Lui la spinge giù  come  un animale, lei cerca di resistergli, ma lui è troppo forte ed in fondo lei non vuole resistergli. Tutt’intorno, bianco a perdita d’occhio e morbido e soffice come cipria. Loro sono Giancarlo Giannini e Mariangela Melato e cioè i naufraghi  Raffaella Pavone Lanzetti e Gennarino Carrunchio, immaginati dal genio di Lina Wermuller in una delle pellicole più divertenti e intelligenti del cinema italiano: Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto. Mi sono sempre chiesta dove si trovasse quel luogo così idilliaco, pensando a qualche meta esotica persa in mezzo all’Oceano Indiano o al Pacifico…chissà! E invece questo paradiso non solo era a portata di mano, ma si trovava nella mia amata Sardegna e precisamente si trattava di Capo Comino.

Capo Comino è una località costiera del territorio di Siniscola (NU). La sua particolarità è dettata dalla sue spiagge bianche, movimentate dalla presenza di una morbida duna costellata dalla vegetazione in mezzo a cui spiccano bellissimi gigli di mare. Ero stata a Capo Comino parecchi anni fa, ma lo scenario si presentava molto diverso da come l’abbiamo trovato quest’anno. Un’altra caratteristica di questo luogo è infatti quella di essere frequente punto di approdo di interi banchi di posidonia ( le lunghe alghe i cui prati fanno da habitat a miriadi di pesciolini)  che formano dei veri e propri castelli naturali. L’odore che emanano queste alghe in decomposizione è molto forte perciò, in alcuni momenti, può non essere piacevole una sosta nei loro pressi. Del resto il loro spiaggiamento è parte di un processo naturale senza il quale non ci sarebbero neanche le dune. Quindi, se vi capitasse – come appunto successe a me quella volta – di trovare il litorale impraticabile per questo, ricordate di lasciar fare la natura e di tornare a farvi visita in una seconda occasione: non ne rimarrete delusi.

In effetti quest’anno la spiaggia era quasi completamente libera e le scenografiche collinette di sabbia si stagliavano contro il blu del cielo e del mare, proprio come nel film della regista italiana. L’acqua qui è molto limpida e, dato il colore del fondale, di un bel turchese vibrante. Subito di fronte alla spiaggia verso sud si trova poi un piccolo isolotto di porfido rosso – isola ruja  è il suo nome –  che raggiungere a piedi o a nuoto è un incanto. Proprio per la presenza di questo scoglio, Capo Comino è un ottimo spot anche per gli amanti dello snorkeling. Ma la vera sorpresa è che al largo della sua costa si trovi il relitto di un’imbarcazione romana appartenuta alla flotta dell’imperatore Nerone. Non solo: qui sono affondati anche la nave comandante Bafile, nel 1942, e un piccolo aereo nel 1963 e questo ne fa anche un paradiso per il diving.  Naturalmente anche i semplici amanti del sole in spiaggia e le famiglie a Capo Comino si troveranno molto bene: l’acqua è bassa e perfetta per il bagno dei più piccoli e il contesto naturale così particolare non potrà che affascinarli. Il nostro bimbo si è divertito a scorrazzare sulle dune e a cercare le conchigliette sulla riva e noi ci siamo goduti la spiaggia non ancora gremita di gente.

In realtà lo charme di Capo Comino non finisce qui. All’estremo sud della spiaggia, sulla punta a cui deve il nome, si trova un poetico faro bianco. Da qui, con pochi passi si può scendere sugli scogli  e, prima di aver figli, questo era uno dei miei posti preferiti per fare il bagno. I massi rossastri levigati dal vento in forme fantasiose costituiscono, a ben vedere,  una cornice unica: il paesaggio è così aspro che sembra impossibile trovarlo nello stesso quadro delle dune sabbiose. Proseguendo  nella strada che costeggia il faro si arriva poi a un’incantevole oasi naturalistica: qui in primavera si rimane inebriati dal profumo della vegetazione ed è un punto bellissimo per apprezzare da vicino la varietà della vegetazione mediterranea in Sardegna.

Insomma, avrete capito che per me a Capo Comino non manca proprio nulla. E in effetti non solo per me  se qui la Wertmuller ci vide (insieme alla spiaggia di Cala Luna, di cui vi ho parlato nell’articolo sulle spiagge di Orosei)  quell’eden ancestrale in cui ambientare il suo capolavoro.  Insieme ai due attori c’è un altro protagonista dal film che emerge sempre per travolgere lo spettatore ed è quella sensualità naturale sprigionata da un luogo mitico, forte a tal punto da poter  azzerare  codici di appartenenza sociale, differenze di censo  e tutte le sovra-strutture sociali. E’ come se ci volesse dire che di fronte alla natura siamo tutti nudi: con le nostre paure, le nostre emozioni e i  nostri desideri più reconditi. 

Come arrivare e quale informazione pratica: Capo Comino si trova poco distante dalla spiaggia di Berchida di cui vi ho già parlato. La si trova in territorio di Siniscola (NU) seguendo la SS 125  fino a imboccare il bivio (ben segnalato) per Capo Comino. Da qui si prosegue per circa un km fino ad arrivare al parcheggio (all’epoca della nostra visita, gratuito). Se non vi siete organizzati per il pranzo, ma vi viene voglia di fermarvi,  Capo Comino è  fornita di bar e anche di un ristorante  (Il Moletto) in cui si mangia anche discretamente. Deve essere bellissimo godersi un aperitivo osservando i cormorani che si tuffano nei pressi dell’isoletta…un piacere che ci siamo ripromessi di concederci alla prossima nostra visita.

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