In quel mentre che il povero Pinocchio impiccato dagli assassini a un ramo della Quercia grande, pareva oramai più morto che vivo, la bella Bambina dai capelli turchini si affacciò daccapo alla finestra, e impietositasi alla vista di quell’infelice che, sospeso per il collo, ballava il trescone alle ventate di tramontana, battè per tre volte le mani insieme, e fece tre piccoli colpi.
Carlo Lorenzini detto Collodi, Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino
Per chi sia alla ricerca di luoghi insoliti, fuori dai classici itinerari turistici, Capannori, in provincia di Lucca, è una terra da scoprire: mai avrei sospettato che qui si concentrassero borghi da cartolina, ville principesche, pievi maestose, un patrimonio archeologico di tutto rispetto e un paesaggio di dolci vigneti, fiori e alberi giganti adatti per un fantasy. In questo articolo vi voglio dunque suggerire che cosa vedere a Capannori durante una gita domenicale o – perché no! – in un weekend, veramente originale.
Indice
Cosa vedere a Capannori: la quercia delle streghe

Il nostro giro prende avvio dalla Quercia delle streghe, chiamata anche Quercia di Pinocchio oppure “Quercione“.
Proprio dopo aver visto il film Pinocchio di Garrone, mi è venuta voglia di vedere la quercia che si dice avesse ispirato il padre del burattino senza fili, Carlo Collodi, per la scena dell’impiccagione di Pinocchio. Con una breve ricerca, ho saputo subito che l’albero in questione si trova a Capannori, nella frazione di Gragnano, vicino a San Martino in Colle, non a caso ci troviamo poco distanti dal paese natio dell’autore, Collodi (vi invito a fare un salto anche qui: dove vi aspetteranno il parco dedicato a Pinocchio e il giardino di Villa Garzoni). Trovarla non è per nulla difficile. Basta seguire una sterrata che corre fra boschi e ulivi in un paesaggio davvero pittoresco (seguite il percorso su maps più sotto!).
Ad essere sinceri, la quercia ha destato la mia curiosità anche per la leggenda che la lega alla presenza di streghe sul territorio. Secondo la tradizione le streghe, in passato, si ritrovavano presso la quercia e danzavano sopra i suoi rami. Per questo motivo i rami del patriarca, continuamente schiacciati dal peso delle fattucchiere, si sarebbero piegati verso il basso, tanto che ad oggi la chioma sembra essersi sviluppata interamente in orizzontale. Del resto, non serve essere streghe per adorare la grande quercia: una creatura possente di 600 anni, con un tronco di 4 metri di circonferenza e una chioma larga circa 40 metri. Tante generazioni di uomini sono cadute l’una dopo l’altra, mentre lei, irrobustendosi, si è fatta custode del tempo.

Osservando i robusti rami nodosi, il tronco massiccio, le fronde verdi e brillanti stese al sole, si è pervasi dalla forza della natura ed è facile pensare che uno scrittore dalla mente fervida come Carlo Collodi ne sia rimasto così impressionato da trarne linfa per il proprio immaginario.
Oggi la “grande quercia” è annoverata fra gli alberi monumentali d’Italia ed è punto trigonometrico per le mappature della Nato.
Io vi consiglio, quando la troverete, di toccarla e di abbracciarla con il massimo rispetto. Sono sicura che sentirete un tocco magico.
Cosa vedere a Capannori: villa Torrigiani

Si dice che il marchese si divertisse a spingere i suoi ospiti nel giardino per poi infradiciarli con i zampilli delle fonti e della grotte
Lasciata la quercia e il suo ancestrale sapere, proseguiamo la scoperta del territorio di Capannori con una visita a Villa Torrigiani: un frammento di bellezza francese trapiantato in Toscana: capirete perché. Villa Torrigiani è una magnifica dimora d’epoca circondata da un parco scenografico e caratterizzata da una sontuosa facciata barocca. Non molti sanno che nel corso della sua lunga esistenza Villa Torrigiani ha visto passare ospiti illustrissimi, fra i quali il Presidente Francese George Pompidou e la regina Madre di Inghilterra, Elisabetta I. Del resto, parliamo di uno complessi più belli d’Italia, tanto che il giardino della Villa, nel 2018, si è aggiudicato il titolo di Parco Più bello di Italia. Ma per capire la sua unicità bisogna rileggerne brevemente la storia e le varie ristrutturazioni.
Villa Torrigiani: la storia in breve
La villa, realizzata nel primi del Cinquecento dalla famiglia Buonvisi, passò nel 1636 al Marchese Nicolao Santini, ambasciatore alla corte di Luigi XIV, che la sottopose ad una rivisitazione barocca. Per questo disegno Santini si affidò nientemeno che all’architetto di Parigi Le Nôtre, noto al mondo per essere ideatore dei giardini di Versailles e del Castello di Fointeneaubleu. Questi progettò per il Marchese le grandi vasche in cui si specchia l’edificio principale a cui il nobile proprietario aggiunse il Giardino Teatro di Flora, tutt’oggi, fiore all’occhiello della dimora.
Nel 1816, l’ultima discendente dei Santini sposò Pietro Torrigiani ed anche in questo caso, con il passaggio generazionale, la Villa venne plasmata secondo il nuovo gusto imperante: quello romantico inglese. Si deve a questo stile paesaggistico l’inserimento di grandi alberi provenienti da tutto il mondo e delle amatissime camelie: una vera passione in terra lucchese (come vedremo dopo).
Da questo momento l’impianto della villa rimase sostanzialmente invariato ed è per questo che rappresenta un unicum nel panorama toscano . L’ultima erede Torrigiani, Simonetta, si sposò quindi col Principe di Stigliano Don Carlo Colonna e, nel 1967, decise di aprire questo tesoro al pubblico. Da notare che è ancora oggi la villa è abitata ma, accompagnati da una guida, è possibile visitarne anche gli interni.
La visita alla villa

La visita alla Villa è anticipata da un lungo filare di cipressi che annuncia la maestosità dell’edificio. Arrivati all’ingresso, rimarrete subito conquistati dalla teatralità della facciata della Villa amplificata dal tappeto verde del parco. L’edificio è ornato da statue mitologiche secondo un piano iconografico che si dispiega in tutto il complesso. Camminando fra i vialetti, lo sguardo si sofferma ora sui grandi alberi, ora sulle vasche d’acqua che interrompono, come una nota squillante, la tela smeraldo dei giardini.
Ma è quando arriverete all’altezza della dimora, accanto alla facciata, che scoprirete gli angoli più suggestivi del complesso: il bellissimo giardino di Flora, un tempo, giardino segreto, composto da un parterre di aiuole e da fontane. Non mancano particolari più giocosi che richiamano un immaginario arcano: il ninfeo dei venti (attualmente chiuso, ma visibile dalle inferriate) dove emergono dal buio draghi, creature anfibie e serpenti, gufi e civette. Per non parlare del percorso labirintico nascosto sotto le rampe di scale, dal sapore iniziatico. Al di sopra quindi si apre la peschiera, con una profonda vasca circondata da limoni e poi ancora boschi, dedali di siepi, roseti e sculture che interrogano il visitatore. Si dice che il marchese si divertisse a spingere i suoi ospiti nel giardino per poi infradiciarli con i zampilli delle fonti e della grotte. Vedendo i bambini rincorrersi non ho potuto fare a meno di immaginare le vesti gonfie e raffinate della dame di un tempo danzare fra le aiuole come in un film di Sophie Coppola.

Sono sicura che anche voi resterete deliziati dalla grazia d’altri tempi di questo gioiellino toscano. Per maggiori informazioni sulla visita alla Villa, prezzi e orari, consultate il sito Ville e Palazzi Lucchesi.
Villa reale di Marlia
Terminata anche questa visita, restando a Capannori avrete ancora molte possibilità. Non posso fare a meno di citare un’altra meravigliosa tenuta mobiliare: La Villa Reale di Marlia. La villa fu la residenza della sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi, ed è a lei che si deve gran parte della sua bellezza. Recentemente la Villa è stata acquistata da nuovi proprietari che ne hanno curato il restauro. Ve ne ho parlato diffusamente in questo articolo .
Il borgo delle camelie: pieve di Compito
L’ultimo suggerimento su cosa vedere a Capannori che vi lascio è Pieve di Compito. Anche di questo meraviglioso borgo vi ho già parlato in quest’articolo: il borgo delle Camelie. Pieve di Compito è il fulcro di una manifestazione originalissima che porta sempre più visitatori alla scoperta della passione dei Lucchesi per il fiore della camelia. Ne sono rimasta davvero affascinata e non posso che consigliarvelo.
Come vi ho accennato sopra, tuttavia, le possibilità di visita a Capannori non finiscono qui. Vi consiglio ad esempio anche una visita a Villa Mansi o una passeggiata lungo l’acquedotto. Allora, vi ho convinti?
Qui sotto potete vedere la mappa dei luoghi: