Ho una passione per la Lunigiana. Una terra a me vicina che non cessa di sorprendermi…Il motivo è la sua storia millenaria che ancora oggi si scopre girando fra i suoi borghi come se si sfogliasse le pagine di un vecchio libro illustrato. E poi c’è il suo ambiente vario e, a tratti, selvaggio che nasconde delle vere e proprie perle. E poi ci sono ancora leggende, racconti, misteri...un pizzico di esoterismo che mi attrae come un magnete.
E’ per questo che qualche giorno fa, in una mattinata indecisa fra qualche sprazzo di sole e qualche nuvolotto, abbiamo colto l’occasione per una breve escursione nel territorio del Comune di Comano, 600 m sul livello del mare.
Comano
Già questo borgo mi ha stupito piacevolmente non solo per la presenza di un punto informazioni, ma per la presenza di un punto di informazioni aperto, di sabato, e a mezzogiorno. Può sembrare una cosa giusta e sacrosanta, ma vi assicuro che non è una cosa così scontata da queste parti. In fondo Comano è un comune di 793 anime: “la Svizzera della Lunigiana“, recitano i depliant informativi. Io lo associo a ricordi dolci e nebbiosi, quando il mio caro nonno, classe 1906, cacciatore, portava me e mio fratello da queste parti e non si faceva sfuggire l’occasione per comprare dell’ottimo pecorino. L’abitato sorge sulle dolci valli del torrente Taverone, sorvegliate dalle cime dell’Appennino Tosco-Parmigiano. Tutt’intorno prosperano faggi e castagni alternati a pascoli. Oggi Comano si è rifatta -in parte – il look. Conserva infatti i ruderi di un bellissimo castello oggetto di recenti restauri. Svetta in particolare, al centro delle rovine, la torre cilindrica ( XII °sec. ) che ricorda molto quelle di Malgrate e Bagnone a conferma del fatto che fossero tutte parte del sistema di difesa dei Malaspina.
Torsana
Da Comano abbiamo proseguito, imboccando una stradina a ripidi tornanti, per il borgo di Torsana: il nucleo abitato più alto della zona, a 936 metri di quota. Da qui partono molte escursioni dirette sulle montagne circostanti quali il Buffanaro.
Si dice che Torsana fosse terra di “scarpellini”, cosa che spiegherebbe la quantità di rilievi e bassorilievi presenti nella zona. A giudicare dalle auto parcheggiate immediatamente a ridosso del borgo e dai cartelli esposti sulle abitazioni, si direbbe che questo affascinante condensato di case di pietra sia diventato oggi luogo di vacanze per gente del nord italia: Milanesi in testa. Da qui si può prendere il sentiero del TL (Trekking Lunigiana) che conduce prima a Camporaghena, poi a Sassalbo.
Prendendo il sentiero ci si inoltra subito nel silenzio del bosco. Si attraversano ponticelli, si incontrano le rovine di un antico mulino, si attraversano torrenti con cascatelle: comincia qui la magia che riporta passo dopo passo indietro nel tempo. Finalmente si giunge a Castello di Camporaghena, lo si supera e si incontra un piccolissimo cimitero dove angeli di pietra sbeccati e anneriti fanno la guardia alle anime che riposano in questo luogo.
Camporaghena
A Camporaghena, all’improvviso, ci sente trascinati in una dimensione ferma: congelata dall’isolamento in un’epoca lontana. Case di pietra saldate l’une alle altre con scale e archi. Porte scolorite e fatiscenti, gonfiate dall’acqua, dal gelo e mangiate dai tarli, incorniciate da portali da cui spuntano angeli, piante intrecciate e volti umani, i cosiddetti facion. Una particolarità della Lunigiana, ma anche dell’alta val di Vara, molto diffusa fra le case di Cervara. Lo stile è chiaramente romanico, ma la funzione ancora non è chiara. Molto probabilmente queste facce enigmatiche rivestivano una funzione apotropaica, di allontanamento degli spiriti malvagi.
Sì, senza ombra di dubbio se fossi una strega è qui che mi nasconderei. Con i miei gatti. Mi nasconderei in una di questa case abbandonate. Ascolterei il vento sibilare sotto gli archi e sorriderei agli ululati in lontananza. Di qualche animale nel bosco, forse o, magari, di qualche lupo mannaro…