Ghost stories di ieri e di oggi: Casper e Azzurrina

In un maniero abbandonato risiede con i suoi terribili zii un dolce fantasmino. Casper è il suo nome e come tutti i fantasmi è un’anima tormentata per la sua morte precoce e ingiusta.  La storia di Casper venne raccontata dapprima in una serie animata e quindi in un famosissimo film, uscito nelle sale nel 1995, capace di emozionare il pubblico di tutto il mondo. D’altronde in quella storia ci sono tutti gli ingredienti giusti: la tenerezza di Casper, poco più che bambino, la sua morte improvvisa e lo smarrimento che lo accomunano a tutti quegli spiriti che non vogliono accettare la propria fine.

Le peripezie di Casper intessono una storia bellissima, piena di romanticismo e pathos che finisce con incatenare gli spettatori alle loro sedie. Del resto le storie spettrali esercitano un fascino antico sulle nostre menti: passano di bocca in bocca, di generazione in generazione e i cambiamenti dell’era contemporanea non hanno intaccato la loro arcana suggestione.

E se vi dicessi che esiste un’altra storia con gli stessi ingredienti, la leggenda di un fantasma bambino che non si dà pace e che per questo torna spesso a fare visita ai luoghi in cui visse?

Azzurrina: storia, leggenda o fantasia?

bambina albina. photo by Vadim Rufov

Si chiamava Guendalina, o Adelina, secondo alcuni, ma tutti la conoscono come Azzurrina. Guendalina, o Adelina – perdonatemi se entro in modalità “Carlo Lucarelli “ – nacque nel 1370, figlia di Uguccione Malatesta, feudatario del castello di Montebello di Torriana, fra le nebbie e i silenzi della Romagna. Forse Guendalina o Adelina – nacque albina. I genitori al fine di proteggerla le tingevano i capelli di nero con delle erbe naturali che le donavano delle sfumature bluastre tanto che prese ad essere chiamata Azzurrina. Guendalina – o Adelina – non veniva mai lasciata sola ed era scortata continuamente da due guardie, Ruggero e Domenico: il suo aspetto etereo poteva essere letto come segno del demonio e il popolo non avrebbe esitato a ucciderla. Tuttavia nessuna precauzione riuscì a scongiurare la triste fine della bambina. Un giorno Guendalina – o Adelina – durante un forte temporale scese nel nevaio del castello inseguendo la sua palla: un urlo e poi più nulla. Era il 21 giugno del 1375, Azzurrina non tornò mai più dalla ghiacciaia, che pure non aveva altre uscite, gli armigeri la cercarono dappertutto, persino nei boschi circostanti, ma Guendalina- o Adelina – non fu mai ritrovata: letteralmente, sparì nell’oscurità.  Forse qualcuno l’attendeva nascosto nel buio per ucciderla, o forse la bambina ha avuto un incidente e Ruggero e Domenico hanno inscenato la sua scomparsa per non rispondere della loro grave mancanza (ma si dice che le guardie furono uccise perché la bambina era sotto la loro responsabilità). Nessuno può saperlo perché tutto ciò che ruota attorno al mistero di Azzurrina ci arriva dalla tradizione orale.

Ma c’è qualcosa che non torna in questa versione, raccontata fra l’altro dalle guide autorizzate nel castello. Al tempo di Azzurrina le donne non avevano alcun valore tanto che negli alberi genealogici delle famiglie – se ne osservano due nel castello – neanche compaiono. Non si spiega dunque per quale motivo il signore di Montebello avrebbe posto tanta cura nel difendere una bambina, per quanto fosse sua figlia. E allora facciamo un passo indietro. Forse Guendalina – o Adelina – non era albina ma bionda. Di un biondo molto chiaro tipicamente nordico: un biondo che avrebbe dimostrato inequivocabilmente l’adulterio della madre, che secondo alcuni poteva essere Costanza Malatesta, nota per la sua bellezza e per la “leggerezza” dei suoi costumi (state pensando anche voi a Games of Thrones?). E proprio di lei si sa che ebbe una relazione con un lanciere di origine tedesca. Forse Guendalina – o Adelina – con i suoi capelli biondi marcava di infamia il signore del castello e per questo le si tingeva la chioma: per mettere a tacere i bisbigli attorno all’infedeltà di Costanza. Oltretutto se Guendalina – o Adelina – fosse stata albina i suoi capelli privi di melanina si sarebbero irrimediabilmente bruciati al contatto con la tinta.  Forse Uguccione volle chiudere la faccenda una volta per tutte: per cancellare quell’onta assoldò un sicario e la fece uccidere, e non a caso quel giorno si trovava lontano da Montebello, quasi a volersi costruire un alibi. Forse, furono proprio Ruggero e Domenico gli esecutori del suo ordine, a loro volta giustiziati per far sì che non raccontassero a nessuno l’orribile misfatto. Forse. O forse no, sono tutte illazioni, speculazioni, nessuno può dircelo e la verità potrebbe raccontarcela solo Azzurrina. Tutto quello che sappiamo è che ogni lustro la sera del 21 giugno si odono strani rumori nel castello: passi, il battito di un cuore, rintocchi, voci. E forse è Azzurrina che reclama giustizia.

Montebello: il monte della guerra

Adesso lasciamo Lucarelli e torniamo all’oggi. Il castello, monumento nazionale, si trova a Montebello di Torriana, in provincia di Rimini ed è di proprietà dei conti Guidi di Bagno: è a loro che si deve il restauro del fortilizio e la sua apertura al pubblico negli anni novanta.  Per quanto mi riguarda, ho visitato il castello con la mia famiglia durante il ponte di Halloween. Cominciamo col dire che la rocca e il borgo di Montebello sono molto suggestivi e meritano una visita a prescindere che siate appassionati o meno di storie del mistero. All’interno si può ammirare del mobilio originale di epoca rinascimentale e medievale e conoscere molti particolari della vita di quel tempo. Da notare che il castello ebbe da sempre funzioni militari e difatti il suo nome non è altro che la contrazione del latino mons bellum “il monte della guerra”.  Alla leggenda di Azzurrina viene riservato del tempo al termine della visita storica, quando ci si trova al cospetto dei gradini che si suppone conducessero nel nevaio. Dagli anni novanta, ogni cinque anni qui vengono effettuate delle registrazioni e tutti i suoni captati vengono fatti ascoltare ai visitatori di modo che ognuno possa farsi la sua opinione in merito: il pianto di una bambina? Passi? Un battito cardiaco? Campane? Oppure solo il vento e la pioggia che si insinuano fra le grate e le mura dell’edificio? Ognuno può pensarla come crede. Quello che c’è di certo è che sempre più visitatori accorrono per ascoltare la leggenda di Azzurrina. E per fortuna abbiamo ancora bisogno di storie, che ci portino indietro nel tempo, che ci incantino e che ci facciano addirittura paura. Abbiamo bisogno di storie per parlare ai bambini del valore della diversità e insegnargli il senso della giustizia. Abbiamo bisogno di storie che incrinino il muro delle certezze e insinuino il dubbio nella razionalità. Abbiamo ancora bisogno di Azzurrina.

La visita al castello di Azzurrina


La visita al castello può essere effettuata sia di giorno che di notte. Con i bambini viene fortemente consigliata quella diurna. Io posso dirvi di avere visitato il castello di giorno con i miei bambini ( 4 anni e 9 mesi): quando si sono sentiti i rumori registrati il bambino più grande ha avuto un po’ di paura, ma senza sentire il bisogno di scappare o piangere. La storia ha colpito molto la sua fantasia al punto che a distanza di una settimana nomina spesso Azzurrina e mi ha detto di averla vista nello specchio. Noi gli abbiamo spiegato che Azzurrina è un fantasma buono (come Casper) e forse per questo non ha avuto postumi notturni. In definitiva, sta a voi giudicare in base alla sensibilità dei vostri figli se possono divertirsi o al contrario rimanere turbati. Se però i piccoli inaspettatamente avessero paura, la guida ci ha detto che possono salire al piano superiore oppure essere accompagnati all’uscita.

Per noi si è trattato di una bella esperienza perfetta per halloween. A chi invece non è child busy consiglio la visita notturna durante la quale si affronta soprattutto l’aspetto paranormale della rocca e si trattano gli aspetti più truci ed oscuri del medioevo.

Le visite sono sempre guidate sia che ci siano 2 oppure 50 persone. All’interno non si possono fare foto. Per maggiori info vi invito a visitare il sito ufficiale Castello di Montebello.

Il castello di Azzurrina: dove dormire

Per la nostra visita al castello di Azzurrina abbiamo fatto base a Bellaria Igea Marina e in particolare al Blu Suite hotel. Eravamo già stati in questa struttura e siamo stati felicissimi di ritornarci: la cura e l’attenzione alle famiglie al Blu Suite hotel è di altissimi livelli, forse la migliore che abbiamo incontrato finora. Qui ci si sente come a casa e difatti sono moltissimi i clienti affezionati che non perdono occasione per ritornarci (qui potete leggere la nostra recensione all’hotel)! Per halloween l’hotel era agghindato a tema: mostri, fantasmi e zucche trasformavano il suo look accogliente in piccolo parco fantasmatico. Per tutto il weekend si è tenuta una grande festa in cui, mentre i bambini si divertivano con gli animatori, i genitori si rilassavano nel centro benessere. Anche a tavola i più piccoli potevano ritrovare l’atmosfera della serata del brivido, con dolci e piatti ispirati dall’occasione. La posizione dell’hotel è poi comoda per visitare i parchi di divertimento delle Riviera e altre attrazioni di cui vi parlerò nei prossimi articoli ( se invece ci avete preso gusto e volete scoprire un’altra leggenda locale, vi consiglio di leggere il mio articolo su San Leo e il conte Cagliostro). 

Ringrazio quindi lo staff del Blu Suite hotel e i family hotels di Bellaria Igea Marina per la splendida ospitalità.


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Post in collaborazione con family hotels Bellaria Igea Marina

 

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