Alle porte della Valle d’Itria nell’entroterra pugliese e a pochi chilometri da Polignano a Mare si trovano le spettacolari Grotte di Castellana: un complesso carsico che permette un viaggio senza eguali sotto l’epidermide del nostro pianeta.
Avevo già visitato questo mondo sotterraneo da bambina con i miei genitori: di quei momenti ricordavo lo stupore che mi abbracciò al cospetto dell’ultima grotta, i teli da mare arrotolati frettolosamente sulla testa da alcune ragazze spaventate dai pipistrelli e il mio desiderio di vedere quei simpatici animaletti volanti da vicino. Ricordavo un’esperienza straordinaria e, per questo, non vedevo l’ora di condividerla con mio marito e mio figlio.
Le Grotte di Castellana sono un labirinto di caverne e corridoi di origine carsica che si sviluppa per una lunghezza di 3348 metri arrivando a toccare una profondità di 122 metri. Il complesso fu scoperto, nel 1938, dallo speleologo Franco Anelli che si calò nella grotta dal grande abisso noto da tempo come”La Grave”.

Nella Grave, prima grande sala delle Grotte di Castellana, si tengono spettacoli: qui preparazione di Hell in the caves
Indice
Grotte di Castellana: la storia
Da tempo immemorabile tutti nelle campagne dei dintorni erano a conoscenza dell’esistenza di una voragine in quel punto: da lì provenivano i pipistrelli e lì cercavano pace le anime tormentate dei suicidi. Era dunque un luogo temuto, attorno al quale si assiepavano storie e leggende. Finalmente, negli anni trenta del Novecento si sentì il bisogno di scoprire che cosa si celasse davvero nell’antro e di comprenderne le potenzialità anche dal punto di visita turistico. Dalla prima discesa di Anelli le esplorazioni proseguirono senza sosta e fu soltanto un anno dopo che, Vito Matarrese compagno delle prime discese di Anelli, giunse alla sala più stupefacente dell’intero sistema: la Grotta Bianca.
Possiamo solo immaginare il tuffo al cuore dello speleologo alla vista della grotta, quando, le forme, prime indistinte alla fioca luce della fiamma traballante sulla testa, presero corpo rivelando splendide concrezioni di alabastro. Insieme ad esse nasceva in lui anche la consapevolezza di trovarsi davanti a un grandioso spettacolo del pianeta: uno di quei fenomeni da far conoscere all’umanità intera, la dimostrazione della potenza della natura di cui non siamo che una piccolissima parte.
La visita
Un pezzettino di quella gioia immensa possiamo tuttavia afferrarlo oggi grazie agli itinerari di visita turistici delle grotte. Ne esistono due: il primo di circa 1 km, impegna per 50 minuti; il secondo, della lunghezza di 3 km si percorre in 3 ore. Noi, equipaggiati con zaino porta-bimbo, naturalmente abbiamo scelto quest’ultimo.
Come gli esploratori di una volta si accede alla grotta dalla Grave, oggi resa percorribile da una scalinata. Questo è l’unico punto in cui è permesso fare foto e perciò ci si ferma qualche minuto in più per dare libero sfogo alla scatto-mania. Qui si incontra anche la guida che accompagna nel tragitto: nel nostro caso, un omone simpatico e saggio che, vista la ristrettezza numerica del nostro gruppo, si è soffermato di più su spiegazioni e dettagli. Nelle Grave si incomincia a intuire la maestosità del complesso: lo spazio è enorme, la volta altissima e al centro si erge un ammasso di stalagmiti (i Ciclopi) così scenografico da sembrar quasi messo lì apposta. Ma questo è soltanto l’inizio: presto si passa nella Caverna nera, così particolare per la presenza di un fungo che ha coperto le pareti di uno strato scuro, quindi ci si sofferma nella Caverna dei Monumenti e via via si scende attraversando altri otto ambienti: Il Corridoio dell’angelo; La Caverna del Precipizio e quella dell’Altare; il Corridoio del Deserto, il Duomo di Milano; la caverna della Torre di Pisa; il Corridoio Rosso, la Caverna della Cupola e, per finire, la Grotta Bianca.
Come si può arguire dai nomi degli ambienti, con un po’di fantasia si possono scorgere nelle rocce alcune figure, ma noi eravamo piuttosto incuriositi dagli aspetti scientifici della grotta: qui si può assistere a fenomeni particolarissimi, non solo le classiche stalattiti e stalagmiti, ma anche forme bizzarre che ricordano rose del deserto, cristalli brillanti, fossili che attestano la presenza dell’acqua in questo luogo milioni di anni fa e particolarissime stalagmiti “eccentriche” sulla cui formazione gli studiosi si interrogano ancora oggi. A un certo punto la guida ci ha fatto notare delle stalattiti “vive”. Illuminandole con la torcia, sono emerse dal buio un esercito di goccioline pronte a depositare il loro carico di calcare “saranno ancora qui, quando noi ci saremo estinti da secoli” ci ha detto il nostro accompagnatore, sottolineando la transitorietà della vita umana e invitandoci quindi a prenderci un po’ meno sul serio e a rispettare l’universo che va avanti indifferente al nostro passaggio. Durante il percorso tante volte siamo stati costretti a chinare il capo per passare in stretti cunicoli per poi sbucare in spazi immensi tutti accomunati da magnifiche concrezioni sedimentarie. Ogni volte l’emozione ci ha sorpreso come se fosse stata la prima. Ma nulla, tuttavia, può superare l’euforia che pervade tutti davanti alla bellezza dela grotta bianca.
La Grotta Bianca
Quest’ultima sala, che chiude il giro di visita, è la caverna ideale delle favole: dalla volta pendono ghiaccioli color burro di pregiato alabastro che si incrociano, e quasi si fondono, con le stalagmiti sul fondo; alcune sembrano grossi ceri gocciolanti, altre curiose madrepore, altre ancora lame affilate. Non mancano enormi colonne che sembrano drappeggiate, e poi piccoli funghi, fiori di vetro, forme che sembrano provenire da pianeti lontani e che, invece, sono la più antica testimonianza della terra.
Difficilmente troverete uno spettacolo simile altrove ed infatti la Grotta Bianca è stata nominata “la più splendente al mondo”. E’ proprio vero che bisogna guardare sotto la superfice delle cose: la terra, sotto la pelle, cela tesori inaspettati. Vi consiglio caldamente di inserire una visita a queste grotte nel vostro itinerario in Puglia. Può essere anche una bellissima idea in caso di pioggia!
Informazioni pratiche per visitare le grotte di Castellana
Le Grotte di Castellana si trovano in località Castellana Grotte, a meno di un’ora da Bari. L’ingresso costa 15 € a persona per l’itinerario completo e 10 € per quello breve. All’interno non ci sono wc, è consigliato quindi recarsi al bagno prima della visita ( nota negativa: i wc si trovano fuori dal complesso, ma bisogna pagare 50 centesimi per accedervi, visto il costo del biglietto, mi sembra un po’ esoso!). Non sono ammessi animali, non si può entrare con carrozzine e la visita è sconsigliata ai cardiopatici. Alla famiglie con bambini piccoli consiglio un marsupio o una fascia porta bebé (noi avevamo lo zaino e, in alcuni passaggi, un po’ di difficoltà l’abbiamo trovata). Attenzione! Il suolo è scivoloso in alcuni punti (abbiamo visto una bambina cadere, per fortuna si è solo sbucciata un ginocchio…), vi consiglio scarpe da trekking o comunque un modello dotato di un buona suola antiscivolo .All’interno la temperatura è costante sui 16 ° (leggete:non fa freddissimo). Può essere utile una torcia!
Vi ricordo anche che spesso alla grotta sono organizzati eventi e spettacoli: per tutte le informazioni aggiornate, come sempre, vi consiglio di dare un’occhiata al sito ufficiale delle Grotte di Castellana. Buon divertimento!
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