Mono Lake, California

Mono Lake, California

07 settembre 2013: la giornata di oggi sarà una giornata di spostamento: un lunghissimo itinerario per circumnavigare il parco di Yosemite ed arrivare a Bishop. Praticamente si tratta dell‘itinerario obbligatorio durante la stagione invernale o in primavera, perché la comodissima Tioga Road attraversa un passo che chiude per neve. La cosa buona è che la sveglia non suonerà all’alba come al solito. La cosa cattiva è che, anche se non suonerà, ci alzeremo comunque alle 8.30 circa.
Facciamo la magnifica colazione al Cedar’s Lodge, saldiamo il conto e partiamo. Vi ricordate il fastidio all’occhio di cui vi raccontavo nella giornata di ieri? Nella notte il mio bulbo si è trasformato in una palla da bowling rossa e dolorosissima, quindi oggi aggiungeremo al già esteso programma una gita in farmacia. Ci fermiamo pertanto a Mariposa, per comprare i medicinali: la farmacia sembra un rivenditore di caramelle, con gli scaffali pieni di migliaia di boccette contenenti ogni cosa: dalle vitamine agli antibiotici e agli antidolorifici…strabiliante! Mi ritrovo ad acquistare del collirio e una benda da pirata. Mettetele in conto queste cose perché capitano: una vescica sul piede, punture di insetto, bruciature da sole sono imprevisti che vanno tenuti presenti se non volete rovinarvi la vacanza. Per questo io tengo una borsetta con farmaci selezionati pronti all’uso. Ma questa seccatura proprio non me l’aspettavo e così mi ritrovo con un’orribile benda nera da pirata sull’occhio. Ancora una volta l’immaginazione corre a Quentin Tarantino ma, pur sforzandomi, sono decisamente meno sexy di Daryl Hannah!

Non potete immaginare il fastidio: un incubo. Lo accetto solo perché siamo in transito.
Durante il viaggio attraversiamo la Stanislaus Forest. Già perché, anche se siamo nella stagione in cui solitamente la Tioga è aperta, quest’anno un immenso incendio, il famigerato Rim Fire, sta devastando le foreste di Yosemite e l’unico modo per passare dall’altra parte è aggirare il Parco. Impercettibilmente la cenere fa bruciare gli occhi poi, man mano che avanziamo, scorgiamo lontane coltri di fumo. Lungo la strada poi ci sono commoventi cartelli lasciati dagli abitanti che recitano: thank you firefighters! E decine di cuoricini e “We love you” che ci fanno capire la portata del lavoro dei vigili del fuoco per riportare la normalità.

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Cartelli di ringraziamento ai vigili del fuoco durante l’imperversare del “Rim Fire”.

Ci dispiace non aver percorso la Tioga ma, devo dire, anche la Stanislaus è un’incantevole foresta di conifere molto piacevole da percorrere. Dopo qualche ora arriviamo al Sonora Pass: il paesaggio muta completamente, finiscono le foreste e inizia uno scenario roccioso molto bello.DSC_5994

Dopo la Sierra, vorremmo fare sosta a Bodie – famosa ghost town californiana dei tempi della corsa all’oro –  ma è tardi e siamo stanchi. Per Bodie bisognerebbe deviare nettamente dalla strada principale e percorrere svariate miglia in più. Non ce la sentiamo, perciò, anche se a malincuore, tiriamo dritto fino alla prossima tappa: il Parco Statale del  Mono Lake, vicino a Lee Vining. Qui ci è stato consigliato di vedere i “South Tufa” ed è effettivamente lo scenario che ci si trova davanti vale la visita. Per entrare nell’area del lago, che fa parte dell’area statale protetta, bisogna fare un “ticket self service” da mostrare sul cruscotto della macchina. Il Mono lake è un luogo meditativo: le acque sono placide e tutt’intorno alle sue sponde si trovano queste bizzarre formazioni calcaree che sembrano uscire da un quadro di Dalì. Moltissimi poi sono gli uccelli acquatici che soggiornano in questo paesaggio siderale. Per visitarlo, è sufficiente percorrere il breve loop segnato dai pannelli informativi sulle peculiarità del luogo, sulla flora e la fauna presenti.

South Tufa, Mono Lake, California

South Tufa, Mono Lake, California

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Monolake, gli uccellini

DSC_6043Proseguiamo dunque per Bishop, dove arriveremo in serata. Qui soggiorneremo presso il B&B Chalfant House dove una sosia di Jessica Lange ci accoglie nella sua casetta vittoriana. Scopriremo anche, grazie alle foto presenti nella sala, che la casa, costruita nel 1898, era di proprietà di uno dei pionieri del luogo: il signor Chalfant, progenitore dell’attuale proprietaria. Magnifico! Sembra di dormire in una casa museo.

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Siamo appena arrivati e guarda già il disordine! Chalfant House, Bishop, California

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la mia squisita Enchilladas

La signora è di una gentilezza squisita e ci consiglia anche dove cenare. Lungo l’unica grande, calda, polverosa strada di Bishop ci sono infatti una serie di locali e ristoranti. Noi scegliamo il Messicano Amigos che ci servirà un’enchilladas che ricordo ancora come una delle cose più buone e sfiziose che io abbia mangiato in America!

Domani ci aspetta un’altra impegnativa giornata: quindi anche stasera a letto a presto per recuperare le forze: Death valley, arriviamo!
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