“Oggi voglio parlarvi degli Stretti di Giaredo: in quanti li hanno sentito nominare? A dire la verità negli ultimi anni qualcosa ha cominciato a muoversi, qualcuno sta fiutando il business e qua e là si trova qualche riga su questo luogo magnifico. Ed ecco perché, prima che sia troppo tardi, voglio condividere con voi quel che è ad oggi il segreto custodito meglio della Lunigiana...come arrivare e cosa aspettarsi negli Stretti di Giaredo”

Stretti di Giaredo- ingressoCon queste parole, molti anni fa, scrivevo questo articolo su questo luogo prezioso della Lunigiana, un tempo quasi sconosciuto agli stessi abitanti. Col passare del tempo, il passaparola, e soprattutto i social, hanno reso famosi i canyon della Lunigiana, tanto che adesso troverete facilmente foto e informazioni on-line, segnaletica stradale rinnovata e molte auto parcheggiate nella stradina che conduce al torrente.  Domenica scorsa siamo tornati anche noi a Giaredo, questa volta accompagnati da amici e con molti bambini al seguito. L’intenzione era quella di regalare loro un’avventura alla Goonies (se siete cresciuti negli anni Ottanta sapete cosa intendo dire). Più sotto vi racconto com’è andata.

Stretti di Giaredo come arrivare

Stretti di Giaredo prima gola

Gli Stretti di Giaredo sono 5 canyon scavati nei millenni dalle acque impetuose del torrente Gordana, un affluente del Magra, che sgorga dal monte Tecchione, scivola nella valle di Zeri, per poi scendere  fino a Pontremoli (MS). Per arrivarci, da Pontremoli si prende la provinciale per il borgo di Zeri e si seguono le indicazioni per “Cavezzana Gordana”. Dopo poco troverete un bivio con cartello ” gole di Giaredo” in cui bisogna andare a destra, quindi  si costeggia un nucleo di case sparse e, in corrispondenza di un tornante a sinistra, si imbocca la sterrata che conduce all’area di sosta.

Qui, solo un piccolo pannello esplicativo vi anticiperà lo spettacolo che vi attende: non ci sono baracchini per biglietti, bar, panchine, toilette… non vi daranno stivali come alle gole di Alcantara in Sicilia, né caschi come all’Orrido di Botri…nulla di nulla.. Tutto è – nel bene e nel male – nelle vostre mani. E naturalmente non c’è biglietto.  Da qualche anno, se volete, potete affidarvi per la visita alle gole ad alcune guide del luogo. Vi segnalo, in particolare, Sigeric  che vi fornirà l’attrezzatura tecnica per percorrere il canyon con tranquillità, specialmente se siete con dei bambini. Scendete fiduciosi nel fiume e, alternando sentieri e guadi, risalitelo fino all’entrata degli Stretti.

L’arcobaleno degli Stretti di Giaredo

Vi dico subito che rimarrete stupefatti dallo scenario che si parrà davanti ai vostri occhi e che non potrete neanche minimamente intuire dall’esterno! Infatti gli argini del torrente si alzano così all’improvviso da ricordare le quinte di un teatro o i cancelli di un mondo misterioso. All’interno l’acqua limpida e fresca scorre placida, incastonata fra le pareti di roccia altissime che quasi si toccano. Qua e là, fra i massi, prosperano alberi il cui verde si riflette nel fiume donandogli incredibili riflessi smeraldo. Dall’alto filtra una luce ambrata che, come il faro di un palcoscenico,  svela particolari  avvolgendo l’ambiente di un’aura surreale. La bellezza della natura qui è prepotente e non ci metterà molto a convincervi a immergervi in acqua ed entrare in questo regno fatato.Stretti di Giaredo terzo canyon

 

Fin dall’inizio dunque dovrete bagnarvi almeno fino al bacino  e dare qualche bracciata (edit: quest’anno l’acqua era molto più alta della prima volta in cui ci sono stata! C’è quindi da considerare la variabilità di questo luogo in balia di piogge e inondazioni. Non bisogna dimenticare che si tratta di un sito naturale, selvaggio e imprevedibile ). Proseguendo si incontrano le altre forre, la terza poi è bellissima: direi che se fossimo in America si potrebbe parlare (quasi) di uno slot canyon. Ma, oltre alla ristrettezza del passaggio, quel che colpisce è la varietà dei colori della roccia.

Stretti di Giaredo dentro al terzo canyon

 

Le pareti levigatissime e arrotondate giorno dopo giorno dal fluire del torrente sono formate di strati di diaspro alternati che ricordano il lavoro di un cake designer: crema al pistacchio, fragola, panna e un po’ di cioccolato. E le strisce si ripetono in una sequenza tanto perfetta da fare invidia a una cattedrale romanica.

 

A questo punto potrete proseguire ancora fino ad arrivare all’ultimo canyon dove, volendo, potrete fare il bagno in una piscinetta di acqua dolce, ma i migliori sono sicuramente i primi. Tutto il percorso impegna per non più di 2 ore andata e ritorno.

Una buona idea è quella di armarsi di un canottino in cui mettere tutto il necessaire per una bella gita: macchina fotografica in primis! Superfluo dire che la stagione migliore per visitare questo luogo sia l’estate e che, trattandosi di un torrente, siano possibili inondazioni.

Insomma, questi canyon, nulla togliendo al fratello maggiore garfagnino, sono quanto di meglio si possa sperare di ottenere da un’escursione torrentizia e garantiscono un’esperienza straordinaria a grandi e piccini. Le tonalità sfavillanti delle rocce, screziate dai riflessi dell’acqua e dalla luce filtrante, sono un mix irripetibile che quasi ricorda la gamma delle sfumature dell’arcobaleno. Anzi, fossimo in Usa, questo si chiamerebbe certamente il canyon dell’arcobaleno. Anzi da oggi lo chiamerò proprio così: rainbow canyon.

Il consiglio da mamma

Come vi dicevo, questa volta a differenza della precedente, eravamo accompagnati da bambini dai 2 a 10 anni. L’intenzione, non era quella di percorrere il canyon in tutta la sua estensione, ma almeno di fargliene vedere una parte. Con i bambini, certamente si incontrano alcune difficoltà. Per cominciare, il fiume può essere insidioso specialmente perché gli scogli sono scivolosi. Sono fondamentali quindi calzature anti-scivolo, come le scarpette da scoglio.

torrente Gordana

In secondo luogo, l’acqua è molto fredda perciò delle piccole mute o magliette tecniche da surfisti possono aiutare. I più piccini sono rimasti fuori dal canyon, i più grandi sono entrati trasportati su un materassino gonfiabile. La migliore opzione per me rimane un canottino, come vi dicevo anche sopra. Comunque i bambini sono arrivati fino alle seconda gola e il divertimento non è certo mancato: camminare sugli scogli, scorgere rane e pesciolini, attraversare il fiume e farsi trasportare come piccoli esploratori su una zattera in un ambiente naturale come questo non è cosa da tutti i giorni!

rana del torrente gordana

Il mio consiglio finale, tuttavia, se non nutrite qualche timore o se non siete abituati a queste avventure, rivolgetevi alle guide di cui vi ho parlato sopra per vivere un’esperienza irripetibile senza paura e in tutta sicurezza.

Che cosa imparato da questa esperienza?

Anche se si pensa di conoscere un luogo, se si parla di natura, tutto può cambiare in un attimo. L’acqua era molto più alta della volta precedente, frane e alluvioni hanno lasciato inoltre il segno del loro passaggio. Tutto questo ci ricorda quanto questi ambienti siano fragili e per questo vadano tutelati ed approcciati con rispetto. 

 


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