno fatto rivedere il nostro (pre)giudizio. Il Parco Zoo Punta Verde si adopera per una missione basata su quattro pilastri: educazione del pubblico al rispetto e alla sensibilità verso il mondo animale e l’ambiente più in generale; conservazione della biodiversità mediante programmi in situ di specie minacciate; ricerca mediante collaborazioni con Università e Istituti scientifici; emozioni da regalare ai visitatori attraverso il contatto con la natura ( e su questo punto posso dire: obiettivo centrato!) . Molto importante poi il fatto di sapere che gli animali non provengono dal loro ambiente, ma da altre situazioni di cattività.

fenicottero

Con queste premesse, ci siamo approcciati allo Zoo con curiosità e simpatia e devo dire che abbiamo passato una giornata molto divertente. Quando dico “abbiamo” intendo tutta la famiglia, perché in realtà ci siamo separati: io e il mio bambino da una parte, mio marito dall’altra, così da fare ognuno cose alla propria altezza – anche quella di bebè – e seguendo le proprio inclinazioni. Ecco perché in questo articolo ho pensato di lasciare spazio a due voci: quella di mamma e di papà. Così da avere tutti e due i punti di vista che spesso – ci siamo accorti! – sono molto diversi!

Ecco dunque il racconto del Papà:

Il Parco Zoo Punta Verde è un paradiso per i bambini e, a patto che abbiano l’hobby della fotografia e amino l’osservazione della natura, anche per i genitori. Qui è possibile incontrare animali esotici che solo pochi fortunati possono scorgere nel loro ambiente naturale, e gli animali non sembrano fuori luogo in habitat che sapienti giardinieri e botanici hanno ricostruito con piante compatibili coi nostri climi.

Come in ogni zoo moderno, le classiche “gabbie” sono riservate agli animali pericolosi ed agli uccelli in pericolo di fuga, per i grandi erbivori sono usati semplici recinti, ed alcune ingegnose soluzioni sono applicate per limitare le “sbarre” al minimo indispensabile: penso ai gibboni che si esibiscono in salti ed acrobazie da una specie di isoletta, o alla possibilità di entrare nella gabbia insieme ai variopinti uccelli della sezione Le ali del Sudamerica.gibbone

Con un piccolo sovrapprezzo poi, che viene devoluto a progetti di conservazione della specie nei loro luoghi di origine, è possibile entrare accompagnati nel recinto dei lemuri. A me è stata offerta proprio questa opportunità, e ho potuto conoscere da vicino queste simpatiche “protoscimmie”: mentre la guida spiegava dettagli sulla loro etologia, a noi visitatori è stato possibile dar loro da mangiare frutta in appositi contenitori di legno ed osservarli mentre prendevano gradualmente confidenza e si avvicinavano fino a sfiorarci (ma senza mai salirci sulla testa o essere molesti come ci si aspetterebbe da delle quasi-scimmie). Difficilmente capita di avere un contatto così ravvicinato con bestie esotiche: un’esperienza davvero emozionante, in particolare per i bambini a cui non sembrava vero di poter “giocare” con degli animaletti così carini. Qualche parola però, la voglio spendere, sui progetti per il Madagascar portati avanti dal Parco in collaborazione con le Università e lo UIZA . Il primo, il progetto Volohasy, è teso alla salvaguardia degli ecosistemi pluviali, in particolare focalizzata sul bambù, risorsa fondamentale per alcune famiglie di Lemuri. Il secondo, il piano Berenty è teso alla raccolta dei dati comportamentali dei Lemuri al quale si aggiunge un progetto di scolarizzazione presso le scuole malgasce per far conoscere agli studenti la propria storia, le risorse del territorio e come l’ambiente venga sfruttato in maniera non sempre sostenibile. Questi lemuri poi non sono stati prelevati dal loro contesto naturale e, al contrario, provengono da altre situazioni di cattività. Tutte queste cose messe insieme danno tutta un’altra luce alla loro presenza qui e si apprezzano meglio gli obiettivi ultimi dello zoo.

In un edificio all’interno dello zoo, è presente anche un rettilario discretamente fornito: qui come sempre mi accade nei rettilari, il gioco era quello di trovare gli animali all’interno delle vetrine, nascosti e perfettamente mimetizzati tra foglie e rami. Le difficoltà che ho incontrato nell’individuarli mi hanno fatto invariabilmente riflettere su quanto spesso può essermi accaduto, camminando in montagna, di passare a pochi centimetri da una vipera senza neanche accorgermene… ma meglio non pensarci!

La nostra visita al Parco Zoo è quindi terminata, per me cercando l’inquadratura perfetta per primi piani agli animali più simpatici (alpaca, emù, capibara…). Fra gli animali più buffi che ricordo con simpatia cito il coato e il leontopiteco dorato. Vi sfido a trovarne di più bizzarri!

Ma adesso tocca alla mamma:

mentre papà era impegnato coi lemuri, io e il mio bebé ci siamo divertiti a girare tutto lo zoo. È stato emozionante far scoprire al nostro cucciolo alcuni degli ospiti di Punta Verde. Naturalmente per far divertire i bambini così piccoli bisogna puntare agli animali più grandi che riescono meglio a catturare la loro attenzione.

orso Altrettanto interessante per loro sembrano essere uccelli e pappagalli e devo ammettere che qui c’è l’imbarazzo della scelta. Fra gli animali più attesi da tutti ci sono sicuramente i felini, che purtroppo però il nostro cucciolo non è riuscito a vedere.

linceDevo dire, che scorgere le pantere e i leoni sonnecchianti fa ritornare bambini anche noi genitori ( prima d’ora li avevo intravisti al Kruger park, in Sudafrica, ma erano notevolmente più distanti!). D’altra parte, ho notato che anche per i bambini più grandi una delle parti più attraenti è la “fattoria” che si trova in fondo al Parco e che raccoglie esemplari di animali da cortile, ma di ogni parte del mondo. Molto bella per noi è stata l’osservazione di una famiglia di otarie: la mamma chiamava il suo cucciolo che faceva i primi esperimenti di movimento esattamente come il nostro…una grande lezione da parte della natura che nessun libro può eguagliare.

Otarie

Insomma, il Parco Zoo Punta Verde è sicuramente una tappa da inserire durante un soggiorno a Lignano: un’alternativa alla spiaggia in una giornata piovosa, un’esperienza didattica per i bambini in età scolare e, soprattutto, un incontro con la natura educativa per tutti.emili luca

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