Golden Gate, San Francisco

Golden Gate, San Francisco

03 settembre 2013

Terzo giorno nella City By The Bay

Dopo la consueta sveglia alle 07.30 e la colazione ci dirigiamo alla fermata del tram, vicinissima all’hotel Parc 55 dove soggiorniamo. Facciamo un biglietto giornaliero. Prima destinazione della giornata Alamo Square. La piazza di Alamo è famosa in tutto il mondo per la singolare visuale della città che regala al visitatore: un’immagine, si potrebbe dire, simbolica del suo carattere poliedrico. Dietro alle facciate colorate delle casette vittoriane svettano infatti le silhouette degli edifici più alti: inconfondibile la sagoma triangolare della Transamerica Pyramid. Nei pressi di Alamo abitarono lo scrittore Ken Kesey e la mitica Janis Joplin, una visita dunque appare irrinunciabile.

San francisco, Alamo Square

San Francisco, Alamo Square

Alamo ci accoglie ancora bagnata della rugiada mattutina, mentre una ragazza fa stretching sotto la chioma di un grande albero. Cerchiamo il punto più in alto per vedere meglio la famosa “cartolina” di San Francisco, ma la luce non è ottimale per scattare fotografie, così ci accontentiamo di goderci lo skyline cittadino. Facciamo un breve giretto nel parco e poi ci rechiamo nuovamente alla fermata del tram. Questa volta andremo a Marina perché l’idea è quella di far visita alla star della città: il leggendario Golden Gate. Il Golden Gate è sicuramente il monumento emblematico di San Francisco: tutti noi abbiamo stampata nella mente la superba architettura in ferro, in stile Art Dèco, dal colore arancio, ma vederla dal vivo è un’altra cosa.

Giunti a Marina, passando per il quartiere di Pacific Heights che ci accontentiamo di vedere dal finestrino del tram, ci accorgiamo di aver commesso un errore: il Golden Gate ci appare lontanissimo! E avremmo fatto sicuramente meglio a noleggiare delle bici. Pazienza, tutto allenamento per le escursioni nei Parchi Nazionali che ci attendono nei prossimi giorni.

Ci incamminiamo dunque lungo la costa…Mica male! Sulla spiaggia numerosi dog sitter portano a spasso i cani mentre nel mare veleggiano le barche in allenamento per l’America’s Cup; là, in fondo, il profilo rosso del Golden Gate si fa sempre più vicino, con il suo inconfondibile cappello di nebbia. Lungo il cammino, costeggiamo delle paludi in cui scorgiamo pellicani, un chiurlo e altri uccelli acquatici a cui non so dare nome. Intanto le biciclette ci sorpassano veloci.

Dog Sitter Golden Gate, San Francisco

Dog Sitter Golden Gate, San Francisco

San Francisco, Marina, pellicano

San Francisco, Marina, pellicano

Finalmente anche noi raggiungiamo un’area protetta recintata e riconosco il volume massiccio di Fort Point! Quante volte ho visto la superba Kim Novak gettarsi nelle acque della baia proprio in quel punto!

scena dal film Vertigo, Alfred Hitchcok

scena dal film Vertigo, Alfred Hitchcock

Golden Gate, Fort Point, San Francisco

Golden Gate, Fort Point, San Francisco

Può la vista di un ponte far accapponare la pelle dalla felicità? Se si tratta del Golden Gate decisamente sì! L’emozione della vista di questa star del cinema mi pervade spingendomi ad affrettare il passo. Presto giungiamo al cospetto della struttura massiccia di Fort Point, alle sue spalle la prima arcata in ferro del ponte appare come un’opera ingegneristica eccezionale. Correndo con lo sguardo lungo l’infinita passerella del ponte riconosco anche le famose “barriere antisuicidio”. Non tutti infatti sanno che questo capolavoro detiene il triste record mondiale dei suicidi, tanto da aver spinto l’amministrazione della città alla costruzione di speciali protezioni. Tutto ciò non mina la bellezza del monumento che all’epoca della sua costruzione sembrava di impossibile realizzazione: troppo lungo, troppo forti i venti e impetuoso il mare. Dal 1937 invece il Golden Gate si erge maestoso a dimostrazione delle sfide che grazie alla tecnica può vincere l’uomo.

Golden Gate, San Francisco, Fort Point

Golden Gate, San Francisco, Fort Point

Oltre Fort Point non si può proseguire, pertanto risaliamo la collina e, con un autobus, torniamo a Marina. Con una breve passeggiata raggiungiamo Ghirardelli’s Square e cerchiamo un locale per il pranzo. La scelta cade su Capurro’s. In realtà lo scegliamo perché Capurro è il cognome di un nostro amico! Il ragazzo alla porta non appena riconosce che siamo Italiani – quindi subito – ci propone un branzino! Io non posso che rispondergli che veniamo dalla Spezia: mangio branzini un giorno sì e uno no…non ha qualcosa di locale? Finiamo nuovamente per pranzare a base di granchio. Intanto il ragazzo ci racconta un po’ di sé. È un tipo simpatico. Ci ha raccontato di essere di Roma e di vivere a San Francisco da 10 anni: si trova alla grande… non tornerebbe indietro. Ci  dice anche che questa è la stagione migliore per visitare San Francisco, è che fino a qualche giorno fa c’era vento forte! Per una volta, ci è andata bene. A  questo punto, visto che il SFMOMA è chiuso fino all’anno prossimo, abbiamo terminato il giro della città che ci eravamo proposti. Così decidiamo di tornare a Haight a fare acquisti. Già che ci siamo facciamo anche un salto anche alla Grace Cathedral dove ammiriamo la pala d’altare in bronzo e oro bianco di Keith Haring. La Grace Cathedral è la terza cattedrale episcopale in ordine di grandezza degli Stati Uniti. Fu costruita fra il 1910 e il 1964 sulla collina di Nob Hill con l’intento dichiarato di rievocare la slanciata architettura gotica di Notre-Dame di Parigi. All’interno della chiesa, rimango stupita, in particolare, da un curioso rituale che non avevo mai visto da nessun altra parte: per terra, sul pavimento, c’è una spirale molto fitta, credo un labirinto, da percorrere lentamente in meditazione, fino ad arrivare al centro.

Keith Haring, Pala d'altare, Grace cathedral, San Francisco

Keith Haring, Pala d’altare, Grace cathedral, San Francisco

Labirinto mistico, Grace Cathedral, San Francisco

Labirinto mistico, Grace Cathedral, San Francisco

Sono un po’ triste perché  domani lasceremo la città. Ma per una volta la partenza non coinciderà con il ritorno a casa, ma con l’inizio di una nuova avventura! Chissà cosa ci aspetta!

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