Riprendiamo la guida alle spiagge di Seychelles iniziata nel precedente articolo per sbarcare a Praslin. Seconda isola per dimensione di tutto l’arcipelago (lunga 12 km e larga circa 5 km), Praslin è famosa per essere la patria naturale del Coco de Mer e per il suo ritmo di vita lento e rilassato. Nelle sue vicinanze si trova una costellazione di isolotti perfetti per escursioni di uno o più giorni: Aride, santuario marino ornitologico, Curieuse, riserva delle tartarughe giganti di Aldabra, Ile St Pierre, l’archetipo dello scoglio del naufrago dove tuffarsi per lo snorkeling e, naturalmente, La Digue. Per questa sua felice posizione geografica, Praslin è una delle destinazioni più quotate per un soggiorno alle Seychelles. Ma non bisogna dimenticare che qui si trovano alcune delle spiagge più famose dell’arcipelago, da visitare tenendo sempre a mente i consigli su venti e maree che vi ho lasciato nella prima parte della guida. Fra questi lidi, sicuramente si trova il litorale della Cote d’Or dove potrete anche alloggiare.
Anse Volbert: questa splendido ampio nastro di sabbia chiara, lungo circa 2 km, si trova sulla Cote d’Or, sul versante settentrionale dell’isola e, come accennato sopra, è servito da una manciata di strutture per alloggiare, ristorantini, negozi di souvenir. L’atmosfera che si respira qui è una boccata di pace e benessere perché mai sentirete l’oppressione tipica dei luoghi turistici. Tanto da essere un autentico invito al relax, alla passeggiata lenta sulla spiaggia accarezzata dai raggi del sole al tramonto, mentre i bambini corrono sulla battigia e i pescatori tirano in secca le barche ricolme di un bottino gustoso. Quando sopraggiunge la notte, infine, va in scena uno spettacolo magico. Migliaia di grandi granchi albini escono dalle loro tane sulla sabbia per dare il via alla loro affascinante coreografia:tutto tace e la natura regna sovrana.
Che cosa c’è da sapere: ad Anse Volbert la sabbia è fine come talco. Letteralmente. Ciò significa che con un po’ di onde, o il nostro stesso nuotare, l’acqua assume un aspetto lattiginoso. Questo non vuol dire che il mare non sia pulito, ma è bene tenerlo a mente se ci piacciono solo le trasparenze o siamo in cerca di un luogo per lo snorkeling. A controbilanciare questa caratteristica ci pensa il quadro meraviglioso che custodisce l’arenile, incorniciato dalle isole poco distanti e colorato dai fondali bassi e morbidi, perfetti per giocare, spruzzarsi l’acqua vicendevolmente o, semplicemente, stare a mollo. Adesso, concedetemi una piccola digressione che ritengo possa esservi utile. Un aspetto che mi preoccupava fin dalla programmazione del viaggio era la presenza in questa zona dei famigerati sandflies. Prima di partire avevo letto di tutto di più, al limite della leggenda urbana. Chi li vedeva piccoli, chi grandi come tafani, chi diceva fossero invisibili. E poi i rimedi: da quello della nonna a quelli più farmacologi. Ma ce n’era uno che ricorreva in tutti gli articoli e in cui vi imbatterete sicuramente anche voi: l’Olio Johnson spalmato a litri sulla pelle (che poi, perché proprio quello di questa marca?)! Io ho un approccio scientifico alle cose perciò, riassumendo, ho capito che con il termine sandflies vengono spesso designati insetti molto diversi fra di loro: l’unica caratteristica che hanno in comune è il fatto di nutrirsi del nostro sangue, come le simpatiche zanzare. Possibile che solo il più chiacchierato dei prodotti per la pelle sia in grado di fermare questi ospiti indesiderati? No, non lo è. La risposta più esaustiva l’ho trovata qui. Trattandosi del parere di un entomologo, mi sono fidata e così, seguendo tali indicazioni, quando ci siamo accorti della presenza di qualche sandfly ad Anse Volbert, non abbiamo fatto altro che usare i repellenti classici per gli insetti. Ed ha funzionato. Anche per il nostro bambino, che non ha riportato neanche una puntura.
Anse Lazio: abbracciata dalle palme da cocco, punteggiata di scenografici massi di granito rosa, la vedrete comparire nelle classifiche delle più belle spiagge del mondo. La bella Anse Lazio, nascosta in un’insenatura sulla costa occidentale dell’isola, è, non a caso, una dei motivi per venire a Praslin. Naturalmente essendo così famosa è anche molto frequentata, ma niente paura, perché la sua straordinarietà sta anche nel fatto di custodire calette appartate, intervallate fra loro da gruppi di scogli e collegate da un pittoresco sentierino: per trovarle, vi basterà camminare verso sud fino a trovare l’imbocco del viottolo. Questo scenario così particolare che, vi dico la verità, a tratti può ricordare la Sardegna, fa sì che Anse Lazio sia una delle mete predilette per romantici Sì sulla spiaggia. E vi confesso che un po’ di invidia i novelli sposini me l’hanno fatta.
Cosa c’è da sapere: ad Anse Lazio si trovano alcuni bar ristoranti in cui pranzare (dal personale non sempre simpatico!) e c’è pure una tettoia di paglia sotto cui riparsi in caso di improvvisi acquazzoni. Il mare, qui, è spesso mosso con grandi cavalloni in cui è difficile fare il bagno, specie per i più piccoli, anche se l’arenile è spazioso e non risente in maniera troppo evidente delle maree. Quando ci siamo stati noi, in effetti, non ci è stato possibile immergerci e ci è dispiaciuto perché si dice sia un buono spot per lo snorkeling. D’altra parte vi ricordo che nel 2011 proprio qui ci furono due attacchi letali da parte degli squali all’uomo quindi io non mi allontanerei troppo al largo!
Anse la Blague: al lato opposto di Praslin rispetto ad Anse Lazio si trovano altre spiagge meno conosciute ma comunque interessanti. Fra queste, Anse La Blague. Anse La Blague è una spiaggia di sabbia chiara che muta decisamente aspetto a seconda della marea. Con quella bassa si può fare un bagno tranquillo anche con i più piccoli, sempre facendo attenzione ai coralli morti vicino alla riva che in questo punto sono numerosi (indossate quindi le scarpette da scoglio). Con l’alta marea, invece, le correnti sono forti e pericolose ed è sconsigliato immergersi.
Cosa c’è da sapere: il vero motivo per venire ad Anse la Blague, secondo me, non risiede nella spiaggia, ma nel contesto in cui si trova. In questo tratto di litorale abbiamo visto alcune abitazioni in stile creolo degli abitanti ed edifici semi-abbandonati immersi nella vegetazione davvero affascinanti. Ricordatevi, infine, di lasciare la spiaggia prima del tramonto perché nella baia si alzano nugoli interi di pappataci e zanzare (forse le uniche che ho visto in tutto il soggiorno alle Seychelles).
Baia San Jose: questa spiaggia non la troverete su Praslin, ma su una delle sue isole satellite: Curieuse. Abbinata allo snorkeling a Ile Saint Pierre, l’escursione a Curieuse è forse la più gettonata fra quelle proposte dai vari alberghi sull’isola. Questo perché a Curieuse si trovano le testuggini di Aldabra ( di cui vi parlerò in un prossimo articolo) e perché l’isola fa parte di una riserva marina. Secondo me, la visita merita anche solo per questa baia che è una delle più belle di Seychelles. Il mare è di mille sfumature di turchese, con un fondale che presto si abbassa permettendo piacevoli nuotate e un po’ di snorkeling. La spiaggia è amplissima e lunghissima, coronata da alberi ombrosi e cinta da dolci colline.
Cosa c’è da sapere: a Curieuse si arriva spesso con escursioni di una o mezza giornata. Nel primo caso, per pranzo si partecipa a un barbecue creolo allestito in un’area apposita alle spalle del litorale: se ancora non avete provato la cucina locale, questo può essere il momento giusto. In alternativa alle escursioni organizzate potete chiedere un taxi boat in partenza da Anse Volbert. Su Curieuse può accadere che a seconda delle correnti, si riversino un po’ di alghe: nel nostro caso, niente di particolarmente “schifido” ma magari informatevi prima di fare l’escursione!
Chiudo questa piccola rassegna con un consiglio: Praslin, per le sue dimensioni ridotte, si gira molto bene in auto anche solo in una giornata o due. Preferisco questo mezzo agli autobus, che comunque portano in tutte le destinazioni più famose, per la libertà che assicura. Difatti, anche al di fuori delle classiche spiagge, è bello fermarsi e fare un tuffo. Lasciatevi quindi ispirare dal vostro intuito e mi raccomando, tornate a raccontarmelo!
Vi aspetto per il prossimo articolo su La Digue!
inquietanti quei “granchioni” 😀
AHAHAH! Assolutamente innocui! 😉 Il bimbo s dvertiva a rincorrerli..:)