Marina di Carrara è la mia città. O meglio, lo era. Diciamo che è il luogo in cui sono nata e cresciuta e che conosco come le mie tasche. Nelle varie fasi della mia vita, posso dire di averne perlustrato ogni angolo, percorso ogni via, entrata in ogni portone e bugigattolo che nasconda. Sarà quindi sorprendente per voi sapere che per anni sono stata lontana dal suo mare come si sta lontani da un lazzaretto di appestati. Marina di Carrara è infatti conosciuta per la lunga scia di stabilimenti balneari che in maniera quasi continuativa divide la spiaggia in lotti di ombrelloni e lettini, come se si trattasse di un allevamento di galline, da pagare profumatamente. Chi non vuole pagare per il suo scampolo di bagnasciuga si deve arrendere a condividere lo spazio con altri “poracci” ammassati uno sopra l’altro in delle specie di lager (ci sono recinzioni che separano le aree dei bagni da quelle libere e provate a fare un passo dentro il bagno, poi me lo ridite). Ora, non voglio tirare per le lunghe il fatto che trovo questa gestione delle spiagge profondamente sbagliata e deleteria, ma questo spiega perché, da ragazza, alla prima occasione scappavo sugli scogli di punta bianca, per esempio, oppure boicottavo del tutto la stagione estiva, recandomi al mare solo fuori stagione. Ora, lo so che non sto facendo un’ottima pubblicità a un luogo che tutto sommato amo (e figuratevi allora cosa posso dire di ciò che odio!), ma se continuerete a leggere scoprirete il perché di questo post.

Intanto posso assicurarvi che ogni Marinello, prima ancora di imparare –chessò– la sequenza delle Alpi o degli affluenti del Po, impara quella dei “bagni”: Luciano, Mistral, Messico, Orsa Maggiore…” Tutti li sanno a memoria e, in perfetto ordine geografico e, con l’apprestarsi della bella stagione, la domanda più ricorrente non è “dove vai in vacanza?” ma “a che bagno sei?”. Questo perché è cosa comune tra i più giovani muoversi in mandria da uno stabilimento all’altro in base all’organizzazione di questo o quel torneo, la presenza di cibi più o meno invitanti, o intrattenimenti vari permessi o meno nelle strutture. Per un Marinello è fondamentale dunque conoscere a menadito ogni bagno e quello che vi succede dentro. Nonostante quindi la mia riluttanza a frequentare uno stabilimento, per mantenere un minimo di vita sociale mi è capitato nel corso della vita di andarci molte volte, ospite di qualche amica, o addirittura di condividere il fatidico ombrellone con decine di altri ragazzi (anche se poi, per la maggior parte del tempo, si bighellonava al bar del bagno senza recarci quasi mai a riva). Senza contare che con gli anni e con la maternità mi sono ammorbidita e alla fine sono scesa a patti con questa realtà parallela dei bagni dovendo concludere che, soprattutto per chi ha famiglia, non è così male come sembra. Ma come scegliere lo stabilimento ideale fra i 44 (avete capito bene, 44!) che la località toscana offre? Qui cercherò di darvi una mano, svelando quello che in tutto questo tempo, e grazie alle mie ritrosie, ho imparato.
Indice
La posizione

A Marina di Carrara i bagni si susseguono l’uno dopo l’altro dall’area portuale risalendo la costa verso nord fino al fiume Parmignola che segna il confine con la Regione Liguria. Devo dire che nell’ultimo decennio la qualità delle acque (almeno visivamente) è nettamente migliorata rispetto alla mia infanzia anche se, ovviamente, se cercate un orizzonte turchese da catalogo dovrete andare altrove. La ragione di questo fatto sta nel fondale sabbioso scuro che, nelle giornate di maggior limpidezza, dona alle acque al massimo una sfumatura verde, ma è nella natura delle cose e di questo non si può dare colpa a nessuno (e siamo pure Bandiera Blu!). Per il resto, tutto il litorale è caratterizzato da un amplissimo arenile, ventilato, bagnato da un mare sempre lievemente ondulato (un tratto che trovo molto romantico) in cui si formano zone di secca alternate ad aree più profonde, senza molta variazione da un bagno all’altro. Come prima cosa quindi, vi consiglierei di cercare quei bagni più distanti da fiumi e canali che, per quanto depurati, qualcosa scaricano sempre. Volendo fare una prima grossolana divisione dei bagni di Marina, il primo segmento andrà dal porto alla Rotonda (dove si trova una delle miserrime spiagge libere); il secondo, dalla Rotonda alla Fossa Maestra: cercate il vostro bagno più o meno al centro di queste fasce. Altri fattori però possono condizionare la scelta della posizione. Per esempio, se avete bimbi piccoli, vi consiglio i bagni più vicini ai giardini pubblici, ombreggiati da una bella pineta, dove potrete ritirarvi coi piccoli durante le ore più calde. Se alloggerete in centro a Marina e vi muoverete a piedi, vi consiglio senz’altro quelli più prossimi al porto.
Il prezzo

Una volta individuata grosso modo la vostra zona, il secondo fattore decisivo per la scelta di un bagno sarà quello del prezzo (a meno che non abbiate molti soldi a disposizione e allora punterete subito a quello più lussuoso). Il discorso del prezzo mi diverte sempre molto perché è difficile stabilire su cosa si basi realmente. Diciamo che ci sono delle tariffe ufficiali, ma, in realtà, quando vi recherete sul posto, verrete soppesati dal gestore che, in base a fattori imperscrutabili, vi farà il Vostro prezzo. Diciamo che la media si aggira sui 25 € giornalieri per ombrellone e due lettini. Possono diventare 30 o scendere a 20. Forse a simpatia. Sta a voi quindi mostrarvi decisi, simpatici, ma non disposti a spendere un centesimo di più del dovuto. Insomma, fingetevi sgamati. Se poi starete trattando per un mensile o addirittura per la stagione, dovrete affilare tutte le vostre armi di “mercanteggiatori” per raggiungere un prezzo equo. Naturalmente ci sono anche bagni che veramente offrono più servizi e costano di più per questo. Così come vi sono bagni che si danno solo un tono più in ma si fanno pagare anche quel “in”.
I servizi
E veniamo subito quindi al terzo fattore importante per scegliere il bagno a misura per voi. Anche se non lo si dice apertamente, ci sono bagni più orientati alle famiglie, al lusso, senior, giovanili e via discorrendo. Un modo per capirlo sarà chiedere da subito ai gestori che servizi offrono oltre al classico “ombrellone e lettino”. Ci sono bagni con piccoli parchi giochi dove i vostri bambini si divertiranno un mondo, la clientela è famigliare e nessuno si lamenterà delle nuvole polverose alzate da vostro figlio (è inevitabile). Ci sono bagni che offrono animazione con corsi di Zumba fitness che magari potrebbero risultare un tantino fastidiosi a chi ama stendersi al sole con un bel libro. Viceversa, certi bagni saranno troppo silenziosi – e noiosi – per chi viaggia con dei teenager, ma perfetti per una clientela più matura. Alcuni hanno la piscina, altri, oltre al normale lettino, propongono sdraie in plastica da portare in riva. Alcuni sono organizzati per il beach volley, il surf, il SUP, financo il subwing ed altri invece hanno a male pena il biliardino. Alcuni hanno spogliatoio e guardaroba e vi faranno lasciare lì teli da mare, tavolette, braccioli e quant’altro (per me è un vero sollievo non dover fare avanti e indietro con tutta quella roba come un facchino!)e altri invece vi offriranno la nuda sdraio. Insomma, chiedete chiaramente tutti i servizi e magari fatevi un giro prima di decidere per valutare con i vostri occhi.
La posizione degli ombrelloni

Premesso che, come vi ho detto sopra, sarete comunque sempre polli in batteria (e che polli! Considerato quanto fruttate alle strutture!), ci sono alcuni stabilimenti che hanno più spazio fra un ombrellone e l’altro ed altri invece che sembrano aver studiato la scienza dell’ottimizzazione dello spazio-spiaggia per piazzarne il maggior numero possibile ( negli stabilimenti la distanza minima tra gli ombrelloni in genere deve essere di 3 metri tra le file e di 2,5 metri sulla stessa fila). Se siete fra quelli che passano molto tempo a sonnecchiare sul lettino potrebbe non farvi piacere ritrovarvi sotto gli sguardi eloquenti di disapprovazione del vostro vicino a cui, per forza di cose, contenderete le zone d’ombra. Al contrario, se invece siete fra quelli che usano la sdraio solo per poggiare vestiti e accessori e passano il tempo a giocare o sdraiati in battigia, potreste fregarvene di questo fattore. Detto questo, vi dovrebbe interessare molto sapere in quale fila verrete posizionati dal gestore. Questo punto è davvero fondamentale perché essendo la spiaggia di Marina di Carrara molto profonda, i posti più a monte sono quelli più afosi e sono molto lontani dalla riva. Scordatevi le prime file: quelle sono riservate a famiglie che probabilmente si tramandano di generazione in generazione il privilegio del “posto al sole” con investitura massonica. Inizialmente pensavo fossero riservate agli stagionali, ma dopo aver rinnovato per 3 stagioni lo stesso abbonamento a un bagno ed essere arrivata massimo alla terza fila a monte, ho rinunciato a capire. Se siete molto fortunati e andrete a genio al gestore potrebbe capitarvi, però, una posizione centrale. Ma la dottrina occulta della distribuzione degli ombrelloni regala anche delle sorprese: per esempio, se affittate l’ombrellone solo per una giornata, potreste avere il piacere di ritrovarvi ben posizionati al centro. Va da sé che gli ombrelloni più vicini alla passerella siano più comodi.
Le aree ristoro
Questa potrebbe essere una sottovoce dei “servizi”, ma siccome mi è capitato di non trovare posto alcuno per sedermi all’ora di pranzo, lo metto a parte. Quasi tutti i bagni hanno un bar fornito dove eventualmente potrete trovare snack e panini per il pranzo, tuttavia alcuni hanno un numero di tavoli decisamente sotto-stimato. Sia che via piaccia portarvi il vostro panino, sia che preferiate acquistare qualcosa al bar, durante il vostro giro di ispezione fate caso a come sono le aree ristoro. Molti bagni ad esempio, suddividono le due tipologie di clienti: bar da una parte, al sacco dall’altra, senza dimenticare che alcuni hanno anche un vero e proprio ristorante aperto a pranzo e a cena, naturalmente separato dal resto.
I parcheggi
Last but not least, l’argomento parcheggio. Il parcheggio è uno dei fattori più traumatici di tutti, capace di rovinarvi l’intera vacanza. Per prima cosa, se potete, andate a piedi o in bicicletta. I parcheggi sono sempre sotto-stimati. Non credete a chi vi dirà il contrario. Nel weekend si possono passare delle mezz’ore a cercare parcheggio per poi finire a mettere la macchina in centro città (peggio di così ho trovato solo a Fontane Bianche in Sicilia ad agosto): la conseguenza è quella di arrivare al mare sudati e incavolati e si sa che il buongiorno si vede dal mattino… Ciò nonostante ci sono delle zone in cui, se siete fortunati, potrete più facilmente trovare posto per l’auto. La prima, è vicino al porto, con due capienti parcheggi, l’uno di fronte alla caravella, l’altro accanto all’entrata del bagno Mistral. La seconda, la troverete di fronte alla marmo-macchine. Se non trovate lì, affidatevi alla Divina Provvidenza.
Con questo credo di aver esaurito le mie annotazioni in merito alla scelta del bagno nella mia cara vecchia Marina. Ho tralasciato di dire che esistono spiagge per cani, segnalate dalla capitaneria di porto e che, all’occorrenza, chi avesse bisogno, può rivolgersi ai gestori per procurarsi la sedia speciale per il bagno di chi è portatore di disabilità. Credo, tuttavia, che nessuno ce l’abbia di default (ma mi farebbe piacere essere smentita).
Fate vostre queste raccomandazioni, fatemi avere le vostre osservazioni e, magari, potreste anche divertirvi.
