le rocce scure, il cielo plumbeo di quel giorno, le chiazze di neve, resistenti all’estate che arrivava, sparse fra il verde saturo dell’erba mi hanno fatto pensare subito al Nord, all’Islanda, come un pezzetto di terra glaciale trapiantato nel cuore del Mediterraneo
I laghi del Sillara sono degli incantevoli specchi d’acqua incastonati poco al di sotto della vetta del Sillara, la più alta dell’Appennino Parmense (1860 m), nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Sono una meta perfetta per un’escursione giornaliera dal grande impatto scenografico da fare nella tarda primavera o in estate (si può fare anche in invernale con i ramponi, ma lo scenario è senz’altro diverso). Io ho fatto questa camminata un anno fa, nel mese di giugno, e la considero una degli itinerari più belli che regala la zona.
Il Trekking ai laghi del Sillara
Per questo trekking si parte dalla località Pratospilla (1353 m): nota soprattutto per gli impianti sciistici e per i prati di mirtillo. Il bello di questa escursione è che inanella uno dopo l’altro i laghetti di origine glaciale che punteggiano i dolci pendii di queste montagne. Il primo che si incontra, lasciate le piste sulla sinistra e imboccato il sentiero segnato come 707 , è il lago Ballano. Oltrepassato questo bacino, si sale ripidamente fra le colline seguendo il sentiero 707 fino ad incontrare un crocicchio coi tracciati 709a e 711 e svalicare nella conca che ospita il lago Verde: un luogo senz’altro ameno, una conca verde in cui si specchiano i faggi che lo sovrastano, ma che è soltanto un assaggio della bellezza che vi che riserverà questo percorso.
Poco oltre vi attende una sorpresa: in mezzo ai prati sorge un luogo da favola una casetta in pietra che sembra uscire da una favola dei fratelli Grimm, ben tenuta e accogliente. Si tratta della capanna Cagnin, un bivacco, sempre aperto, con stufa e 4 brande fortemente voluto dagli amici di un ragazzo amante della montagna, purtroppo scomparso, a cui il bivacco è dedicato.
Anche se il posto vi sembrerà troppo bello, vi consiglio di non fermarvi qui perché lo spettacolo migliore vi attende più avanti. Proseguendo sulla traccia 707 comincerete a risalire il crinale, prima passando da un boschetto e, poi, fra lastre di roccia e praterie di mirtilli dal colore rugginoso che creano macchie di colore degne del miglior astrattista.
Dopo ancora un po’ di salita giungerete al piccolo lago Martini. Questo laghetto placido si incunea perfettamente in una valletta sospesa sul dorso della montagna. La volta che l’ho visitato sono rimasta incantata dalla poesia che si alzava da questo luogo: le rocce scure, il cielo plumbeo di quel giorno, le chiazze di neve, resistenti all’estate che arrivava, sparse fra il verde saturo dell’erba mi hanno fatto pensare subito al Nord, all’Islanda, come un pezzetto di terra glaciale trapiantato nel cuore del Mediterraneo.
Da qui l’escursione continua e, per tracce, si raggiungono altri suggestivi laghetti, quelli noti come di Grotta o di Compione poi quelli del Sillara, propriamente detti: anche in questo caso rimarrete strabiliati dalla magnificenza dei colori, per i quali bisogna ringraziare ancora una volta le praterie di mirtillo.
Se non sarete troppo stanchi vi consiglio da qui di salire fino alla vetta del monte Sillara, che come già detto è la più alta di questo tratto appenninico e per questo regala un panorama invidiabile: da una parte un precipizio verso la Lunigiana, coi borghi della valle del Bagnone, dall’altra le Alpi Apuane e l’Appennino settentrionale. Poco più sotto, i laghi omonimi, incorniciati dai fiori sembrano davvero uscire da un sogno.
Arrivati fin qui potrete percorrere un tratto di cresta, sulla Grande Escursione Appenninica (sentiero 00), poi, con il 705, ricongiungervi con il lago Martini.
Durante questo cammino silenzioso ho avuto una bellissima sorpresa: prima ho sentito un fischio, un verso animale che mi ricordava qualcosa… ma non capivo cosa. Poi, con l’aiuto del teleobiettivo, ho individuato l’origine di quel suono: nella valle sottostante, vicino ai laghi di grotta due marmotte erano intente nella loro danza d’amore. Avevo già visto delle marmotte, ma mai così vicino a casa e per di più in amore! Mi sono acquattata come David Attenborough dietro a un cespuglio e le ho spiate per un po’.
Tornati al Martini si continua un po’ per il 705 che presto scende fra le piste da sci per tornare a Pratospilla. Al vostro arrivo sarete probabilmente stanchi, ma felici!
Un consiglio: sembra strano, ma in basso sciamavano nugoli di zanzare. Un buon repellente per insetti vi renderà senz’altro più piacevole la camminata.
Questo itinerario, dettagliato in maniera più tecnica, lo trovate descritto anche sul sito del Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Per farvi vedere quanto può cambiare uno stesso luogo, eccolo in versione invernale…ma ve lo racconto un’altra volta!
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Che meraviglia *-* mi devo segnare questi luoghi 😀
I miei zii vivono in Provincia di Parma al confine con la Liguria e ci sn dei posti molti simili a questi in quelle zone. Li adoro*
Foto spettacolari, mi hanno fatto sognare con gli occhi aperti; sono patita di questi ampi spazi verdi in mezzo al nulla 🙂
Grazie Valentina!!! Sì sì! Più o meno la zona è quella… Alle volte si parte dalla Lunigiana (MS), altre volte si svalica nel Parmense e altre volte dalla Liguria! Dobbiamo scambiarci qualche dritta! 😉 Grazie ancora di essere passata! 🙂
Complimenti! Bellissime foto in un posto stupendo come i laghi del Sillara. Ti invidio un pochettino per la marmotta! :-), non mi è mai capitato di vederla sul nostro appennino. Buon cammino! Ciao Matteo
Grazie Matteo! Il luogo è meraviglioso e anche a me non era mai capitato di vedere una marmotta…chissà! magari la popolazione è aumentata! 😉 Buon cammino anche a te e grazie di esser passato!
Ciao pure io sono come te e appena posso scappo dal caos per rifugiarmi in questi posti stupendi… Ti saluto e chissà magari c si troverà in giro !!!!
Molto probabile! Grazie di esser passata/o(?)! 🙂