lago-ritortoUno degli itinerari più classici dalla Val di Sole o da Madonna di Campiglio è senz’altro il Giro dei Cinque Laghi. Non è un caso che sia così famoso perché questo anello scivola in saliscendi nella splendida cornice del Parco Naturale Adamello Brenta con sentieri panoramici e tappe fra laghi alpini, malghe e rifugi: un concentrato, insomma, delle bellezze del luogo. Sono possibili molte varianti di questo giro che conduce alla scoperta dei Laghi Ritorto, Lambin, Nambino, Gelato e Serodoli (è possibile inserirvi anche altri bacini). Noi, come sempre, ci siamo ritagliati un itinerario a nostra misura: più breve della camminata completa ma comunque appagante e suggestivo. Più in dettaglio, abbiamo tagliato via il lago Gelato e Serodoli così da poter compiere il trekking con tranquillità e senza stressare troppo il nostro bambino.

Il lago Ritorto con le cime del Brenta in lontananza

Il lago Ritorto con le cime del Brenta in lontananza

Da Cinque a tre laghi…il tragitto: da Madonna di Campiglio abbiamo preso la cabinovia Cinque Laghi che, soggiornando a Folgarida in Val di Sole, si prende con un bello sconto. Arrivati in quota (2069 m. s. l.), ci siamo incamminati subito per il sentiero 232 verso il lago Ritorto. Il panorama è meraviglioso: si cammina su un bel viottolo aperto con vista sulle vette del Brenta. A noi è piaciuto moltissimo perché si è immersi nel paesaggio tipico della Dolomiti, con quella vista sconfinata e l’orizzonte frastagliato delle cime più lontane.

Subito dopo la Cabinovia, si affronta questo breve tratto attrezzato verso il lago Ritorto

Subito dopo la Cabinovia, si affronta questo breve tratto attrezzato verso il lago Ritorto

Non è niente di particolarmente difficile, ma all’inizio presenta qualche tratto con corrimano per superare delle roccette o punti più esposti che potrebbe intimorire chi non è abituato all’escursionismo. Comunque il percorso è frequentatissimo, anche dai bambini, e si arriva al lago dopo circa venti minuti senza difficoltà. Da qui abbiamo proseguito con la traccia 232 fino al lago Lambin a 2324 m. s. l. (un’ora circa). In questo caso invece il sentiero si fa erto e faticoso, seppur piacevole, perché si sale di circa 300 metri. Inoltre, il pezzo terminale presenta qualche passaggio su roccia leggermente più impegnativo.

Tratto del sentiero dal Ritorto a Lambin

Tratto del sentiero dal Ritorto a Lambin

Un piccolo pezzo su roccia prima di arrivare al Lambin

Un breve pezzo di cammino su roccette prima di arrivare al Lambin

A questo punto noi abbiamo deciso di scendere, mentre la maggior parte degli escursionisti prosegue per il lago Serodoli e il Gelato. Per tornare a valle abbiamo imboccato la traccia 269 che, rapidamente, perde quota. Consiglio questa scelta solo ai camminatori con passo sicuro, specie se hanno sulle spalle un fagottino saltellante come il nostro. Questo non perché sia esposto ma perché essendo un po’ ripido richiede gambe ferme e attenzione al terreno.

Lungo il sentiero ci si perde ad ammirare i colori delle torbiere...così nordici!

Lungo il sentiero ci si perde ad ammirare i colori delle torbiere…così nordici!

Anche questo tratto ci è piaciuto molto: si attraversano pendii rocciosi, graziose vallette sospese e torbiere che mi hanno fatto pensare al Grande Nord. Se farete attenzione, infatti, noterete piccolissimi fiorellini bianchi, morbidi come batuffoli e piumosi. Si tratta degli Eriofori, piante tipiche  delle tundre polari che contribuiscono all’atmosfera artica. Proprio in uno di questi pianori abbiamo consumato un pranzo al sacco e giocato nelle pozze d’acqua.

Ecco il piccolo Erioforo: delicato fiore spumoso tipico delle latitudini polari

Ecco il piccolo Erioforo: delicato fiore spumoso tipico delle latitudini polari

Il tragitto continua abbassandosi ulteriormente, ma in maniera decisamente più dolce rispetto al primo tratto. Presto abbiamo raggiunto l’ultimo lago del nostro itinerario: il Nambino (1768 m. s. l.). Dopo esserci riposati e rifocillati a dovere abbiamo quindi ripreso il cammino, in realtà ancora lungo. Ci sono diverse opportunità per tornare a Madonna di Campiglio: noi abbiamo optato per quello che passa dalla malga Nambino e dal villaggio di Patascoss (sentiero 217), quindi, con un tracciato quasi  parallelo alla statale, siamo arrivati in città.

Finalmente si corre! Lago Nambino

Finalmente si corre! Lago Nambino

 I laghi: sicuramente, il più suggestivo fra i laghi che abbiamo visto durante questa giornata è stato il lago Ritorto. Immaginate una goccia blu, screziata di smeraldo immersa nel mare color miele dei prati. Ogni tanto spuntano degli abeti, che movimentano il quadro.

Il lago Ritorto dal sentiero per il Lambin

Il lago Ritorto dal sentiero per il Lambin

Tutt’intorno si alzano le rocce brulle delle montagne a cui fanno eco i profili taglienti delle vette altissime e lontane. L’acqua del lago è talmente limpida che verrebbe voglia di tuffarsi, per fortuna la sua temperatura frena  quest’idea bizzarra!

mare? No, quest'acqua limpida quella del lago Ritorto..

mare? No, quest’acqua limpida quella del lago Ritorto..

Per quanto mi riguarda, val la pena compiere una passeggiata anche solo fino a qui: il paesaggio è così ameno, ma allo stesso tempo grandioso, che non si può non rimanerne impressionati. Molto simile come contesto ambientale, il lago Lambin: più piccolo del primo e circondato interamente da rocce.

Il lago Lambin con i suoi caratteri d'alta quota

Il lago Lambin con i suoi caratteri d’alta quota

Si cambia invece totalmente scenario con il lago Nambino: perfetto per chiudere il giro, per un piacevole picnic o anche solo per rilassarsi qualche ora. Essendo ad un’altitudine inferiore, il paesaggio diventa più dolce, con un enorme prato in cui far correre i bambini e un rifugio in cui cedere alle tentazioni del palato.

Piccoli dettagli sul sentiero...sapete dirmi il nome?

Piccoli dettagli sul sentiero…sapete dirmi il nome?

In conclusione, si è trattato per noi di un bellissimo giro che ci ha permesso di conoscere una piccola porzione dell’Adamello-Brenta, lasciandoci con la voglia di approfondire! Il fatto di aver abbreviato l’itinerario ci ha lasciato tutto il tempo per le fotografie e per frequenti pause. Resta il rimpianto di non aver visto gli altri laghi più in alto, ma ci sarà occasione! Per le molte varianti del giro (completo e non) vi rimando al sito delle informazioni turistiche della Val di Sole (hanno una brochure incentrata proprio sulle passeggiate ai laghi!) o quello di Madonna di Campiglio.

Il consiglio da mamma: come ho già detto sopra non è un giro consigliabile a chi non sia un po’ allenato e pratico di escursionismo in montagna, specie con un bambino sulle spalle che rende la gita più impegnativa. Per aiutarvi in discesa, portatevi le bacchette. Soffermatevi con i cuccioli sulle piccole cose: i fiori, i pesciolini nei laghi, le forme dei sassi e state tranquilli che si divertiranno. Come al solito, portate tanta acqua e qualche snack. Buona gita!

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