Tramonto a La Digue. Ph. courtesy Milly Marchioni www.bimbieviaggi.it

Tramonto a La Digue. Ph. courtesy Milly Marchioni www.bimbieviaggi.it

E’ il 1884 quando una nave inglese salpa alla volta dell’Oceano Indiano. A bordo si trova Marianne North: naturalista e pittrice dall’animo indomito, ha già viaggiato in Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica, sostenuta dall’amico Charles Darwin. Marianne ama la natura: attraverso l’occhio attento della pittura la conosce intimamente, esattamente come tre secoli prima faceva il grande genio di Leonardo da Vinci. Questa volta è diretta verso un curioso arcipelago non troppo lontano dalle coste dell’Africa. Un posto esotico, lasciato quasi indisturbato fino al 1600 e per questo diventato un covo di pirati. Lì ci sono tartarughe che sfamano la flotta e tantissimo legno utile per riparare le imbarcazioni. L’hanno scoperto anche i Francesi, che approdano sulle isole a metà del Settecento e quindi i Britannici, che ne dichiareranno poi il possesso alle soglie del ventesimo secolo.
Marianne North

Si favoleggia di un luogo splendido, verde e lussureggiante e per questo Marianne ne è incredibilmente attratta.  Quando sbarca, non può credere a quello che le restituiscono i suoi occhi: un’autentica “Vision of eden“.   Le Seychelles – questo è il nome attribuito a quelle isole, in onore del controllore delle finanze francesi Vicomte Moreau  des Séchelles –  si trovano praticamente sulla linea dell’equatore e questo fa sì che siano uno scrigno di biodiversità unico al mondo: un ambiente primordiale, selvaggio da cui trarre costante ispirazione.

Nelle 115 isole, fra cui alcuni atolli corallini e altre maggiori costituite di granito, vi sono foreste di mangrovie impenetrabili, palme da cocco di vario tipo, montagne scoscese, ricoperte di latifoglie e felci che danno rifugio a miriadi di uccelli e animali rari. Per esempio, diverse specie di tartarughe. E il tutto affogato in un mare dai colori indescrivibili.  Per Marianne quello è davvero il paradiso perduto e così disegna e dipinge a più non posso, battendo quelle terre palmo a palmo e spingendosi nei loro angoli più incontaminati. Il suo è un lavoro meticoloso, accurato: un’opera compilativa precisa tanto importante al punto che  ancora oggi, alcune piante endemiche delle Seychelles portano il suo nome.

Paintings in the Marianne North Gallery at Kew
Sono passati più di due secoli da quell’avventura straordinaria e le Seychelles sono in parte cambiate rispetto ad allora. Ma io sono sicura che nel nostro prossimo viaggio ritroveremo parte di quell’eden. Fra meno di una settimana infatti – adesso posso dirvelo! – partiremo per il meraviglioso arcipelago.

Trascorreremo dieci giorni su queste isole famose il tutto il mondo per la loro bellezza e meta di viaggi di lusso. In linea, però, con quello che è il nostro spirito, non soggiorneremo in resort chic, a cui abbiamo preferito piccole guest-house con cucina che ci possano permettere di gestire il nostro soggiorno con più libertà (per questo ci siamo rivolti a Seychelles Travels). Durante la nostra permanenza ci sposteremo fra le tre isole maggiori (Mahè, Praslin, La Digue) cercando di raccontarvi la stupefacente ricchezza naturalistica di queste terre , oltre  – ovviamente – alle sue fantastiche spiagge e alla gastronomia creola (ho una sorpresa in mente per voi!).

Ma non solo, perché viaggiando con il nostro bimbo, vogliamo anche dimostrare come sia possibile conciliare le esigenze di un bebè con un viaggio di questo tipo, lontano dalle strutture all-inclusive.  Vi svelo subito che le Seychelles sono una destinazione perfetta con i bimbi piccoli perché non sono necessarie vaccinazioni, non c’è rischio malaria (anche se le zanzare non mancano) e perché le isole maggiori si trovano al di fuori della rotta dei cicloni.

Allora, noi siamo (quasi) pronti! Ci seguite? L’hashtag sarà #MyEdenSeychelles!  Perché, sono sicura, un pezzettino dell’eden di Marianne toccherà anche a noi! E poi ci sono davvero tante novità!  Da scoprire insieme…

 

 

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