Ieri, approfittando della bella giornata, ci siamo concessi una bella gita nei pressi di Livorno… Era da tanto che la programmavamo, ma fin’adesso non c’era stato concesso il bel tempo. Ieri mattina, finalmente, mi sveglio presto e mi dico: ci siamo!
In quattro e quattrotto siamo pronti: montiamo in macchina, direzione Rosignano Solvay…Imbocchiamo l’autostrada A12 per uscire solo a Rosignano. La nostra prima sosta è Vada: qui ci siamo fermati al punto di informazioni turistiche (molto gentili e disponibili, ci hanno lasciato 2 utilissime carte della Costa degli Etruschi e il loro sito, fatto benissimo, è il punto di partenza per un itinerario nella zona): stiamo cercando le famose Spiagge Bianche. Le troviamo a poca distanza da Vada in direzione Rosignano Solvay. Avanzando verso nord, non si può non notare la sagoma imponente della fabbrica della Solvay con 2 svettanti ciminiere da cui escono copiosi vapori. Chiamatemi pazza ma, da appassionata di archeologia industriale, trovo la struttura suggestiva.
Mi ricordo anche dei miei studi universitari, durante i quali imparai come sia proprio alla ditta belga Solvay e in particolare all’ing. Leon de Harven, che si deve la costruzione del villaggio industriale oggi noto come Rosignano Solvay. L’industriale si curò della costruzione della ferrovia, delle poste, di villette a schiera con orto e giardino (su modello dei più famosi villaggi inglesi) per gli impiegati e gli operai della fabbrica. Passiamo accanto alle casette e noto la cura degli edifici e lo stile architettonico sobrio ma più che dignitoso. Presto troviamo la nostra meta. La macchina si lascia in un ampio parcheggio (a pagamento nella stagione estiva). Da qui, uno sterrato conduce facilmente attraverso campi e macchia mediterranea alle spiagge. Mirto, peonie selvatiche e giunchi ci accompagnano piacevolmente lungo il percorso. Scopriremo di essere all’interno della Riserva Biogenetica dei Tomboli di Cecina. Un nome lunghissimo che sta a significare che ci troviamo all’interno di un sistema di dune (i “Tomboli”) tutelato dallo Stato.
Ecco il mare, ad un primo sguardo, sembra di stare sulla spiaggia di Berchidda in Sardegna . Ma qualcosa non torna. L’acqua è chiara, ma opalina; la sabbia, avorio. Il paesaggio sembra piacevole. La Solvay, a cui si deve il colore bianco della arenile e dell’acqua, rimane in disparte sullo sfondo e, come in un gioco da prestigiatori, ci si dimentica della sua ingombrante presenza.
Presto, però, a ben guardare si nota fra la sabbia qualche granello scuro che fa capire come sarebbe questo luogo senza gli scarichi industriali. Lo scenario è un’ottima location per un film ispirato a Kenshiro:Non entro nel merito della salubrità del luogo per cui vi rimando qui.
Castiglioncello
Lasciata la Solvay e le sue spiagge ci dirigiamo a Castiglioncello: nota località turistica
sorta sul promontorio. Il paesaggio è cambiato notevolmente e mi ricorda la familiare costa ligure di levante. E’ una piacevole tappa, Castiglioncello. L’abitato è ben tenuto con una bella pineta e giardini che fiancheggiano il mare. Castiglioncello è divenuta celebre a partire dagli anni Sessanta perché meta di villeggiatura di grandi attori del cinema italiano come Marcello Mastroianni e Alberto Sordi (a cui è dedicato il lungo mare). La costa è bassa e rocciosa e vi si formano suggestive piscine naturali. Si può fare un simpatico percorso pedonale che si snoda lungo gran parte della scogliera. La cittadina ospitò anche alcune scene del film di Dino Risi “Il sorpasso” con Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant.
Naturalmente, Castiglioncello ricorda orgogliosamente l’importante pagina di pittura che fu scritta qui grazie al museo e agli archivi del Centro per l’Arte Diego Martelli, il mecenate dei pittori macchiaioli che amavano soggiornare in questa località.
Calafuria
Proseguiamo poi sulla Aurelia per Calafuria e qui ci aspetta una delle sorprese più gradite! Viaggiando verso nord, bisogna lasciare l’auto in corrispondenza di un ristorante che si affaccia sul mare, subito dopo il ponte della Statale. Da qui si imbocca un sentiero, che un cartello indica come “antica strada dei Cavallereggi”, che porta sul mare. Purtroppo, sotto il ponte. C’è da dire che in questo punto la costa è stata proprio violentata dalla costruzione della Statale, ma non ci perdiamo d’animo perché è comunque stupenda. Le rocce sembrano stratificazioni di arenaria (ma potrei sbagliarmi, non sono un geologo!) che ha assunto le più curiose forme, creando suggestivi giochi di colori e sfumature ocra che si riflettono nelle piscine naturali. Restiamo un po’ qui ad esplorare la zona e a giocare sulle rocce. In alto troneggia, severa, la Torre medicea di Calafuria.
Ci diciamo soddisfatti. Prima di avviarci verso casa, ci fermiamo un attimo ad Antignano e poi facciamo un salto al Santuario di Montenero con la sua imponente collezione di ex-voto.
Le spiagge bianche sono uno scempio.
Hai perfettamente ragione! E’ un paesaggio straniante da vedere per comprendere gli effetti dell’impatto umano sull’ambiente, ma di certo non ha nulla a che fare con i Caraibi