Il pensiero corre subito a riti misterici, al culto degli astri e della natura ed è affascinante concludere che l’edificio cattolico sorga, in realtà, in un luogo sacro da sempre
Indice
Barga: il borgo amato da Giovanni Pascoli
Nelle colline della Garfagnana in provincia di Lucca si trova un paese che è un piccolo gioiello perfetto per un soggiorno rilassante o un week-end in famiglia. Mi riferisco a Barga, borgo già cantato da Giovanni Pascoli – che nella frazione di Castelvecchio, poco distante da qui, compose alcuni dei suoi più famosi versi – e oggi insignito dei tre prestigiosi riconoscimenti della Bandiera Arancione del TCI, dei Borghi più belli d’Italia e delle Città Slow.Ma non c’è bisogno di scomodare il poeta per introdurre la bellezza paesaggistica di Barga: percorrere i suoi stretti vicoli lastricati, osservarne i colori è già di per sé un’esperienza: come se si entrasse in un dipinto agrestre di Braque o meglio ancora, per rimanere in Italia, in una tela dalle tinte pastello di Ottone Rosai.
Le case appaiono massicce, alte e severe, compattate in schiere uniformi divise da un reticolo di stradine che scendono dal colle come rigagnoli di un fiume. Il borgo è protetto da antiche mura di cinta di origine medievali nelle quali si apre la bella Porta Reale che dà un sontuoso benvenuto al visitatore.
Barga: il gioiello romanico del Duomo di San Cristoforo
Una volta entrati, il disegno urbanistico incoraggia la salita che si avviluppa lentamente sull’altura come una scala a chiocciola. E presto si scorge la vera perla dell’abitato: l’imponente mole bianca del Duomo di san Cristoforo che, con la sua abbacinante luminosità, sembra un diadema sulla collina.
Da qui il panorama è straordinario: con una sola occhiata si abbracciano i tetti color fuliggine di Barga, cinti dal meraviglioso arco azzurro delle Alpi Apuane. Poi, basta voltarsi, e si incrociano con lo sguardo i più dolci Appennini.
Il Duomo sorge infatti su una splendida terrazza che pare quasi un cannocchiale su tutta la valle del Serchio e le aree confinanti. E soltanto affacciandosi dalla sua balaustra si comprende appieno l’unicità del luogo: un paesaggio ameno che a guardarlo infonde pace nell’animo, ma anche aperto e infinito. Non stupisce che possa essere stato fonte di ispirazione poetica e pittorica. Oltre a Pascoli, infatti, Barga ebbe un altro suo cantore, il pittore Alberto Magri: figura solitaria del primo Novecento, apprezzata da Lorenzo Viani e Umberto Boccioni.
Il belvedere è affiancato da un soffice tappeto d’erba punteggiato da cipressi un tempo sede delle assemblee del popolo e che per questo continua a chiamarsi ancora oggi dell’Arringo.
La facciata della chiesa è di inequivocabile stile romanico, con un grande portale sormontato da un arco a tutto sesto scolpito con foglie d’acanto. Ai lati si ergono due colonne con capitelli corinzi su cui troneggiano due leoni. A osservare con attenzione tutto l’esterno dell’edificio non si può fare a meno di notare le formelle decorate con creature mostruose e simboli dell’alto medioevo.
All’interno della cattedrale, ritmata da tre ariose ma buie navate, sono conservati alcuni capolavori: il pulpito di marmi policromi, databile intorno al XIII secolo e attribuito alla scuola del comacino Guido Bigarelli, decorato con scene del Nuovo testamento e con le figure dei profeti; e dello stesso periodo, l’Ambone. Notevoli anche la scultura lignea del patrono, San Cristoforo, posta alle spalle dell’altare, e le terracotte invetriate di scuola Della Robbia nella cappella laterale destra.
Barga: il doppio tramonto sul monte forato
Ma è dal centro della chiesa, girandosi verso l’esterno, che, a parer mio, si comprende quanto questa costruzione sia speciale: la vista sulle montagne che incornicia perfettamente l’arco del monte Forato, infatti, non può essere casuale.
Da qui si osserva uno dei fenomeni più belli di tutte le Alpi Apuane, uno scherzo della natura che oggi come ieri non cessa di attirare migliaia di visitatori curiosi e studiosi; appassionati di fenomeni celesti e di archeoastronomia, fotografi e film-maker: il doppio tramonto di Barga. Nei mesi di novembre, durante l”estate di san martino” e gennaio, il sole, giunto al termine della sua corsa quotidiana, dopo esser svanito dietro il profilo delle Apuane, per un curioso effetto ottico riappare nell’arco del monte Forato dando la forte impressione di tramontare due volte.
Non è difficile pensare alla suggestione che questo fenomeno doveva esercitare nelle menti degli uomini dell’anno mille e, prima ancora, nelle popolazioni preistoriche. Il pensiero corre subito a riti misterici, al culto degli astri e della natura ed è affascinante concludere che l’edificio cattolico sorga, in realtà, in un luogo sacro da sempre.
Tuttavia, lo ribadisco, questo fatto curioso aggiunge solo un pizzico di mistero a un paese che non ha bisogno di scuse per reclamare attenzione. Un paese che non è un paese ma è, per rifarsi a definizione colte, uno “strapaese“: un autentico stralcio di toscanità, distante dai tour plastificati.
Barga. Come arrivare e informazioni pratiche:
In auto, uscire a Lucca sull’autostrada A12; da qui percorrere la SS445 fino alla deviazione a destra per la cittadina.
Da Barga sono possibili belle escursioni a piedi nei dintorni. Il centro è una realtà viva che ha dato i natali a due manifestazioni che uniscono al piacere della visita al borgo quello della musica e del teatro: il Barga Jazz e il festival d’Opera.
Per alloggiare si può far riferimento al sito del Comune di Barga.
Che bellezza Barga 😀 ci sono stata in pieno inverno a prendere del gran freddo 😀 ma nonostante tutto l’ho trovato molto carino!
Questo fenomeno del doppio tramonto è a dir poco magico 😀
Grazie Vale! Sì, in inverno è freddino…ma a gennaio il doppio tramonto è da non perdere! 😉
Che bellezza. Dello foto che sono un balsamo per gli occhi e per il cuore.
Ti ringrazio di cuore! 🙂