Death in Paradise è il nome di una fortunata serie di gialli televisiva ambientata nel paese di Deshaies a Basse Terre sulla Guadalupe. Serie affascinante che mescola alla seduzione delle spiagge caraibiche il mistero intrigante di trame noir. Ma questo strano cocktail a Guadalupe ha dato origine anche ad altre peculiari creazioni e la nera signora, in paradiso, veste panni davvero inconsueti. Andiamo a vedere.

Morne a l’Eau: la morte in Black… & White

Una delle tipiche sepolture di Morne a l’Eau, Guadalupa

Fra le mete più visitate di Guadalupa, oltre alle spiagge candide, le distillerie, i mercati dai colori sgargianti c’è un’attrazione davvero inusuale: il Cimitero di Morne a l’Eau. Forse bisogna essere un po’ matti per comprenderne il fascino ma, ogni anno sono migliaia le persone che si riversano qui e, a dirla tutta, basta osservarlo in foto per capire perché. Il cimitero di Morne a l’Eau è un’architettura surreale: una scacchiera bianca e nera, ordinata e pulita che ricorda più un villaggio in miniatura che un luogo di riposo per i defunti. E, come in un paradosso, la città dei morti ha surclassato in bellezza quella dei vivi, tanto che in pochissimi, fra quelli che si spingono fin qui, visitano anche i villaggi vicini.

Morne a l'Eau, panoramica
Morne a l’Eau, panoramica

Morne a l’Eau è un comune di circa 17.000 abitanti che si trova a Grande Terre. Il suo territorio è diviso in due zone e parte della riserva marina del Grand Cul-de-Sac marin insiste sulla sua giurisdizione. Proprio qui, in corrispondenza di uno snodo viario molto importante fra le strade che conducono a Le Moule, Anse Bertrand, e Les Abymes, sorge l’ipnotica casa dell’eterno riposo. Si racconta che le prime tombe ad essere costruite nell’Ottocento fossero quelle delle abbienti famiglie occidentali proprietarie terriere ma, dopo l’iniziale esclusività del luogo, furono sepolte qui persone di ogni razza e ceto sociale. Nessuno conosce invece l’origine della singolare alternanza del piastrellato bianco e nero – e forse questo fatto non fa che accrescere il carisma di questo sepolcreto – tuttavia una delle ipotesi più seducenti vuole che si tratti dei colori del lutto africano (bianco) e europeo (nero) mescolati insieme. Morne a l’Eau sarebbe dunque il simbolo di una pace ritrovata, almeno nell’Aldilà, fra bianchi e neri ed, infine, fra coloni e schiavi. C’è anche da osservare che il rigore ortogonale della decorazione richiama da vicino quello delle stoffe locali, dunque l’impianto ornamentale potrebbe semplicemente spiegarsi con una consonanza di gusto: come se si trattasse di un madras in grisaille.

Come che sia, oggi questa tradizione viene portata avanti e Morne a l’Eau e un luogo frequentato e amato dagli abitanti di Guadalupe.

Morne a L'Eau, le scalinate
Morne a l’Eau: il cimitero con i suoi viottoli e gradini

Il sole era alto, quando durante la mia crociera ai Caraibi l’ho visitato ed il caldo opprimente non faceva che amplificare quella strana sensazione mista di disagio e attrazione. Ogni tomba sembra una casetta accogliente e confortevole, come quelle che ci sono nei parchi giochi dei bambini, con tanto di veranda dove sedersi e riposare. Il riferimento alla morte lo si coglie solo nella croce posta alla sommità dei tetti. Per il resto si potrebbe pensare di essere veramente in una città in miniatura, perfetta e regolare, solcata da una tempesta di gradini e viottoli contorti. Procedendo dunque verso l’alto, il respiro si fa più affannoso e la calura annebbia la vista e la mente: all’improvviso parrebbe di essere entrati in un quadro labirintico e metamorfico dove il senso naturale delle cose sembra rovesciato. Forse è questo il significato ultimo di Morne a L’Eau, uno squarcio sulle nostre convinzioni che mette in dubbio ciò che sappiamo sulla vita e sulla morte. D’altra parte è in luoghi simili che sono state partorite leggende sugli spiriti dell’altro mondo e sulle incrinature della realtà che portano a un contatto con essi.

La festa dei morti

Sicuramente è testimonianza di un contatto fra questi due universi la festa di Ognissanti che ogni anno, si tiene in corrispondenza del 1 e del 2 novembre. La festa cristiana qui si mescola con riti e credenze di origine nativa e africana, per questo la celebrazione dei morti avviene con gioia e divertimento (esattamente come in molti altri paesi dell’America Latina, sarebbe interessante trovare l’origine comune di tali tradizioni). Per l’occasione, le famiglie ri-pitturano e puliscono le tombe, le imbellettano con fiori e candele per poi recarsi al cimitero e incontrarsi con i parenti.

Qui si tiene una vera festa, con barbecue, musica e venditori di street-food appostati all’ingresso del camposanto. Si spiega meglio così la funzione delle verande, che diventano un vero patio per chiacchierare ed accogliere i visitatori. Ecco dunque che il luogo dei morti diventa luogo di ritrovo per i vivi ed il confine fra le due dimensioni appare sempre più labile.

Foto di Benjamin Sz-J. da Pixabay

Ma se tutto questo esprime già l’importanza e l’unicità delle celebrazioni dei defunti sull’isola di Guadalupe, c’è un altro cimitero che ho visitato a Grande Terre che è fra i luoghi più poetici che io abbia visto.

La morte e il mare: il cimitero di Port Louis

cimitero di Port Louis, tombe di conchiglie
Cimitero ad anse du Souffleur: conchiglie e sabbia sul mare

A Port Louis c’è una spiaggia meravigliosa: Anse du Souffleur. L’arenile è ampio e la sabbia, bianca con striature rosa, è incorniciata da palme flessuose ed eleganti. Alle spalle del bagnasciuga cresce un ampio bosco di mandorli indiani dove poter riposare piacevolmente. Non ci si aspetterebbe che proprio in questo eden, al confine con la spiaggia, si trovi un cimitero: un luogo di memoria e preghiera meno conosciuto di Morne a l’Eau, ma ugualmente affascinante.

Qui, alle tipiche sepolture a “casetta” si alternano alcuni tumuli dalla sobrietà sconvolgente: grandi conchiglie e fiori cingono cumuli di sabbia, alle volte coronati da semplici croci, altre volte, completamente spogli di ogni richiamo al defunto o alla religione.

Cimitero di Port Louis
Anche a Port Louis non mancano casette e il tipico motivo a scacchi

Il cimitero è conosciuto come “cimitero marino” ma nessuno ha saputo dirmi la sua origine. Alcune tombe sorgono a pochi passi dalla battigia, cosa che mi ha fatto pensare che si tratti delle sepolture di persone legate al mare che, in questo modo, al mare fanno ritorno. D’altra parte, proprio nelle vicinanze, gli schiavi africani venivano fatti sbarcare per poi essere condotti nelle piantagioni. Forse, questo cimitero, serba memoria di quel passato doloroso – per certo gli schiavi non venivano seppelliti singolarmente, mi riferisco quindi alla loro discendenza. E d’altro canto, è noto che sulle spiagge di Guadalupe spesso siano stati ritrovati resti di schiavi, persino nella frequentatissima spiaggia di Raisins Clars, a St. Francois.

La sobrietà delle tombe di Anse du Souffleur

Insomma, ci sarebbe sicuramente molto altro da scoprire sui culti legati alla morte della meravigliosa isola di Guadalupa, tanto affascinanti quanto frutto di un sincretismo strettissimo fra animismo, riti nativi e Cristianesimo e quindi testimonianza viva dell’intreccio fra culture che ha dato vivo al caleidoscopico mondo delle Antille. Un mix unico dalla storia tormentata e lacerante, ma che oggi si è fatto perno di un’identità vivace e vibrante come un tessuto colorato. Un mondo che val la pena di conoscere, oltre il paradiso del mare caraibico.


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