L’arcipelago di Bazaruto: cinque isole selvagge al largo della costa del villaggio di Vilankulo, nel Mozambico meridionale, immerse nelle acque turchesi dell’Oceano Indiano

Oggi voglio parlarvi di un luogo del Mozambico che mi ha regalato un’esperienza di viaggio fra le più belle di quelle che ho vissuto fino ad adesso. In nessun altra occasione mi sono sentita così serena, così quieta al punto che che mi basta chiudere gli occhi e ripensarci un attimo per rilassami e rivivere quella magia.

L’arcipelago di Bazaruto

Sto parlando dell’arcipelago di Bazaruto: cinque isole selvagge al largo della costa del villaggio di Vilankulo, nel Mozambico meridionale, immerse nelle acque turchesi dell’Oceano Indiano.  Un paradiso sottoposto a tutela  dal 1971,  grazie alla costituzione del  Parco Nazionale omonimo. Le  regine dell’arcipelago sono Ilha de Bazaruto, Benguerra e Magaruque. Queste isole si sono mantenute intatte anche durante i difficili anni della guerra e oggi rappresentano un’incredibile oasi faunistica (si possono vedere 3 tipi di tartaruga, delfini e dugonghi…tanto per rimanere ai più noti) che fa da casa a 3500 mozambicani. Questo paradiso tropicale nasconde inoltre una storia affascinante, visto che per lungo tempo la sua fama derivò dalla pesca delle perle e dall’ambra grigia. In epoca coloniale, poi, le isole divennero sede di colonie penali per prigionieri provenienti da tutta la regione.

Oggi Bazaruto costituisce una meta d’elité e per soggiornare in questi luoghi magnifici bisogna essere disposti a sborsare parecchi soldi: basti pensare che nei lodge sorti sulle baie dell’arcipelago si paga una media di 500 $ per notte. Questo fatto certamente contribuisce a mantenere le isole dell’arcipelago incontaminate e poco frequentate, senza orde di turisti schiamazzanti e la bachata di sottofondo ad ogni attività,  ma rende la destinazione una chimera per molti viaggiatori zaino in spalla. Tuttavia, non è del tutto off-limits e la chiave del paradiso esiste anche in versione Low-cost.

La crociera nell’arcipelago di Bazaruto

In alternativa ai lussuosissimi resort dell’arcipelago si può decidere di soggiornare nel villaggio di Vilanculos e prendere parte a una qualsiasi delle tante crociere organizzate dalla gente del posto alla scoperta delle isole.  Noi per la nostra crociera abbiamo scelto la Sail Away: compagnia turistica che organizza safari marini anche di 2 o 3 giorni fra le isole. L’agenzia è gestita da uno zimbabwiano, Richard, per il quale lavorano capaci pescatori locali. Nel prezzo dell’escursione sono compresi l’ingresso al Parco, l’attrezzatura snorkeling, le scarpette da scogliera, la tenda, il sacco a pelo e naturalmente tutto ciò che concerne il cibo e il “beveraggio”.

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La mattina della partenza, ci troviamo presto davanti l’agenzia e poi, con la macchina, raggiungiamo il nostro scalcinato e coloratissimo dhow: è magnifico. Il dhow è un’imbarcazione di origine araba, caratterizzata dalla vela latina e da uno scafo poco profondo adatto a scivolare  sulle correnti dell’oceano. Un tempo questa barca andava solo a vela, oggi noi usufruiamo di un motore. La prima meta della nostra gita è il Two Miles Reef: un’eccellente barriera corallina che crea un’area protetta dove poter far snorkeling senza timore. Avvistiamo anche dei delfini e delle mante: è stupendo! snorkeling-bazaruto-2Appena ci immergiamo ci perdiamo ad osservare le forme fantasiose delle gorgonie e dei coralli, magnifiche stelle marine blu e tanti pesci colorati…L’acqua è tiepida e mi sembra un sogno essere qui a nuotare in mezzo all’Oceano Indiano. Presto ripartiamo, perché la navigazione è ancora lunga e siamo solo all’inizio del nostro viaggio. Dopo una mezz’oretta circa, in cui  sorseggiamo del té preparato a bordo, approdiamo sulla spiaggia di Benguerra.

benguerraNon so con quali parole si possa descrivere l’incanto di questo luogo: lingue di sabbia chiara si alternano a pigre pozze d’acqua argentea lasciate dalla marea. Nei minuscoli stagni scorgiamo una coppia di eleganti trampolieri bianchi che si gode il sole mentre cerca di avvistare qualche piccola preda. Alle spalle della spiaggia si innalzano dolci dune dorate ricoperte di piante verdissime. All’interno dell’isola si trova una foresta vergine, un lago e un curioso allevamento di coccodrilli. Noi, purtroppo non abbiamo tempo per inoltrarci nell’entroterra e, dopo un magnifico bagno nelle acque limpide, ripartiamo per Magaruque. Intanto la nostra flotta ha messo al fuoco su un braciere improvvisato sulla barca dei deliziosi granchi che costituiranno il nostro pranzo: è tutto davvero di una genuinità pazzesca.

dhowSulla piccola isola di Magaruque ci attendono le chiome ombrose delle palme e spiagge solitarie e infinite. Qualcuno dei nostri compagni d’avventura si spinge nel periplo dell’isola e torna con una prova che suscita molta invidia in noi: una piuma di fenicottero. Già perché fra le tante specie dimoranti in questo eden si contano colonie di fenicotteri rosa! Noi ci accontentiamo di una passeggiata sulla riva, durante la quale osserviamo curiosi i lussuosi resort. Poi ci dedichiamo allo snorkeling che in questa baia è molto particolare: si segue la corrente come in un fiume. Avvistiamo pesci pappagallo, chirurgo, e curiosi pesci scatola. Sull’isola zampettano anche graziosi uccellini colorati che volano via non appena si tenta  di far loro una foto.

snorkeling-bazarutoPassiamo il pomeriggio qui prima di ripartire attraverso le  acque  spumose dell’oceano. Ci lasciamo cullare dalle onde e presto un silenzioso stupore avvolge la piccola imbarcazione… mentre i ragazzi della flotta pescano la nostra cena, il sole scende languidamente sul mare e lentamente il cielo si tinge di rosso. Siamo letteralmente senza parole, abbandonati in estatica contemplazione di questo spettacolo: forse il tramonto più bello e potente che abbia visto.tramonto-oceano-indiano

Raggiungiamo un posto sulla terraferma in mezzo a un bosco dove si trova un piccolissimo campeggio: i nostri accompagnatori accendono il fuoco e ci deliziano con pesce barracuda pescato nel pomeriggio e cucinato alla brace, gamberi e granchi. Non si sentono zanzare e aspettiamo il buio fra chiacchiere e birra  intorno al fuoco.

Ma la nostra avventura non è ancora finita. La mattina ci alziamo e dopo una bella colazione corriamo sulla spiaggia a osservare il nostro dhow ormeggiato sulla riva. Presto arrivano timide scimmiette… e noi salpiamo nuovamente.bazaruto-2

Dopo qualche ora di navigazione giungiamo alla nostra ultima tappa: la grande e meravigliosa isola di Bazaruto. Subito ci attende una sorpresa: una grande aquila pescatrice per nulla intimorita ci osserva dall’alto delle dune dell’isola, poi appena scesi ci rendiamo conto che la spiaggia è letteralmente tappezzata di enormi conchiglie bianche. La curiosità questa volta è troppa e scegliamo di spingerci un pochino nell’interno e se pensavo di aver già visto quello che ha da offrire questo arcipelago divino, a Bazaruto sono stata smentita di brutto. Camminiamo su dune sahariane alte e soffici da cui si gode un panorama indimenticabile. Verso l’orizzonte  l’azzurro delle acque increspate  si fonde con le striscie di sabbia dorata come in una tela astratta. Spingendo lo sguardo verso l’interno si riconoscono lande verdi e paludi. Questo è solo un angolo microscopico dell’isola che meriterebbe di esere esplorata in tutta la sua estensione. Ci godiamo un altro fantastico pranzo con un barbecue allestito sulla spiaggia e salutiamo l’isola quando i primi riflessi argentati cominciano a picchiettare il blu del mare.bazaruto

Torneremo a vela, senza motore, lasciandoci prendere dalla dolce nostalgia per una bellezza senza pari assaporata quel tanto che basta per alimentarne un ricordo vivido e inebriante.bazaruto-4

Dove dormire per una crociera a Bazaruto

A Vilakulo si trovano alloggi economici e, se proprio non saprete dove andare a dormire, qualche ragazzo nativo vi aiuterà nella scelta accompagnandovi in varie strutture del borgo. Non abbiate timore: questi ragazzi prendono una piccola ricompensa dai proprietari dei lodge e non hanno interesse a fregarvi. La nostra esperienza qui è stata alquanto singolare… Abbiamo soggiornato una notte allo Zombie Cucumbers, ottimamente recensito sia su Tripadvisor che sulla Lonely Planet, ma non ci siamo trovati bene. Anzi, direi che siamo capitati molto male perché il nostro bungalow era piccolo, afoso, con poco ricircolo dell’aria, e la notte si sentivano molte zanzare.  Così, la sera seguente, consigliati dagli unici altri italiani che abbiamo incontrato in tutto il Paese, una giovane coppia simpatica e avventurosa, ci siamo rivolti a un ragazzino che ci ha portato nella casa di una signora di Vilanculos.  La signora gestisce il Leopoldinas in cui abbiamo anche cenato ottimamente (con gustosi calamari alla griglia e contorno di patate fritte) e in casa sua ci siamo trovati molto bene.

Come arrivare a Vilanculos

  Ricordate che per raggiungere Vilankulo dovrete affidarvi ai fantomatici chapas: i furgoncini adibiti al trasporto pubblico che garantiscono i collegamenti in qualsiasi zona del Mozambico. Il villaggio si trova a 20 km a est dalla N1 lungo una strada che si distacca da una località polverosa in mezzo al nulla chiamata Pambarra. Qui vi lascerà ogni mezzo proveniente dai centri maggiori del Paese, fra cui Maputo, e qui troverete il vostro chapa che vi porterà al villaggio: sarà divertente condividere il viaggio con gli abitanti del luogo, pieni di merce, verdura e qualche gallina.

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