Fra tutte le varie tradizioni che si rincorrono nel mondo il Carnevale assume un significato speciale. Le sue origini si fanno risalire ben prima dell’arrivo del Cristianesimo, fra i culti dionisiaci o addirittura ancora più addietro nelle terre mesopotamiche quando si celebrava la rigenerazione cosmica del periodo primaverile. Era il momento in cui si abbandonavano le regole del vivere comune per lasciarsi andare al divertimento, agli scherzi ed eccedere nei vizi. Si trattava, in sostanza, di un atto simbolico di rovesciamento della stato sociale, per poi riconoscersi nuovamente nei codici delle comunità di appartenenza e celebrare la ritrovata armonia.

La tradizione è stata poi inglobata dal Cattolicesimo perdendo molto delle sue caratteristiche primeve, tuttavia, l’emblema della dissoluzione dell’ordine costituito ha resistito ad ogni tipo di mutamento che le nostre società abbiano attraversato. E’ la maschera il viatico per l’anarchia, quello spogliarsi della propria identità per assumerne un’altra, spesso bizzarra o incongruente con il nostro ruolo sociale, che porta in superficie un mondo alla rovescia. E il mascheramento è l’elemento comune a tutte le usanze carnevalesche nel mondo.

Fra le tante tradizioni legate al Carnevale, ce ne sono alcune che più lasciano trapelare la loro essenza; altre che hanno sviluppato un carattere unico legato al luogo di origine ed altre ancora che condividono lo spirito carnascialesco ma hanno un senso proprio. Ho chiesto alle Travel blogger Italiane di parlarne ed insieme abbiamo creato questa raccolta che vi porterà alla scoperta di alcuni riti davvero suggestivi e meritevoli di un viaggio: dall’Ungheria fino alla Sicilia. Io sono pronta. E voi?

Il Carnevale in Ungheria: i Busójárás

Carnevale in Ungheria. Foto di Giulia Pracucci
Carnevale in Ungheria. Foto di Giulia Pracucci

Il carnevale è un momento dell’anno speciale, ci si spoglia degli abiti di tutti i giorni per assumere un’altra identità, almeno per qualche giorno! È esattamente ciò che fanno i busó, gli enormi mostri protagonisti del Busójárás.

Il Busójárás è una festa popolare di tipo carnascialesco che si svolge a Mohács, nell’Ungheria meridionale. La cittadina occupa una certa importanza nella storia ungherese per via di due battaglie fondamentali. Nel 1526 gli ungheresi persero contro l’esercito dell’Impero Ottomano, che ben presto occupò il territorio. Nel 1687, invece, i turchi persero clamorosamente contro le truppe imperiali e tornarono a casa lasciando definitivamente il paese. Per via di questa storia un po’ lunga e tortuosa, l’origine del Busójárás è tutt’ora un po’ incerta. Alcuni sostengono che le maschere inquietanti e i loro rumorosi campanelli siano stati la causa della cacciata dei turchi, altri invece affermano che l’aspetto demoniaco serviva a spaventare l’inverno e a finalmente mandarlo via per far spazio alla tanto agognata primavera.

La manifestazione oggi mantiene il suo carattere goliardico. Tra Giovedì e Martedì Grasso, la città si riempie di questi bestioni dal volto di demone intagliato nel legno, dai campanelli rumorosi, dalle cacofoniche raganelle e dalle pelli di pecora che li fanno sembrare ancor più grandi e imponenti. I busó sfilano indisturbati per le vie di Mohács spaventando i passanti, sfidandosi a colpi di bastone e facendo scherzi a chiunque incroci il loro percorso. Il fulcro della festa si svolge durante il fine settimana. La domenica molti busó, provenienti anche dalle zone limitrofe della Croazia e della Serbia, marciano verso il fiume, dove lanciano tutti insieme una bara finta che simboleggia la stagione fredda. Dopo di che, si accende un gigantesco falò in piazza e si fa festa fino a tarda notte.

Giulia Pracucci- Viaggiare con gli Occhiali


Il Carnevale in Svizzera

le lanterne del morgenstreich carnevale in Svizzera
La Morgenstreicht. Foto Dpa

La Svizzera è comunemente conosciuta come un paese preciso, rispettoso di ogni regola e dove tutto è serio e concreto. In parte la Svizzera è così: ci ho vissuto per 8 anni e ho imparato a conoscerla bene. C’è, però, un periodo dell’anno in cui la Svizzera si trasforma, un momento che va
da 4 giorni a una settimana. Di che momento si tratta? Dei giorni che decretano la fine del Carnevale. Il Carnevale in Svizzera (ma anche in alcune zone della Germania) è davvero uno di quei momenti dove le città dimenticano la serietà che le contraddistingue e diventano i luoghi dove
colori e divertimento sono pronti a rincorrersi per le strade. Dove andare per godersi il Carnevale più pazzo in Svizzera?
La prima destinazione è, senza dubbio, Bellinzona, la capitale del Canton Ticino. Il giovedì grasso la città viene consegnata, ufficialmente dal sindaco, nelle mani del Re del Carnevale. La consegna delle chiavi della città decreta l’inizio del “Rabadan”, parola ticinese che delinea uno stato di festa e di
casino diffuso. Che cosa succede a Bellinzona durante il Carnevale? Il centro si riempie di tendoni dove mangiare e bere a volontà. Inoltre, le migliori “Guggen” della zona si esibiscono per strada, riempendo la città di musica. Che cos’è una Guggen? Si tratta di una banda musicale formata da
tamburi e ottoni. Le Guggen solitamente si esibiscono in canzoni celebri e attuali, riarrangiate a modo loro. Il Rabadan culmina nella notte del martedì grasso, momento in cui davvero la città acquisisce una volontà immensa di fare festa.
Molto intenso e di diverso tipo è, invece, il Carnevale di Basilea. Il “Basler Fasnacht” si tiene, solitamente, la settimana dopo la fine ufficiale (cattolico-romana) del Carnevale. Le celebrazioni sono di vario genere ma il momento imperdibile è il “Morgenstreich“, una sfilata silenziosa che si tiene in piena notte, illuminata solamente dalle lanterne. Ho assistito al Morgenstreich due volte ed è stata pura magia: ogni luce del centro città viene spenta e il corteo si muove (intorno alle 4) illuminando il percorso con la luce delle lanterne che sembrano pura magia. Questa è una celebrazione di carnevale che vale il viaggio in Svizzera.

Giovy Malfiori – Emotion recollected in tranquillity


Antichi riti e feste tradizionali in Val Susa – Piemonte

Gli spadonari di Venaus
Gli spadonari di Venaus. Courtesy Valle di Susa Tesori

La danza delle spade

Nella Valle di Susa la danza delle spade sopravvive nei paesi di Giaglione, Venaus e San Giorio.

A Giaglione e Venaus  gli spadonari hanno il compito di accompagnare la statua del santo patrono durante la processione in suo onore (San Vincenzo a Giaglione e San Biagio e Sant’Agata a Venaus), mentre a San Giorio la danza delle spade è abbinata, dal 1929, alla rappresentazione legata alla leggenda di un feudatario spodestato e in cui il ruolo degli spadonari è quello di coraggiosi eroi che liberano la comunità oppressa.

La danza delle spade viene fatta rientrare in quel complesso sistema di riti primaverili che segnano il momento di passaggio dall’inverno alla primavera, dalla morte alla rinascita.

Un’altra particolarità: spesso è collegata alla presenza di una struttura lignea a forma di tronco di cono, ornata con nastri, fiocchi, fiori e frutti e dentro alla quale viene posto del pane benedetto. La danza in cui si cimentano è costituita da precisi movimenti e figure che possono essere ricondotti ad antichi cerimoniali destinati ad invocare la fertilità dei campi. Anche i loro costumi, caratterizzati da copricapi adorni di nastri e fiori colorati, hanno lo stesso scopo.

Il Ballo dell’Orso a Mompantero

Il “Ballo dell’Orso” che si svolge a Mompantero, un piccolo comune della Valle di Susa, è un’antica tradizione folkloristica alpina impregnata di una ricca ritualità. La festa si svolge nel periodo della Candelora, il primo fine settimana di febbraio, ed è legata alla celebrazione della festa cristiana di santa Brigida, a cui è intitolata la chiesetta della borgata. 

Antico Carnevale del Lajetto a Condove

carnevale del Layetto
Carnevale del Layetto. Courtesy Valle di Susa Tesori

Il Carnevale del Lajetto, a monte di Condove, nella Valle di Susa, è un antichissimo carnevale alpino abbandonato negli anni ’50 del ‘900, riproposto su iniziativa dell’Associazione Culturale “Le Barbuire” nel 2010
I protagonisti della rappresentazione, che tradizionalmente si svolge l’ultima domenica prima della Quaresima, si possono distinguere in due gruppi di personaggi: i “brutti” e i “belli”.

Quest’anno si svolgerà domenica 3 marzo 2019.

Per maggiori informazioni:www.vallesusa-tesori.it e www.valdisusaturismo.it 

Silvia Badriotto – Nuovi Turismi


Il Carnevale sull’acqua di Comacchio

Carnevale di Comacchio. Foto di Sabrina Balugani

La chiamano “la piccola Venezia” perché con i suoi canali e i ponti assomiglia alla più nota città lagunare. Comacchio non ha nulla da invidiare a Venezia per conformazione. Nata dall’unione di tredici isole che si sono formate dal Po di Primaro e che sfociano nel mare Adriatico, è sicuramente una delle città lagunari più allegre della riviera emiliano-romagnola. 
In estate animata dai turisti che apprezzano le vicine spiagge dei suoi sette lidi e le sue specialità eno-gastronomiche come l’anguilla. E’ ugualmente ricca di iniziative in inverno. Una delle manifestazioni che attirano spettatori da tutto il mondo è sicuramente il Carnevale sull’acqua. Ed è proprio l’acqua l’elemento principale che vede trasformare le antiche “batane” (le barche) in carri allegorici che a suon di musica, danze e lancio di coriandoli, si sfidano lungo i canali passando sotto gli storici ponti. 
Da alcuni anni ad affiancare le barche che sfilano goliardicamente nella piccola cittadina, si è voluto creare un carnevale alternativo dedicato esclusivamente ai bambini. E’ nata così l’idea di una sfida tra le scuole della zona che vede protagonisti i più piccoli a darsi battaglia lungo i canali con le loro creazioni più fantasiose. 
Non possono mancare sulla terraferma la possibilità di assaggiare le specialità locali e di poter conoscere da vicino la simpatia dei suoi abitanti. 
(Il Carnevale di Comacchio si terrà nel 2019 nelle date del 24 febbraio e 3 Marzo 2019)”

Sabrina Balugani –I viaggi di Ciopilla


Mamuthones e Issohadores: Mamoiada in Sardegna

Mamuthones. Foto di Elena Del Becaro

Il carnevale in Sardegna è uno dei più particolari e coinvolgenti che potrete trovare nella penisola. Maschere allegoriche, colori e folclore sono le parole d’ordine per una esperienza che vi lascerà davvero a bocca aperta. Tra le città della Barbagia, quella che più si distingue per la tradizione carnevalesca è sicuramente Mamoiada, un vero caleidoscopio di tradizione, enogastronomia e riti antichi da riscoprire. 

Vi basterà unirvi a tutta la popolazione che si riversa, come ogni anno, nella strada principale di Mamoiada, per assistere ad una delle feste più sentite e partecipate del circondario: il carnevale mamoiadino. A sfilare, stavolta, non troverete mascherine colorate, animaletti e abiti dei cartoon: in questi luoghi i carri allegorici e le grosse strutture in cartapesta lasciano spazio al ritmo cadenzato dei campanacci, alle maschere in legno dai lineamenti molto marcati e quasi spaventosi così come alle pelli nere di pecora. 

La vera attrazione della festa, infatti, sono proprio i Mamuthones e Issohadores, due maschere tradizionali che sfilano sempre insieme nonostante siano davvero differenti dei colori e nella tipologia di vestito. I primi sono degli uomini con maschere nere dalle espressioni arrabbiate, vestiti con pelli nere di pecora e con indosso delle grosse campane sulla schiena. Durante le sfilate questi si schierano in fila e si esibiscono in delle coreografie ritmate facendo suonare le grosse campane in maniera coordinata.

Gli Issohadores, invece, hanno una figura molto più colorata ed elegante: sono sempre gli uomini a ricoprire questa figura, portando una giacca rossa, dei pantaloni bianchi, gambali neri e una maschera bianca sul viso. Il rito vuole che questi, facendolo roteare un lazzo sulla testa, acchiappino le giovani donne come simbolo di buon auspicio per il nuovo anno. Molte sono le interpretazioni legate a queste maschere antiche: una di queste si lega alla storia di quest’isola e riconosce in queste figure i pastori di barbagia (Issohadores)che, dopo aver fatto schiavi i Saraceni invasori (Mamuthones), li portano in corteo.

Marta Piras – www.italobackpackers.it

Puglia: il Carnevale di Massafra

Carnevale Massafra
Carnevale di Massafra. Foto di Giacomo Nardelli

Sessantasei anni e non li dimostra.

È proprio negli anni ’50 che nasce il Carnevale di Massafra come forma di divertimento e aggregazione grazie ad un gruppo di amici, con a capo il prof. Espedito Jacovelli, desiderosi di un puro e sano divertimento creando fantocci rivestiti e soprattutto scherzi esilaranti.

Oggi, l’abile maestria dei cartapestai ha portato a livelli eccelsi la costruzione dei carri dal punto di vista estetico, artistico e tecnico. Dei veri capolavori.

Il Carnevale di Massafra ritorna in tutta la sua spettacolarità con i suoi mastodontici carri allegorici, un insieme di molteplici forme di cartapesta che si muovono al ritmo di una musica assordante, accompagnati da figuranti travestiti a tema e da gruppi mascherati che rallegrano in modo vivace l’evento.

Quest’anno le  sfilate dei carri allegorici si terranno di nuovo sul corso principale, corso Roma, dopo due anni di travagliate vicissitudini, dovute alle nuove normative di sicurezza.

La particolarità del Carnevale di Massafra è la libera partecipazione di tutti, si può persino stare sotto i carri a ballare e a seguire il corteo carnescialesco.

Non ci sono transenne che dividono il pubblico dai carri allestiti e ci si può spostare lungo il percorso che solitamente è molto affollato da visitatori e partecipanti attivi che sfoggiano costumi originali e maschere divertenti.

Le sfilate sono organizzate di sera e proseguono fino alla mezzanotte inoltrata, in un turbinio di coriandoli e stelle filanti, suoni e risate. 

Questi i sette carri che sfileranno sabato 2 e martedì 5 marzo:

  1. Il silenzio degli innocenti
  2. A..social trash
  3. SOS Ecosistema
  4. È tutta una roulette
  5. Dietro la maschera
  6. Ad Extremum terrae
  7. Back in the ’80s carnival

Venite a vederlo, vi assicuro che avrete un posto in prima fila.

Maria Millarte – Around Me


Il carnevale barocco di Acireale in Sicilia

Carnevale Acireale Sicily Italy 60

In Sicilia il carnevale è barocco! Barocco come le vie del centro storico della città di Acireale, che ogni anno accolgono la festa più pazza dell’anno. Dai carri allegorici, con i classici personaggi in cartapesta ai carri infiorati che sfileranno in replica anche nel mese di aprile. Ad Acireale il Carnevale è una festa davvero sentita da tutti gli abitanti della città. Una festa con una tradizione antichissima: le prime notizie dei presunti festeggiamenti si hanno già dal 1500. Si racconta che nel secolo successivo le persone festeggiassero lanciando arance e limoni per le strade della città. Ma la vera particolarità del Carnevale di Acireale sta proprio nella presenza dei carri infiorati. I carri vengono realizzati in ferro, legno, reti metalliche e polistirolo, alla quale in ultimo si applica l’elemento decorativo floreale.

Quest’anno la grande parata di apertura  si è tenuta il 17 febbraio alle ore 17: si è iniziato con la presentazione ufficiale dei nove carri allegorico-grotteschi che hanno sfilato preceduti da gruppi mascherati a tema con la partecipazione di bande e musiche folkloristiche. Non sono mancati artisti di strada, eventi per i più piccoli e serate disco. Novità assoluta di quest’anno è l’ingresso a pagamento. Per accedere alle vie del centro, viene richiesto infatti un ticket di 5 euro a persona. In alternativa si può scegliere un abbonamento di 6 ingressi del valore di 20 euro a persona. Il Carnevale di Acireale durerà fino al 5 marzo. Buon divertimento a tutti!

Chiara Falsaperla- Claire in Sicily


Carnevale curioso maschere

Commenti da Facebook

comments