E finalmente, dopo esserci soffermati su Mahé e Praslin, eccoci a La Digue. Non sapete quanta nostalgia mi abbia preso a scrivere questi articoli perché secondo me queste isole rientrano nei luoghi da vedere almeno una volta nella vita. In particolare, La Digue risponde in tutto per tutto all’immagine dell’eden: spiagge bianche, grandi sassi di granito nero che sembrano messi lì proprio dove serve, pigri palmeti, il volo scenografico dei Fetonte Coda Bianca ed un mare favoloso fanno di questo luogo la testimonianza vivente della bellezza della natura.
Non riesco proprio ad immaginare l’emozione che deve aver provato Marion Dufrense quando, nel 1768, scoprì l’isola. Certo da allora molte cose sono cambiate. Nella quarta isola dell’arcipelago non ci sono più i coccodrilli, sterminati dai coloni. E per poco la stessa sorte non toccò anche alle testuggini di Aldabra, oggi giustamente protette. Anche la foresta venne abbattuta per far posto alle piantagioni di vaniglia e cocco. Ma qualcosa di quello stupore primitivo lo si può ancora provare semplicemente facendosi contagiare dal ritmo lento dell’isola dove le biciclette la fanno da padrone e si può camminare per ore fra terra e battigia senza stancarsi della sua procace sensualità.
Ma si diceva le spiagge: la maggior parte di esse le troverete spostandovi, sulla costa ovest, a sud e a nord del villaggio de La Passe. Quest’ultimo sarà molto probabilmente il vostro punto di partenza dato che qui si attracca con i battelli in arrivo da Praslin e, sempre qui, si trovano le strutture per soggiornare sull’isola.
Nell’ordine, cominciando da nord, si incontrano:
Anse Patates: la si raggiunge a piedi o i bici seguendo la bella strada panoramica che si stacca dal villaggio de La Passe in direzione nord. Superata Anse Severe, si arriva alla punta settentrionale dell’isola dove si trova quest’incantevole spiaggetta. Anse Patates è infatti una piccola spiaggia, poco frequentata nonostante si trovi vicino al Patatran hotel Village. Il paesaggio, incorniciato dai caratteristici massi granitici delle Seychelles, è delizioso e si presta per scatti da ingrandire e appendere in casa. La sabbia è fine e chiara e si trovano molti angolini ombreggiati dalle palme.
Cosa c’è da sapere: questa spiaggia non è protetta dalla barriera corallina, di conseguenza può essere soggetta a correnti molto forti ( specie durante il monsone di nord-ovest) ed è fortemente condizionata dalle maree ( in un battibaleno potreste ritrovarvi il telo bagnato!). Il rovescio delle medaglia è che si presta per lo snorkeling, ricordando di portare attenzione alle correnti. Per lo stesso motivo, ancor di più dovranno essere sorvegliati i bambini che vogliano fare il bagno. Il mio consiglio è di venir qui la mattina presto se volete stare in spiaggia e al pomeriggio se volete nuotare. Ricordatevi le scarpette da scoglio per la presenza di coralli rotti.Anse Sévere: è la prima spiaggia che si incontra lasciando La Passe verso nord (basta seguire l’unica strada in questa direzione!). Benché ce ne siano di sicuramente più spettacolari a La Digue, è quella che ho trovato più confortevole. E’ quella dove andare quando non si ha voglia di camminare troppo e il posto giusto per rilassarsi mentre i bambini si divertono a giocare sulla riva. Fra l’altro il panorama qui è bellissimo e non c’è nulla di meglio che godersi il tramonto che pian piano colora l’orizzonte, ampio e disteso fino a Praslin. Per queste sue caratteristiche non stupisce che quest’insenatura sia molto frequentata, ma il litorale è tanto lungo da concedere spazio a tutti. Alle sue spalle, poi, i locali allestiscono piccoli banchetti con frutta fresca e latte di cocco, mentre, qua e là, si aggirano le spettacolari tartarughe di aldabra. Insomma, secondo me, Anse Sévere è la spiaggia più family friendly della Digue.
Cosa c’è da sapere: Anse Sévere è riparata dalla barriera corallina. Se non avete voglia di partecipare a una delle escursioni verso gli isolotti che attorniano La Digue, questo è lo spot migliore per lo snorkeling! Per dedicarsi a quest’attività ci sono due punti privilegiati: un gruppo di scogli al largo, quasi al centro della baia, e le rocce a nord di essa. Il momento migliore naturalmente coincide con l’alta marea durante la quale si può raggiungere facilmente il reef. Mi raccomando le scarpette da scoglio anche per i bambini!
Anse Source d’Argent: ma se c’è una spiaggia che più di ogni altra incarna il sogno delle Seychelles quella è Anse Source d’Argent. Già arrivarci è uno spettacolo. Si lascia La Passe percorrendone la parte più vera – con tanto di scuola e e chiesa – verso sud e si raggiunge la vecchia piantagione di cocco per la produzione della copra (Union Estate). Qui si pagherà l’ingresso (100 rupie a testa) che ci concederà un autentico viaggio nel tempo: un essicatoio per il cocco, un bue stanco che gira la mola per estrarne l’olio, filari di vaniglia e slanciati palmeti ne saranno gli ingredienti irripetibili. Finito lo sterrato, si arriverà a un sentiero che costeggia le insenature che disegnano il profilo frastagliato di questo spettacolare tratto di costa. Guadagnata la vista sulla spiaggia vi mancheranno le parole per esprimere lo stupore, ed ancora io stento a trovarle. Difficile pensare che possa esistere qualcosa di meglio. Qui, la natura ha un volto solare e amichevole che non si vorrebbe lasciare mai. La sabbia candida come latte fa da sfondo alle rocce imponenti, plasmate dall’acqua e dal vento; il mare è una tavolozza di sfumature cangianti di blu e azzurro, picchiettata dal verde degli scogli affioranti e delle alghe sotto la superficie. Mentre lo sguardo vaga lontano, accarezzando i profili lontani di Mahé e Praslin, incontra la cresta spumosa delle onde che si infrangono sulla barriera e intanto la mente sogna la vita là sotto. E per finire le palme, senza le quali il quadro ci sembrerebbe incompleto, che si flettono morbide sulla spiaggia. No davvero, non manca proprio nulla qui innamorarsi delle Seychelles.Cosa c’è da sapere: ahimè nulla è perfetto al mondo. Quest’arenile è infatti caratterizzato dalle maree. Perciò se volete vedere lo spettacolo che vi ho appena descritto, dovete arrivare in spiaggia la mattina presto, con la bassa marea. Quando infatti le acque si alzano si intorbidiscono e, purtroppo, lo scenario non è più lo stesso. Venendo qui di primo mattino invece, potrete camminare nei bassi fondali e raggiungere le belle calette che si susseguono, una più bella dell’altra :Anse Pierrot, Anse aux Cedres, Bonnet Carré.
A quell’ora sarete in pochi e potrete godere di questo paradiso praticamente indisturbati. Appena la marea si alzerà, quindi, per completare una bellissima giornata potrete nuotare con maschera e boccaglio. Muniti di scarpette da scoglio, anche i bambini si divertiranno qui perché comunque l’acqua non si alza mai troppo. Per finire, ricordate che, essendo la zona molto turistica, troverete piccoli chioschi che servono frutta e latte di cocco.
Adesso, concluso il giro della costa occidentale, lascio la parola alla mia compagna di viaggio Francesca per quanto riguarda l’altro versante dell’ isola:
Grand Anse: era il mio ultimo giorno a La Digue e la vacanza alle Seychelles era davvero agli sgoccioli. Con un misto di tristezza e voglia di fare ho scelto di andare nell’ultima spiaggia che ci era rimasta da esplorare: Grand Anse, sulla costa sud Orientale. Sulla mia guida c’era scritto che la spiaggia era frequentata da un ristretto numero di persone a causa della fatica necessaria per raggiungerla. In realtà la voglia di godermi fino in fondo quella magnifica natura mi ha dato la grinta necessaria. Avevamo noleggiato le biciclette e devo dire che si è rivelata un’ottima soluzione per percorrere i 4 km che la separavano da La Passe (dove eravamo) e tenere buoni i bimbi di 1 e 4 anni che sul seggiolino si sono non solo divertiti ma hanno anche un po’ sonnecchiato. Giocare col fattore tempo è stato determinante. Visto che i bimbi si svegliano all’alba, ne abbiamo approfittato per partire prestissimo e quando siamo arrivati a Grand Anse non c’era davvero nessuno: lo spettacolo di quella lunga ansa di sabbia bianchissima e finissima ti riconciliava davvero col mondo. Lasciate le biciclette nei pressi della spiaggia, l’abbiamo percorsa fino ad arrivare all’estremità opposta dove ci sono dei grandi massi che formano una grotta. Abbiamo approfittato dell’unica zona d’ombra per posizionare le nostre cose e poi ci siamo goduti il senso di onnipotenza di aver conquistato per primi una spiaggia così. In realtà la sensazione è durata poco perché presto è iniziato il via vai di biciclette e persone che comunque si sono dovute rassegnare alla zona d’ombra già occupata.
Cosa c’è da sapere: a dirla tutta il mare non è da bagno (acqua profonda e forti correnti), le onde sono grandi e il vento abbastanza forte. Ma giocare ad aspettare il cavallone e scappare è divertimento puro per i piccoli, e di conseguenza anche per noi. Alle spalle della spiaggia si trova un ristorante
Petite Anse: da Grand Anse, munita di fascia, ho caricato mia figlia in spalle e incitato mio figlio quattrenne a percorrere il sentierino che conduce a Petite Anse, accessibile solo a piedi e solo salendo e scendendo scalini naturali di rocce e radici. Lì, ad attenderci, tante piccole capannine di canne e foglie di banano. Se volevi sostare sotto “l’ombrellone” dovevi prendere qualcosa al “bar”: anch’esso un capanno improvvisato di canne e foglie. Geniale idea di due ragazzi locali che al costo di 50/70 rupie ti danno latte di cocco da bere direttamente nella sua noce e possibilità di usufruire della piccola ombra (assolutamente necessaria) da loro costruita. Il ricordo più bello? Sdraiarmi a pancia all’aria e a quattro di spade sulla spiaggia bollente pensando che gran parte del resto del mondo a quell’ora era in ufficio!
Cosa c’è da sapere: anche a Petite Anse è fortemente sconsigliato fare il bagno per le correnti molto forti e l’assenza della protezione della barriera corallina. Piu piccola e appartata della Grand Anse, si presta per i giochi sulla spiaggia e per un picnic.
Con questa deliziosa caletta da scoprire termina la mia guida alle spiagge delle Seychelles: un paradiso tropicale da vivere con tutta la famiglia. Spero di avervi convinta e, se cercate altri consigli su questo arcipelago da sogno, non esitate a scrivermi!
Articolo scritto in collaborazione con Francesca Celi.
La Digue tra le tre isole è stata la mia preferita, girata in lungo e in largo in una settimana solo a piedi e in bicicletta: uno spettacolo!
La Digue è veramente un sogno… pensavo che le Seychelles fossero rovinate dal turismo e invece le ho trovate ancora intatte… e la Digue forse ancor più delle altre isole