Cuba: l’isola che quando Colombo la vide la prima volta pensava di aver trovato il paradiso, un posto che per molti Italiani è sinonimo solo, di mare, sole, spiagge e belle donne.
Ma per noi no.
Per noi Cuba è sopratutto Fidel Alejandro Castro Ruz, “il leader Maximo”, colui che ha creato questo esperimento storico, questo circo, che oramai si regge in piedi da più di 50 anni.
Il senso del nostro viaggio a Cuba è stato quello di provare a capire come funziona e cosa ne pensa realmente la gente, vedere se questa Utopia sia stata giusta o sbagliata, se questo sogno di un gruppetto di giovani rivoluzionari sia stato un bene o un danno.
I dati dicono che:
– 99,8% della popolazione sa leggere e scrivere, con la scuola obbligatoria dai 6-16 anni
– tutta l’istruzione compresa l’Università è gratuita, così come il materiale scolastico e gli alloggi
– Cuba è il secondo paese al mondo per tasso di alfabetizzazione
– la mortalità infantile è una delle più basse del mondo
– la percentuale di studenti stranieri rispetto al totale è una delle più elevate al mondo
– il sistema sanitario, uno dei migliori al mondo, è completamento gratuito con 22 Facoltà di Medicina
– nessun bambino vive per strada
– prima di Castro l’economia era una monocoltura di solo zucchero controllata dagli Stati Uniti, dal suo avvento Cuba uno dei 50 paesi più industrializzati al mondo.
Per altri, al contrario, Cuba è l’espressione di una Dittatura Totalitaria nella quale manca libertà di stampa e di parola, non esiste la proprietà privata, l’omosessualità è perseguita, la tecnologia arranca e l’educazione è deviata da un forte accento politico-ideologico.
Volevamo vedere di persona l’ultima patria del Comunismo, questa speranza, vana, di poter creare un sistema nuovo, questo sistema: questa società socialista – comunista – marxista – statalista che molti odiano, criticano e ripudiano ma che molti altri amano alla follia, tanto da farne una ragione di vita.
Volevamo bere Rum e Daiquiri come Hemingway, fumari sigari tutto il giorno in qualche città sperduta, con musica tutta la notte, ballando con le vecchiette del posto fino allo svenimento.
E non importa se poi siamo stati forse due dei pochissimi Italiani che in tutto il viaggio non hanno conosciuto e rimorchiato nemmeno una ragazza…e che Fidel non sia morto mentre stavamo lì. In ogni caso….
HASTA LA VICTORIA SIEMPRE…..COMANDANTE
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