Se siete di passaggio in Lunigiana o se avete in mente un tour che colleghi questa terra con la confinante Garfagnana vi consiglio di inserire nel vostro itinerario una tappa alla Pieve Protoromanica dei SS. Cornelio e Cipriano di Codiponte. Questa chiesa è sicuramente uno dei monumenti più importanti non soltanto di tutta l’area provinciale, ma direi anche dell’intera Regione Toscana poiché si tratta di un raro esempio della genesi di un linguaggio, quello del Romanico, a quel tempo ancora non perfettamente codificato, che lasciò fra queste mura una delle sue più eccellenti prove. E, come avremo modo di vedere, il suo fascino non si esaurisce qui.
La pieve è situata sulla riva destra del torrente Aulella, in prossimità del ponte che lo attraversa e difronte al borgo di Codiponte: si tratta di un importante punto di transito che fin dall’antichità metteva in comunicazione le aree di costa con l’entroterra. Le prime testimonianze della chiesa risalgono addirittura al 793 d. C. quando in un documento si fa cenno a una chiesa “transmontes ad Sanctum Ciprianum“. In realtà, recentemente, sono state trovate tracce di un insediamento romano e, più a fondo ancora, di un primo abitato ligure che mostrano come la zona fosse frequentata fin da tempi remotissimi. D’altra parte proprio a Codiponte si colloca il ritrovamento di un frammento di Statua Stele che conferma la diffusione di culti arcaici nella zona.
L’edificio si presenta all’esterno con la classica austerità del Medioevo romanico: forme compatte, ottenute sovrapponendo conci squadrati di pietra serena ed arenaria, ritmate soltanto da due singolari contrafforti laterali, dal semplice portale e dalla bifora sovrastante l’architrave. La pianta, fedele allo schema costruttivo più in voga a quell’epoca, è a croce latina, scandita da tre navate e chiusa da due absidi semicircolari. Accanto al corpo principale si erge la torre campanaria, ricostruita nel 1778.
All’interno, osservando con attenzione, sarete catapultati in un mondo ancestrale e denso di mistero che non cessa di interrogare studiosi e appassionati. Bisogna alzare la testa ed osservare con cura i preziosi capitelli -perfettamente conservati – che coronano le sei colonne e le quattro semicolonne articolanti lo spazio per riconoscere un ricco bestiario di creature mostruose e motivi fitomorfi. Simboli per noi dal significato oscuro che lasciano trapelare quanto i riti pagani fossero vivi e sentiti anche dopo la prima evangelizzazione dell’area. Si va dalle palme all’albero della vita, dai nastri intrecciati di matrice nordica ad un ricorrente simbolo di margherita a sei petali dalla funzione, si dice, apotropaica. E poi tutto un catalogo iconografico teramorfo, animalesco e osceno il cui tentativo di interpretazione ha dato adito ad affascinanti quanto esotiche teorie.
Seducente appare la sirena bicaudata che mostra sfacciatamente il sesso. C’è chi ha visto in questo simbolo una prova della resistenza dei culti rurali di origine nordica alle campagne di cristianizzazione del contado. In particolare, questa figura sarebbe arrivata in Italia con i Longobardi e rappresenterebbe la Dea della fertilità Freya inquadrabile nel culto della Grande Madre. Sul finire del nono secolo d. C. , dopo il tentativo di assimilazione all’idea del male e della seduzione da parte della religione cattolica, tale disegno scomparve del tutto dalle chiese. E’ curioso che oggi la sirena a due code sia stata addottata come proprio logo da Starbucks. Che cosa ci vorrà dire la nota catena di caffé con questa simbologia?
Un altro dei motivi più curiosi e pornografici -lasciatemelo dire! – sfoggiato nei capitelli di Codiponte è senz’altro quello del cosidetto “atleta” o “uomo itifallico“. Analogamente alla sirena anche questa figura ci mostra il sesso. Anzi, per essere precisi, ci mostra un grande fallo eretto. Anche in questo caso, sicuramente inneggiante alla fertilità. Ed è evidente come anche qui si faccia riferimento a un immaginario pagano e pre-cristiano. E non a quello biblico, come ci si aspetterebbe da una chiesa. In effetti, se si eccettua un polittico di epoca più tarda, nell’edificio non sono presenti scene evangeliche di alcun tipo.
Ma ancora i misteri non sono finiti e bisogna tornare all’esterno dell’edificio per incontrare delle bizzarre figurine che, recentemente, hanno portato alcuni studiosi alla formulazione della più stravagante delle speculazioni storiche: il viaggio in America dei cavalieri templari. Sull’architrave del portale si trovano infatti, scolpite a bassorilievo, delle buffe testine piumate che proverebbero il fatto che il famoso ordine cavalleresco abbia conosciuto gli abitanti del Nuovo Mondo molto prima del viaggio di Colombo. Numerose tracce dei cavalieri sarebbero state ritrovate sia nella pieve che nel convento annesso e sarebbero stati dunque loro che, per lasciare testimonianza della loro conoscenza, avrebbero deciso di ritrarre gli Amerindi sulle mura dell’edificio.
Mito o pura finzione? Leggenda o realtà? Anche se non avremo mai risposta a questi quesiti, resta indiscutibile il fascino di queste icone che spalancano la visione su un universo di riti, usanze e credi in un intrecciarsi di culture che va a scardinare con forza lo stereotipo di un Medioevo buio e gretto.
Mi raccomando: osservate con attenzione queste pietre e ascoltate. Ascoltate in silenzio, osservate i fasci di luce radenti l’altare: un brivido vi percorrerà e non potrete fare a meno di sentirvi parte di un mistero sussurrato, nelle cui parole, appena sbozzate, afferrerete l’essenza magica della Lunigiana.
Come arrivare: la Pieve di Codiponte si trova in Provincia di Massa Carrara, nel Comune di Casola in Lunigiana. In automobile, l’uscita autostradale più comoda è quella di Aulla, da qui si prende la SS 63. Passato l’abitato di Serricciolo, si imbocca la SRT 445 fino ad arrivare a Codiponte. La strada prosegue poi verso la Garfagnana e la Lucchesia.
la sirena a due code l’ho vista anche a Carrara!!!
Vero! Ti riferisci alla fontana! Merita un articolo a sé! In Toscana ce n’è una molto bella a Montefollonico, vicino a Siena! Trovo che la sua iconologia sia davvero affascinante! Grazie di esser passata! 🙂
Ho scoperto Camporàghena e Torsana grazie al suo Blog. Posti magici.
Adesso devo visitare questa chiesa a Codiponte assolutamente. Molto interessante.
Ho visto la pieve San Paolo, Fivizzano anche lei è molto bella.
Grazie Nigel! Queste son le cose che fanno più piacere… La Lunigiana offre moltissimo a chi abbia voglia di scoprirla! Siamo appena all’inizio!
Molto interessante la commistione tra simbologia cristiana e pagana presente in questa chiesa.
Sì è vero! È ciò che rende speciale luoghi come questi.