Giorni Rubati, nuovo logo“Mi hanno portato una conchiglia. Dentro canta un mare di carta. Il mio cuore si riempie d’acqua con pesciolini d’ombra e d’argento. Mi hanno portato una conchiglia”

Federico Garçia Lorca

Ho esagerato un po’ col titolo, naturalmente, ma quello che voglio comunicare con questo post é…Giorni Rubati si è rifatto il look! Il merito va tutto a Giulia Ferreri prima di tutto artista, poi illustratrice, grafica e web-designer -oltreché una cara amica- che ha saputo ascoltarmi pazientemente e tramutare le mie idee, forse un po’ confuse, esattamente nel design che cercavo. Se siete alla ricerca di un ottimo grafico, vi consiglio caldamente di dare un’occhiata al suo sito e soprattutto di contattarla e di spiegarle senza timore le vostre esigenze. Non ve ne pentirete.

Ma adesso passiamo alla simbologia vera e propria del blog. Se osservate la testata il cambiamento più evidente è rappresentato dalla comparsa della conchiglia di Saint Jacques come logo a tutti gli effetti del blog. E no, non sono impazzita: non voglio vendere benzina! Casomai Giorni Rubati ha in comune con la nota multinazionale il riferimento all’altro significato di quella meravigliosa conchiglia: il Cammino di Santiago. Non fraintendetemi Giorni Rubati non è un sito che parla di pellegrinaggi, ma io credo che quel simbolo incarni oggi le motivazioni più profonde e vere che spingono a viaggiare.

Molti anni fa ancor prima dell’invenzione del Grand Tour, prima dell’epoca delle grandi esplorazioni migliaia di persone si mettevano in moto per raggiungere il luogo di fede. Ricchi e poveri uscivano dalle ristrette mura del villaggio, si allontanavano dal conosciuto, dalla protezione benevola delle maestà poste all’ingresso del borgo, si addentravano in boschi sempre più folti, affrontavano cammini impervi, banditi, climi a cui non erano abituati, conoscevano lingue, usi e costumi diversi dai propri, si mettevano in discussione e crescevano. Tutto per raggiungere quella meta agognata dove scoprire che, in realtà, era il cammino stesso la vera salvezza. Al termine del viaggio trovavano ad attenderli l’Oceano e le spiagge della Galizia dove a quell’epoca prosperavano le cappesante che, d’altra parte, pare usasse lo stesso San Giacomo per versare l’acqua benedetta. Così la conchiglia appuntata sui vestiti ormai malconci o legata al bastone diventava la prova: io sono stato lì, ce l’ho fatta! E adesso sono un uomo migliore.  E così fanno oggi i nostri piccoli souvenir presi chissà dove e che ci affollano la casa, ma di cui solo noi comprendiamo il vero valore.

Conchiglia di Saint Jacques sulla battigia

Conchiglia di Saint Jacques sulla battigia

Mi piace dunque pensare che i viaggiatori di oggi siano figli dei pellegrini di ieri… e che quella conchiglia leghi indissolubilmente i desideri e le passioni di tutti coloro che si mettono in marcia, oggi come ieri, spinti da indecifrabili motivazioni interiori.

E adesso mi piacerebbe sentire il vostro parere! Che ne dite? Vi piace? Io sono soddisfattissima!

Vi aspetto nei commenti!

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