Il primo volo del mio bebè

Il primo volo del mio bebè

Com’è andata col bimbo in aereo? Questa è una delle domande che mi sono sentita fare più spesso al ritorno del nostro bel viaggio in Svezia. Evidentemente, c’è molta curiosità e anche qualche timore da parte dei genitori rispetto all’idea di un bebè in volo. D’altra parte non nego che io stessa nutrissi qualche paura ( e paranoia, ammettiamolo!) a portare il mio piccolo su un aeroplano: e se piange tutto il tempo? Se si sente male? Queste domande frullavano nella mia testa prima della partenza, ma fortunamente la mia parte razionale mi portava a pensare che molti bambini viaggiano in aereo, che non ci sono chiare controindicazioni a un viaggio di questo tipo e che se il mio piccolo affronta anche cinque ore in auto, non si capisce perché dovrebbe essere un dramma qualche ora di aereo.

Devo anche dire che parte della mia ansia non derivavano dal bimbo in sé ma dall’eventuale reazione degli altri al suo comportamento. Questo perché ultimamente mi è capitato di leggere cose davvero poco carine nei confronti delle famiglie ed in particolare, dei più piccoli, in aereo fino ad arrivare all’assurda – lasciatemi togliere qualche sassolino nella scarpa – idea che debbano esistere sezioni apposite per non disturbare gli altri (ma chi, poi?) viaggiatori solitari.

Tutte queste considerazioni mi rendevano un po’ agitata, d’altra parte una delle belle cose del viaggiare con un neonato è quella che si affrontano molte esperienze conosciute come se fosse la prima volta! Cambia completamente la prospettiva, e insieme agli occhioni sgranati dei nostri cuccioli, conosciamo un nuovo mondo.

Superate queste ansie, per il nostro primo volo abbiamo quindi optato per una breve tratta (tre ore circa) della Ryanair per raggiungere da Pisa una città famosa per l’alta qualità dei servizi e l’attenzione all’universo baby: Stoccolma. Una sorta di “banco di prova” per vedere “come va”.

In aereoporto: siamo arrivati in aereoporto in passeggino, ma mi ero equipaggiata con una fascia portabebé per muovermi più agevolmente (mio figlio aveva nove mesi).  Per l’andata abbiamo deciso di caricare subito il passeggino in stiva (si ha diritto gratuitamente a questo servizio), ma si può anche decidere di arrivare con esso fin sotto le scale dell’aereo per poi consegnarlo al personale di bordo che si occuperà del suo imbarco (come abbiamo fatto al ritorno). In quest’ultimo caso il passeggino viene riconsegnato pronto per l’uso non appena si scende dal veivolo, noi invece l’abbiamo recuperato al ritiro-bagagli insieme alle nostre valigie. Per evitare contrattempi dell’ultimo minuto, siamo arrivati in aeroporto un po’ in anticipo rispetto al solito. Con me avevo, oltre al mio bagaglio a mano, la mia ormai inseparabile borsa per il cambio del bambino. La compagnia dà infatti diritto al trasporto di 5 kg in più per gli accessori del bebè. L’attesa è stata un po’ lunga e l’abbiamo ingannata passeggiando avanti e indietro con il piccolino (ci vuole un po’ di pazienza!).  Al momento del check-in e dell’imbarco il personale è stato gentilissimo con noi: anzi, la presenza del bambino strappa sorrisi a tutti e si entra subito in rapporto amichevole con chiunque. Per esempio, al nostro ritorno, all’aeroporto di Stoccolma io portavo con me della pappa lattea. Molto gentilmente, ai controlli di sicurezza l’ufficiale mi ha chiesto cosa fosse e, mentre giocava col bimbo, l’ha controllata per poi aiutarmi a rimettere ordine nella borsa.

In aereo: ecco la fase più temuta del viaggio. Ero stata messa in guardia sul fatto che al decollo e all’atterraggio il fastidio all’orecchie potesse far piangere il bimbo: fortunatamente non è successo! Nel caso, avevo letto che bisogna far ciucciare il bambino: biberon, ciuccio, latte materno, acqua qualsiasi cosa che con la deglutizione ripristini la normale pressione interna corporea. Giunti sul veivolo, mi hanno fornito la cintura supplementare per il piccolo. In pratica si allaccia alla propria un’altra cintura per il bimbo che viaggia in braccio a noi. Questo è stato il momento più critico per noi, perché la piccola peste si  è innervosita sentendosi costretta e si è messa a piangere. Per tranquilizzare il bimbo però mi è bastato allattarlo  fino al momento in cui ho potuto slacciare le cinture di sicurezza. A questo punto speravo che dormisse… cosa che non è successa: è stato bravissimo, ma sempre sveglio (all’andata) ed è stato impegnativo per me e per mio marito tenerlo occupato per tutto il tempo. Per questo motivo, consiglio di giocare d’astuzia e portare via qualche giochino leggero e non ingombrante e usare la fantasia.

In particolare, queste sono le cose che ci hanno salvato: qualche pallina di plastica e sonagli portati da casa, una bottiglietta d’acqua vuota e una cannuccia,  farlo giocare col vassoietto del sedile e soprattutto una selezione di canzoncine e video caricati sul telefonino. Lui, in particolare, ama quelli di Coccole Sonore. Diversamente al ritorno, il nostro cucciolo ha dormito tutto il tempo.

Qui, devo aprire una parentesi sugli orari. Penso che sia utile cercare di sincronizzare gli orari di volo e della nanna, per non scombussolare troppo i piccoli e per far sì che possano riposare durante il tragitto. Nel nostro caso, all’andata il volo era pomeridiano, forse per questo il nostro cucciolo, eccitato dalla novità, non ha chiuso occhio. Viceversa al ritorno abbiamo volato in tarda serata e lui si  è addormentato poco dopo il decollo. Il rovescio della medaglia è stato che, una volta svegliato all’arrivo, non sia più riuscito a prendere sonno fino alle prime luci dell’alba! Ma questo penso sia solo il nostro caso.

In definitiva, questa è solo la nostra esperienza, a conti fatti, positiva. Non penso che esista una ricetta universale, ma che ogni genitore conosca il proprio figlio e capisca cosa sia meglio per lui. Il mio consiglio è uno solo: volate e viaggiate, tappatevi le orecchie se sentite qualche commento idiota e infischiatevene se vi guardano come marziani se i bimbi piangono (sono bambini, non bambolotti!). Infine,  ricordate che il sorriso del vostro bambino apre le porte del mondo: non chiudetele!

 

 

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