8 settembre: ci alziamo presto e ci lanciamo nella saletta del B&B Chalfant House di Bishop per la colazione. Ottima e varia, comprendeva, tanto per la cronaca: pancakes, uova, una specie di pressatina al gusto di salsiccia, yogurt e frutta secca, frutta, thé, caffé, vari succhi e sciroppo d’acero. Ci vestiamo, paghiamo in contanti, così la signora ci fa un po’ sconto e…via! Le colline lunari della Death Valley si scorgono già in lontananza! Imbocchiamo la Highway 190 e presto superiamo il cartello che ci indica che siamo all’interno dell’area protetta, ci fermiamo quindi in continuazione a scattare foto e a saggiare l’aria.

Death Valley National Park, California

Death Valley National Park, California

Il paesaggio mi ricorda molto quello dell’isola di Lanzarote: brullo e vulcanico. Per chi non lo sapesse la Valle della Morte si è vista riconoscere lo status di Parco Nazionale soltanto nel 1994 ed è davvero un mistero capirne il perché dal momento che si tratta di uno degli scenari più particolari di tutti gli Stati Uniti. A dispetto del suo apparire un ambiente arido e inadatto alla vita, la Death Valley rappresenta un ecosistema importantissimo. Fra le sue dune di sabbia, le sue gole di pietra, i suoi crateri spenti pullula una varietà di flora e fauna, compresi alcuni rari esemplari endemici. Uno degli spettacoli più emozionanti qui è la fioritura primaverile che avviene fra i mesi di febbraio e aprile. Tenendo fede alla sua fama di luogo estremo, ricordate che in Inverno può essere molto freddo e in Estate il caldo raggiunge temperature davvero pericolose per la sopravvivenza umana. Il record è rappresentato da 57° C: non so se rendo l’idea!

Una volta entrati nel Parco, pian piano la strada comincia a scendere e la temperatura…a salire: come se si stesse lentamente scendendo all’inferno. La prima vera e propria sosta la facciamo a Stovepipe Wells: qui, negli anni venti, sorse la prima località per vacanze nella valle, oggi ci attendono un negozio, un distributore di benzina, un motel, un bar e poco altro. Il caldo soffocante ci persuade ad entrare nel negozio: se non altro perché c’è l’aria condizionata. Notiamo la quantità di statuette messicane per la festa dei morti: mi stupisce questa cosa, ma, in fondo, il Messico non è lontanissimo! Ci rimettiamo in macchina e ci fermiamo nuovamente alle Mesquite Flat Sand Dunes: un pezzo di Sahara trapiantato in America con grandi dune dorate e polverose, ma il caldo per me è già insopportabile e non riesco a resistere molto fuori dalla vettura. Dopo questa pausa proseguiamo il tragitto verso l’oasi di Furnace Creek, naturalmente continuando a scattare fotografie a più non posso. Furnace Creek è un luogo storico della Valle ed è qui che furono costretti a insediarsi i nativi Shoshone, nel 1933, quando furono cacciati dalle montagne occidentali trasformate in cave minerarie. Per saperne di più a Furnace Creek si può visitare il Borax Museum: che racconta quel che c’è da sapere sui nativi, sui pionieri e sulla produzione di Borace.

Furnace Creek, Death Valley, California

Furnace Creek, Death Valley, California

Nell’oasi mi colpiscono le palme svettanti verso il cielo, ma l’afa è così pressante che ci spinge a entrare in fretta nel Visitor Center. Il centro è il luogo ideale per apprendere la millenaria storia della Valle della Morte e la desertificazione. Qui potrete anche raccogliere tutte le informazioni utili per la visita al Parco. Nel nostro caso, veniamo informati che una parte del parco è chiusa per flash flood ( verremo a scopriremo poi che nei giorni seguenti la nostra visita alcuni turisti non sono potuti entrare nella Valle a causa delle forti pioggie!). Per fortuna questo non ci impedisce di proseguire nel nostro itinerario che ci conduce prima al Devil Golf Course, una distesa salata dove si dice che il diavolo giochi a golf, ed infine a Badwater Basin: il punto più basso di tutti gli USA a 86 m sotto il livello del mare. Le promesse vengono mantenute e, appena scendo dalla macchina, mi sento avvolta da una ventata di calore esattamente come quando apro il forno a casa. L’unica cosa che mi viene in mente per alleviare questa sensazione di soffocamento è coprirmi il viso con una sottile sciarpa di tessuto a trama larga (tipo una retina). Devo dire che questo stratagemma funziona e mi permette di addentrarmi nella grande distesa salina seguendo la passarella apposita. Il termometro segna 44° C: cammino per un po’ sfidando la mia resistenza fisica. E pensare che qui si tiene anche una maratona ritenuta, a ragione, la più impegnativa del pianeta. Io non ce la faccio e purtroppo non riesco a godermi il paesaggio siderale poiché devo tornare assolutamente in auto.

Badwater Basin, Death Valley, California

Badwater Basin, Death Valley, California

Badwater Basin, Death Valley, California

Badwater Basin, Death Valley, California

Death Valley, California, la strada

Death Valley, California, la strada

Continuando il giro, raggiungiamo presto l’Artist Drive: un loop da percorrere in automobile con splendido affaccio sulle collinette dipinte di una tavolozza incredibile:azzurro, verde, rosa e ocra.

Artist Drive, Death Valley, California

Artist Drive, Death Valley, California

E poi, finalmente, ci rechiamo nel luogo più ambito della nostra peregrinazione nella valle della morte: Zabriskie Point. Zabriskie Point un tempo era un lago, oggi è una terra plissettata risultato di millenni di sedimentazione ed erosione che formarono i caratteristici calanchi dorati si cui poi si posarono le ceneri vulcaniche. Sulle sue sponde si trovano fossili e orme di animali estinti. Zabriskie Point è di una bellezza disarmante, da perdere il fiato, nel senso letterale del termine. Penso alle scene girate qui da  Michelangelo Antonioni nellomonimo capolavoro: come hanno fatto a sopravvivere gli attori? Mi perdo poi nella contemplazione di questo paesaggio morbido e infinito: se non fosse che ormai sono al collasso, starei qui fino a sera. Osservo più che posso per imprimire bene l’immagine nella mia mente cosicché il tempo non possa cancellarla. Zabriskie Point: è come essere dentro il mito dove la natura supera qualsiasi poesia.

Zabriskie Point, Death Valley, California

Zabriskie Point, Death Valley, California

 

Zabriskie Point, Death Valley, California

Zabriskie Point, Death Valley, California

Zabriskie Point, Death Valley, California

Zabriskie Point, Death Valley, California

Zabriskie Point, Death Valley, California

Zabriskie Point, Death Valley, California

Purtroppo la nostra visita alla Death valley termina qui e dobbiamo rimetterci in marcia. Attraverseremo paesaggi di nulla per qualche ora, ogni tanto qualche villaggio, dove non vorrei abitare, con enormi cartelli di fabbriche di fireworks, interrompono il deserto preannunciando l’arrivo nella surreale Las Vegas.

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