Dapprima, la farfalla appare tenue ed evanescente poi, lentamente, i contorni si fanno netti e l’immagine prende corpo fino ad apparire nitida e scintillante come una lamina in oro
Si può vedere solo pochi giorni all’anno, effimero come la figura che rappresenta. Un fenomeno unico che apre la porta a 1000 interrogativi: uno scherzo della natura o un artefatto umano? E se di uomini parliamo, cosa li ha spinti a farlo?
Vi sto parlando dell’evento noto come la Farfalla Dorata del promontorio del Caprione nel territorio di Lerici. Per circa un mese, a partire dalla metà di maggio per arrivare alla seconda metà di luglio, in località monti di San Lorenzo i raggi del sole al tramonto si insinuano in un pertugio geometrico fra le rocce e proiettano una farfalla di luce sul masso antistante. Più ci si avvicina al solstizio d’estate, più il fenomeno è evidente. A vederlo coi propri occhi, vi garantisco, ha un’aura prodigiosa. La luce calda dell’estate regala al bosco una tonalità vivida e vibrante mentre i raggi bassi e taglienti del crepuscolo accarezzano pian piano le pietre e vanno a infilarsi nel varco con la precisione di un proiettore cinematografico.
Dapprima, la farfalla appare tenue ed evanescente poi, lentamente, i contorni si fanno netti e l’immagine prende corpo fino ad apparire nitida e scintillante come una lamina in oro.
Da millenni lo spettacolo si ripete invariato e questa fragile epifania ancora ci interroga con tutto il suo carico di enigma. Il fatto che l’immagine rivelata da questa proto-lanterna magica sia proprio quella di una farfalla, creatura emblematica di trasformazione e rinascita, ha suggerito ipotesi suggestive e misteriche.Le più famose sono quelle del suo scopritore, Enrico Calzolari, appassionato di archeo-astronomia.
Indice
La scoperta della Farfalla Dorata

Come spesso avviene in questi casi, il ritrovamento è avvenuto per caso. Il professore si trovava in zona per i suoi studi, quando, osservando la disposizione delle rocce, ha avuto una – mai termine fu più appropriato – illuminazione. Quella struttura, che agli occhi di un profano sembrerebbe un cumulo di detriti qualunque, a lui apparve subito di natura megalitica. Un tempio cioè eretto per volontà delle antiche popolazioni dei Liguri Apuani (gli stessi delle statue stele) attente al movimento degli astri.
C’è da dire che, al tempo della sua scoperta, il sito era circondato da rovi e il passaggio della luce ostacolato dal crescere del sottobosco. Calzolari, fedele alla sua intuizione, fece ripulire la zona. Sapeva che quest’area del promontorio del Caprione è di natura carsica e pertanto in epoca preistorica doveva presentarsi ricca di risorgive benefiche e si sa che era frequente fra gli antichi il culto delle acque. Appariva quindi il luogo perfetto per rituali di rigenerazione.
La simbologia della farfalla

Calzolari sosteneva che la farfalla dorata rappresentasse in realtà l’apice di un sistema di culto che interessava anche altri siti diffusi in zona con are sacrificali, dolmen e menhir. Una volta quindi liberato il sito, rimase colpito dal rivelarsi dell’iconografia della farfalla. Questo simbolo appare di frequente nelle culture antiche, basti ricordare che il termine psyché nella cultura greca antica indica specularmente l’animo umano e i lepidotteri.
Del resto, ancora oggi, presso alcune popolazioni siberiane la farfalla è un’immagine duale che racchiude in sé sia il concetto di fine che quello di inizio, la morte e la rinascita. Secondo la cultura sciamanica di queste genti, gli uomini, discesi dalla costellazione delle pleiadi, alla morte fanno loro ritorno: la farfalla incarna dunque il cammino dello spirito umano che, liberato dal suo bozzolo di spoglie mortali, ascende finalmente in cielo.
Proprio nel contesto di queste credenze ancestrali si inserirebbero le liturgie della farfalla dorata. In particolare, secondo lo studioso, in questo luogo si svolgevano riti di fertilità legati al solstizio d’estate. Calzolari si spinse oltre chiamando in causa la natura geomorfologica del terreno e la presenza di campi magnetici. Io mi fermo qui. Se volete approfondire però potete leggere di più sul portale dedicato alle sue ricerche.
Ad onor del vero, bisogna anche precisare che sul sito di San Lorenzo non sono stati rinvenuti reperti archeologici che possano suffragare la tesi avvincente del professore. Tutto resta quindi sul piano delle ipotesi e della leggenda.
Ciononostante è difficile non rimanere soggiogati dal forgiarsi della farfalla sulla pietra infuocata. E, forse, il senso di luoghi come questi è ancora quello di riallinearci con la natura, ritrovarne il ritmo, seguirne la lentezza, le albe e i tramonti, le estati e gli inverni, oggi come ieri. Solo così possiamo percepire quella sensazione arcana che ci connette, in un battito d’ali, con i nostri progenitori.
La farfalla dorata quando andare

Come ho accennato sopra, il fenomeno della farfalla dorata è visibile solo all’inizio dell’estate, nei giorni intorno al solstizio del 21 giugno. Il fenomeno appare intorno alle 20.00 e dura una ventina di minuti. Non molti sanno che la stessa farfalla, in occasioni particolari, si formerebbe anche con riflessi lunari, in questo caso è opportuno aspettare notti di luna piena.
Vi consiglio se potete di evitare i fine-settimana visto che la il fenomeno sta acquistando sempre più polarità.
Come arrivare al sito megalitico di San lorenzo
Qui veniamo al tasto veramente dolente. La farfalla dorata si trova in località monti di san Lorenzo, nel Comune di Lerici, nell’area tutelata dal Parco Regionale Naturale di Montemarcello. Da Lerici,dirigetevi verso Romito Magra. In località Guercio, svoltate verso monti di San Lorenzo. La strada per arrivarci è stretta e tortuosa, e bisogna parcheggiare lungo la strada. Poi a piedi si percorre uno sterrato che conduce alle rovine di una chiesa antica (molto suggestiva), da qui in pochi minuti si giunge alla farfalla dorata. Dal momento che sempre più gente è ansiosa di assistere a questo spettacolo, auspico che il Comune di Lerici o il Parco organizzino un servizio di navette di fuoristrada. Difatti è molto spiacevole (e pericoloso) incrociare auto in direzione opposta, ma d’altra parte sarebbe un vero peccato non valorizzare a dovere il luogo!|
