In questo articolo continuiamo il viaggio alla scoperta delle spiagge del meraviglioso Golfo d’Orosei. Lasciamo quindi il Dorgalese per entrare nella selvaggia Ogliastra: qui si trovano le calette più famose, quelle che, di solito, lasciano tutti stupefatti con un’espressione così cretina in faccia che si penserebbe che abbiano preso troppo sole. E invece no: è solo l’effetto che la semplice vista di questi paesaggi marini puri e potenti ha su tutti. Riprendendo quindi il cammino verso sud, incontriamo:
Cala Sisine: un ampio arenile di sassi levigati dal mare e piccole sfere di marmo, alcune grotte per offrir riparo dalla calura estiva e una cornice di montagne alte e ripide che si tuffano a picco in un mare dalle ormai familiari sfumature turchesi: questi i tratti somatici della bella spiaggia di Sisine, una delle meno battute di questo tratto di costa. Anche Cala Sisine si è formata per azione di un fiumiciattolo e quindi, come Cala Luna, presenta la sua bella codula: risalendola si entra nel paesaggio tipico della gola con alti torrioni rocciosi macchiati dal verde del bosco di lecci e carrubi. Purtroppo, Cala Sisine sta perdendo un po’ del suo lato wild: sulla spiaggia si trovano un bar e, inoltrandosi nella codula, un ristorante. Mi auguro che i locali impediscano la costruzione di una strada che sarebbe davvero un oltraggio in un paesaggio tanto bello e delicato.
Come arrivare: via mare, come sempre, con i battelli da Santa Maria Navarrese o Cala Gonone o noleggiando un gommone. Un’alternativa è giungerci a piedi, ma devo confessare che fra tutti i trekking fatti in zona questo è quello che mi è piaciuto meno. Nella codula è stata ricavata un ampia sterrata, percorribile tranquillamente in fuoristrada. Gli appassionati escursionisti, credo, storcerebbero il naso come me, nonostante, alcune formazioni rocciose e il paesaggio nella codula siano deliziosi. Per trovare l’attacco del percorso, bisogna raggiungere il paese di Baunei. Da qui, continuare sulla via principale verso Tortolì per svoltare a sinistra in corrispondenza della chiesa di San Nicola. A questo punto la strada si fa ripida e stretta, ma è molto interessante percorrerla perché ad un certo punto spiana ed è lì che si capisce di essere giunti sull’altopiano del Golgo, territorio pieno di tesori da scoprire e con un panorama splendido. Si prosegue ancora fino a giungere a una chiesetta di campagna (San Pietro), luogo da cui si dipartono molti sentieri per le cale: quello per Cala Sisine è ben segnalato e, come detto sopra, si può percorrere in auto finché ci se la sente. Diversamente si può andare a Cala Sisine a piedi partendo da Cala Luna. Questa traccia è molto bella e , fra le altre cose, permette di vedere il fotogenico arco di roccia Lupiru.
Cala Biriola: questa cala è una goccia di smeraldo incastonata nel Golfo di Orosei. Più piccola di Cala Sisine, questa spiaggia apre la serie di quelle che non sono state create dal lento lavorio di un torrente e dunque non hanno alle loro spalle la tipica codula. Tutto ciò non significa che non sia immersa in un paesaggio da favola: la spiaggia è fatta di piccoli sassolini cremosi; l’acqua, poco profonda e turchese, si accende di riflessi verdi grazie al grande bosco che la sovrasta. Un ponte di roccia sospeso sul mare, grandi scogli sopra e sotto il pelo dell’acqua completano il quadro.
Come arrivare: la prima scelta è sempre via mare, e in molti vi diranno che questo è l’unico modo per giungere alla caletta. In realtà vi confesso che giungere a piedi in questo luogo da batticuore è stata una delle mie più grandi soddisfazioni, ma lo consiglio solo ad escursionisti esperti o con l’ausilio di una guida. Tutti i dettagli li trovate nel post Cala Biriola, Golfo d’Orosei, un’escursione per molti, ma non per tutti!
Spiaggia dei gabbiani e Cala Mariolu: le metto insieme perché la Spiaggia dei Gabbiani è una parte di Cala Mariolu. E’ difficile descrivere questo luogo a chi non c’è mai stato. Di solito la reazione di chi guarda le foto è “ hai usato photoshop?“, “un filtro di instagram?” e la risposta è sempre no. Il mare di Cala Mariolu sembra una piscina. Avete presente quell’azzurro intenso ed accecante tipico delle piscine? Cala Mariolu è di un colore che sembra spremuto direttamente dal tubetto, ma dentro questa tinta così vivida e cangiante nuotano una miriade di pesci che, per giunta, si riescono a fotografare benissimo da sopra la superficie dell’acqua! Cala Mariolu è di una bellezza irreale ed invece è vera, limpida, incontaminata: la quintessenza del Mediterraneo. Il suo segreto è il fondale costituito da granelli e sassolini bianchissimi e difatti in Sardo la spiaggia si chiama “Ispuligi de niè“: pulci di neve. Anche Cala Mariolu è priva di codula ed è circondata da spettacolari falesie e boschi. Una curiosità: “Mariolu”, non è termine sardo ed indica la foca monaca che così veniva chiamata dai pescatori derubati del pesce dal mammifero marino. Ah! Quasi mi dimenticavo di dirvi che Cala Mariolu è stata eletta nel 2016 spiaggia più bella d’Italia dalla community di Tripadvisor. Adesso non avete più scuse: dovete andarci!
Come arrivare: anche in questo caso in molti pensano che il paradiso Mariolu sia raggiungibile solo in barca ed anche in questo caso non è vero! Tuttavia il trekking per Cala Mariolu è lungo ed impegnativo e, pertanto, consigliabile solo ad escursionisti esperti e in bassa stagione (meglio se attrezzati per la notte). Il percorso lo trovate su trekking in Sardegna.
Cala Goloritzè: cala Goloritzè è l’ultima spiaggia verso sud del Golfo di Orosei. Ed è un po’ come quel bis che non ti aspetti dopo un concerto spettacolare. Dopo Cala Mariolu infatti nessuno si aspetterebbe che possa esserci una baia altrettanto scenografica. Al contrario, Goloritzé è magnifica e, vi dico la verità, io non so decidermi su quale sia la più bella fra le due. Goloritzé saluta già da lontano i suoi ospiti con l‘alto pinnacolo di pietra che le conferisce un’aria tanto maestosa. Il mare è limpidissimo e dello stesso colore di Mariolu, l’acqua un po’ freddina e rigenerante. Oltre alla bellissima torre, su cui si avvicendano uno dopo l’altro gli appassionati di free climbing, la cala si allunga nel mare con un elegante arco di roccia. Imperdibile.Come arrivare: A Cala Goloritzé si può arrivare via mare, ma gommoni e barche devono sostare al di fuori dell’area circondata dalle boe perché questo eden è, fortunatamente, protetto. L’alternativa è come sempre arrivarvi a piedi e come fare ve l’ho spiegato dettagliatamente nell’articolo Supramonte e Golfo d’Orosei. 3 escursioni per un week-end.
Con Cala Goloritzé termina la collana di spiagge sublimi che, da nord a sud, si incontrano nel Golfo d’Orosei. Grazie a questo e il precedente articolo sulle spiagge Di Orosei e Dorgali questo pezzetto di Sardegna incontaminata non ha più segreti anche per voi! Mi raccomando: andateci e fatemi sapere le vostre impressioni!
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Ad Agosto dopo due anni andrò a trovare i miei nonni in Sardegna e avevo proprio intenzione di andare a rivisitare anche queste zone 🙂 altri luoghi che mi piacerebbe davvero rivedere sono lo stupendo Nuraghe di Barumini e magari anche Alghero, sono stata tante volte in Sardegna ma questa volta l’intenzione è insomma quella di osservarla e apprezzarla con uno spirito diverso.
Sì, la Sardegna si merita più di un viaggio approfondito! Certo, forse agosto e il caldo mettono a dura prova la voglia di esplorare, per questo consiglio sempre di andare in Sardegna in periodi più inusuali come maggio o addirittura l’inverno! Alghero è stupenda comunque! Buon viaggio!