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Sveglia!

La giornata di oggi prevede l’escursione alla spiaggia di Elafonissi con soste durante il tragitto. L’idea è quella di passare dall’entroterra all’andata, e risalire lungo la costa al ritorno.  Ci convince di quest’itinerario anche un nuovo alleato della vacanza: il libro Le più belle spiagge di Creta di Alberta Galla e Michele Buonsanti (diamo a Cesare quel che è di Cesare!) acquistato ieri a Chania. Da questa cittadina bisogna quindi prendere la New national Road fin quasi a Kissamos, poi deviare per Kaloudhiana e proseguire fino a Topolia. Da qui si va verso Koutzomatadhos (No! Non siamo in Giappone! ;)) e si attraversano i borghi di Vlatos e Limni. Si prosegue per Kefali e poi si seguono le indicazioni per il Monastero della Chrysoscalitissa. A questo punto si è praticamente arrivati ad Elafonissi.

Siamo un po’ stanchi oggi, e mi rendo subito conto di quanto abbiamo già fatto in 3 giorni! Ma perché non siamo di quelli che si prendono una sdraio e un ombrellone sotto l’hotel e sono contenti così?

Al di là delle riflessioni del mattino, ci mettiamo in marcia e troviamo prestissimo la strada giusta: è impossibile sbagliare! Elafonissi è segnalata già da prima di Kissamos con mille cartelli e presto ci si trova in una carovana di macchine che lentamente risalgono le colline. La strada è piacevole e, di tanto in tanto, offre scorci panoramici. Ai suoi lati sostano svariati venditori di olio, raki e miele: mi viene in mente una lezione di storia cui ho assistito in cui si parlava di come certe città  si siano sviluppate grazie al commercio sulle grandi vie di pellegrinaggio…eccoci qui! Moderni pellegrini sulle vie del bello. Questi borghi cresceranno grazie a noi?

Purtroppo poco prima di Topolia abbiamo la prima sorpresa: la strada è interrotta a causa di una frana. Avremmo voluto visitare la Grotta di Santa Sofia, in uso già in età neolitica, ricca di stalattiti e stalagmiti, ma purtroppo dobbiamo rinunciare. Mi consolo con del raki offerto da un venditore: molto dolce e speziato, il più buono che abbia assaggiato! A malincuore, gli spiego che non possiamo comprare nulla perché abbiamo “just a handbag!”, lui non se la prende e ci fornisce piuttosto le indicazioni per come ovviare alla chiusura della strada.

Proseguiamo quindi sicuri fino al Monastero della Crysoskalitissa. Questo luogo di culto si erge su rocce scoscese e offre un incantevole panorama. Il monastero è dedicato all’Ascensione della Vergine e alla Trinità. Per arrivarci, bisogno salire 90 gradini, uno dei quali, racconta la leggenda, è d’oro, ma solo i puri di cuore possono vederlo. Al suo interno è molto interessante uno stanzino nel quale, durante la dominazione turca, vi era una scuola segreta per i giovani del posto.

Monastero

Creta, monastero della  Crysoskalitissa

Creta, monastero della Crysoskalitissa

Creta, monastero della Crysoskalitissa

Lasciato il monastero e la pausa sacra, ci rigettiamo a capofitto nel profano. Arriviamo finalmente ad Elafonissi…uno spettacolo della natura che, in realtà, mi ricorda molto le spiagge della Sardegna. Non c’è moltissima gente ma, purtroppo, il vento non ci da tregua neanche qui e ci impedirà di fare il bagno. Presto scopriamo qual è il pezzo forte anche di questo luogo: un’isoletta antistante la spiaggia che ha formato anche qui, come a Balos, una lagunetta. L’isola è un alternarsi di dune avorio, baie appartate e scogli neri. Ogni tanto sulla battigia compaiono ricami rosati e, ovunque, si affastellano piccole conchiglie.

Elafonissi, Creta

Elafonissi, Creta, sull’isoletta

Un altro luogo paradisiaco! A questo punto sono proprio contenta. Dovessi prendere l’aereo per tornare a casa già domani, sarei comunque soddisfatta e ampiamente ripagata dal viaggio.

Trascorriamo qualche ora in questo incanto scattando foto e, poi, decidiamo di lanciarci alla ricerca di una spiaggetta nella baia di Vroula, segnalata dal libro.  Non senza difficoltà, troviamo la strada e poi il viottolo che conduce subito sull’importante sentiero europeo.  Attraverso macchie di origano colorato, lavanda, e qualche pianta spinosa giungiamo finalmente alla caletta che mostra già le caratteristiche del litorale meridionale: non più sabbia fine, ma grossi ciotoli colorati. Qui non c’è davvero nessuno. E nemmeno  il vento!  Quale posto migliore per recuperare il bagno mancato?

Creta, baia di Vroula

Creta, baia di Vroula

La spiaggia nel libro viene chiamata “spiaggia dei cedri” ma a me gli alberi che la circondano sembrano più ginepri; e anche un pannello esplicativo parla di ginepri…quindi proprio non capisco! Ma è uguale: cedri o ginepri questa baia è un autentico rifugio lontano dalla folla.

Il nostro giro però non è ancora finito e, ripresa l’auto, risaliamo la costa ammirandone il paesaggio. é tutto un alternarsi di spiagge nere e calette deliziose; colline verdi punteggiate di pecore, capre e chiazze fucsia degli oleandri.

Panoramica1

Creta, la costa ovest, panoramica

 

Non incontriamo praticamente nessuno lungo questo tratto che, secondo me, meriterebbe un approfondimento. Finalmente, al tramonto, giungiamo a Sfinàri.

 

Questa località è un luogo di quiete situato ai piedi del promontorio di Korakas. La sua spiaggia è un arenile di sassolini coronata dalle fronde ombrose delle tamerici. Alle sue spalle si susseguono delle taverne che offrono pesce fresco. L’aroma sprigionato dalle griglie non impiega molto a convincerci.  Mangiamo ottimo pesce con contorno di patatine, raki e semolino (totale:30 €, da Captain Fidias), al fresco delle “tamerici salmastre” mentre il sole annega lentamente nel mare…

Anos, Sfinari, Creta, tramonto

Sfinàri, Creta, tramonto

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