
Casa Jorn ha un panorama strepitoso. Arroccata su una collina, abbraccia con un sol sguardo tutta la costa di cui non si percepisce il clamore, ma solo il blu accecante del mare inondato dal sole. Di certo questo azzurro brillante deve aver fatto la sua parte nello spingere l’artista danese Asger Jorn a trasferirsi ad Albissola marina ( leggete qui il mio weekend nelle Albissole con Buongiorno Ceramica). E mi chiedo quanto di questi colori e di questi profumi agrumati, tipicamente liguri, sia penetrato a fondo della sua arte metamorfica e fagocitante.

Asger Jorn si trasferì nella sua nuova casa, insieme alla sua compagna di vita Matie e ai loro bambini, nel 1954. Furono Enrico Baj e Sergio D’Angelo a convincere l’artista a quel cambiamento radicale “vieni”, gli dissero. “C’è il sole, il mare, clima mite e la materia giusta per le tue opere”. Non ci volle molto, a Jorn, per vedere che quella casa era in effetti perfetta per lui in quel momento che non solo era in crisi economica, ma aveva anche problemi di salute. La proprietà, di nobili origini, immersa nel verde e con una grande vasca d’acqua, all’epoca verteva in completo stato di abbandono e credo che anche quest’aspetto abbia solleticato la sua mente creativa.

Per i primi tempi, tuttavia, Jorn e la sua famiglia vissero ad Albissola come dei veri randagi: un giorno, in un alloggio improvvisato, un giorno, ospiti di qualche amico illuminato – fra cui, non a caso, Lucio Fontana. Poi, pian piano, Jorn cominciò ad avere sempre più successo e, grazie alle vendite delle sue opere, poté acquistare pezzo per pezzo l’edificio. E a questo punto successe qualcosa di prodigioso. Nacque una di quelle liason fortunate e rare nel mondo dell’arte che non possono che scaturire in opere extra-ordinarie. Jorn fa amicizia con un operaio di Albissola, Alberto Gambetta: quel “Berto” che lo affiancherà nella ristrutturazione dell’edificio. Jorn e il suo genio anarchico; Berto e il suo “saper fare”, trasformarono così insieme quel luogo trascurato in una casa cosmopolita, vivace ed accogliente. Tanto che qui si accese un focolare di creativa libera e fluida le cui braci scaldano ancora chi si trovi a passare da Albissola.

Passeggiando per Casa Jorn si sente ancora adesso quel calore, quel fremito che correva in tutta la casa. E fin dall’ingresso nell’abitazione, si notano quei dettagli che trasudano della poetica dell’artista. C’è una panca, ravvivata dalle macchie dei pigmenti che scivolavano giù dalle tele, ci sono grandi quadri, dai colori urlanti ed enigmatici, che vivificano le stanze; ci sono i disegni dei bambini, c’è il vecchio violino sgangherato e la chitarra con i quali Jorn stuzzicava le orecchie dei suoi ospiti, mettendo in discussione ogni regola del pentagramma.

E questa sua voglia di scardinare lo status quo, di spingerci a una riflessione profonda non soltanto sui nostri sistemi sociali, sulle nostre convenzioni ma, al fine, anche sul nostro esserci nel mondo, è il filo rosso che soggiace ad ogni sua operazione. Nella casa percepiamo la sua presenza come quella di un demiurgo animato da una vis feconda capace di trasformare quel luogo a sua immagine e somiglianza. Jorn nutriva una concezione quasi panteistica del mondo secondo la quale l’uomo non dovrebbe porsi in contrasto con la natura, ma anzi ritrovare la sua giusta collocazione all’interno di essa. L’arte, i colori non sarebbero altro che l’emanazione del nostro “io” più profondo, non ancora domato e imbrigliato dalle strutture del vivere comune. E’ per questo che bisognerebbe lasciarli fluire liberamente ritrovando in tal maniera l’armonia perduta con la terra e gli altri essere viventi.

Senz’altro il Danese portò con sé ad Albissola gli spiriti della foresta che oggi emergono dal bel giardino come guardiani. Sono volti, appena abbozzati nella pietra, che l’artista volle agli angoli dell’abitazione, sia all’interno che all’esterno. Per questa sua concezione dell’arte e della vita, Jorn trovo nella ceramica, caratterizzata dalla duttilità, la tecnica espressiva a lui più congeniale (leggete qui per conoscere il lavoro di Jorn nelle Albissole). Non bisogna cadere nell’errore però di pensare che la piegasse a suo volere, piuttosto lasciò che la natura magmatica del materiale suggerisse di per sé forme e concetti (creature?) che lui si limitava a lasciar affiorare, per sollecitare continuamente i sensi dell’osservatore. Bandita ogni ricerca di una bellezza apollinea, la materia liberata è in grado finalmente di parlare una lingua “altra”, più pura e più veritiera.

Accanto alla cucina di Casa Jorn si trova una belle veranda. La luce entra in questo spazio in maniera prepotente. E questo sole mediterraneo, forte e benevolo, unito al frusciare degli alberi e all’orizzonte marino, deve avergli fatto percepire ancora di più le forze sotterranee degli elementi, mettendolo a parte di una segreta alchimia.

Quella stessa alchimia che si ritrova in quel riutilizzo spontaneo, ma sempre consapevole, di vari oggetti inglobati nella costruzione: scarti edili si mescolano a conchiglie, cocci ceramici, marmi, anfore antiche, piatti e sculture non soltanto del padrone di casa, ma anche degli artisti suoi amici che trascorrevano spesso il loro tempo in questa dimora.
Jorn predisponeva il lavoro e Berto lo aiutava a realizzarlo così come lui voleva. Tuttavia, il rapporto fra i due non fu mai gerarchico: lo spirito libertario di Jorn non lo avrebbe permesso. Dov’è dunque la Liguria in tutto questo? E’ proprio lì: fra quei materiali e quell’amicizia. All’esterno dell’abitazione si trova un singolare forno: la cappa sembra essere rivestita con una tecnica vicina al mosaico acciottolato, tipicamente ligure, del risseu. Sul fronte, si trova una creatura bizzarra, quasi un folletto dei boschi, perfettamente compatibile con la poetica dell’artista, ma volgendo lo sguardo al lato della costruzione, la sorpresa è trovare uno sopra l’altro i nomi degli autori: “Jorn” e “Berto”, insieme.
Quella scritta mi ricorda un gioco fra bambini. Ma qui gli artefici riconoscono la loro affinità elettiva senza la quale, probabilmente, non avremmo questo stupefacente spazio in cui l’arte si fa totale. La pittura si fa scultura e di nuovo, si incontra con la ceramica. Ogni cesura fra le forme espressive è cancellata, il linguaggio è una permutazione continua fino ad elevarsi in una nuova architettura istintiva e schietta, rispettosa dell’ambiente in cui è sorta e degli esseri viventi che lo popolano.

L’essere umano è una parte della natura, e per questo i suoi modi di espressione devono essere un tutt’uno con la natura, materia che esprime se stessa”*
Sono uscita da Casa Jorn frastornata. Colpita da quel mondo, animato da un’energia ancestrale. Alcuni pannelli mostrano com’era la vita quando la casa era abitata. Si percepisce la serenità che vi si respirava, si vedono bambini, cani, gatti, pranzi all’aperto e sonate in giardino. Forse, penso Asger Jorn era lui stesso uno spirito della foresta: una qualche deità, scesa dal sua Valhalla per riappacificarci con la natura. O forse Asger Jorn è stato semplicemente una delle menti più brillanti del Novecento. Una di quelle ancora in grado di riconoscere nell’arte quel linguaggio immanente, capace di disegnare un nuovo mondo. Ed è per questo che a Casa Jorn ci si sente bene: di nuovo in equilibrio sul fluire della vita. Ed è per questo che dobbiamo esser grati a quell’eccentrico visionario venuto dal nord.
Casa Jorn dopo Jorn
Nel suo lascito Asger Jorn si premurò che Berto e sua moglie potessero vivere nella casa fino alla loro morte nonostante l’abitazione fosse donata al Comune di Albissola Marina per farci un museo.
Dopo un restauro, partito negli anni 2000, finalmente Casa Jorn è accessibile al pubblico. Ed è l’associazione Amici di Casa Jorn che si occupa della manutenzione, delle visite, delle mostre e degli eventi che si tengono in questo luogo speciale. Tante sono infatti le iniziative che vengono ideate per tenere vivo lo spirito di Jorn. L’ultima sarà la creazione di vino, prodotto con i vitigni della casa, la cui vendita sosterrà Casa Jorn e i suoi progetti.

Visitare Casa Jorn
Casa Jorn si trova in via d’Annunzio 6, in località Bruciati, ad Albissola Marina (SV). La visita a Casa Jorn è gratuita, con offerta libera. I gruppi con propria guida pagheranno 3 € a persona. Le visite guidate costano invece 10 € a persona, durante i normali orari di apertura; 15 € durante aperture straordinarie. Per prenotare potete scrivere a amicidicasajorn@gmail.com.
Non ve lo perdete per nessun motivo al mondo!
Per maggiori informazioni: Amici di casa Jorn e Muda
*Asger Jorn
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Post in collaborazione con Buongiorno Ceramica