Fabbrica Mazzotti fra tradizione e Futurismo

E qui si è fatta la storia“, mi dice Nicoletta, vice-sindaco di Albisola Marina, non appena scendiamo dalla macchina parcheggiata presso lo showroom di ceramica della Fabbrica Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903.  Alzando lo sguardo sopra le vetrine mi colpisce il font dell’insegna: è una grafica particolare che mi fa pensare al jingle del Campari e mi riporta ai “ruggenti anni venti”. Si capisce quindi che qualcosa di grande in quegli anni deve essere successo qui,  forse – penso – proprio “la storia“- come accennato dal vice-sindaco. Entriamo nel negozio e ci viene incontro il proprietario, Tullio Mazzotti, a cui chiedo spiegazioni in merito a quei caratteri e all’architettura della fabbrica lì accanto, così carismatica e in un certo senso aliena rispetto a tutto quello che la circonda.

Albisole futuristeGià la sera prima, a dire il vero, mentre rientravo in hotel dopo una passeggiata, mi ero incuriosita verso quell’edificio così particolare che mi ero trovata d’improvviso davanti. Al buio, però, ne indovinavo solo le masse geometriche senza riconoscerne bene l’audacia. Adesso, mi si rivela, in tutta la sua forza, la volumetria gonfia della costruzione, scandita perfettamente dalle nette campiture cromatiche. Non è di molte parole Tullio, ma quello che dice è incisivo come un taglio sulla pietra.  Il palazzo, Casa Mazzotti è del 1934, ed è l‘unico esempio di abitazione futurista giunto intatto fino a noi,senza aver mai subito rimaneggiamenti che ne abbiano alterato le caratteristiche. Il progetto è del bulgaro Diulgheroff che, insieme a molti altri, in quegli anni frequentava assiduamente la manifattura. Mentre mi racconta tutto questo ci spostiamo in un’ala della ditta in cui sono esposti in bella mostra copie moderne di esemplari in maiolica disegnati da artisti fondamentali per l’arte del Novecento. Fra i tanti, noto i nomi di Marinetti, Balla, Depero, Prampolini, gli alfieri del Futurismo e pian piano nella mia mente va formandosi il quadro in fermento di quegli anni. Ma i fatti me li chiarisce ancora una volta Tullio Mazzotti. Fino agli anni venti l’azienda – fondata ad Albisola Superiore nel 1903 da Giuseppe Bausin Mazzotti – era sostanzialmente dedicata alla ceramica di gusto tradizionale, ma nel 1925, a seguito della partecipazione all’expo universale di Parigi,  cambiò bruscamente la rotta. Tullio, e suo fratello Torido, aprirono un capitolo di ricerca stilistica anti-decorativa, plastica e materica che trascinarono pian piano la ceramica albisolese fuori dal campo delle forme espressive applicate per farsi arte a tutto tondo. “Nato da una famiglia di ceramisti proseguo nella mia arte con grande fervore ed immensa passione, sicuro di marcare un indirizzo assolutamente nuovo nell’arte ceramica italiana. Niente che possa, anche lontanamente, ricordare le ceramiche vecchie, antiche o preistoriche. Voglio fare delle ceramiche che rovescino la tradizione. Forme policentriche, antimitative, meccaniche. Strati colorati, futuristi, violenti, abbaglianti, luminosi. Tecnica perfetta, ottenuta con materie locali, italiane, anche se povere, curandone accuratamente l’esecuzione“. Scriveva, nel 1930, con incredibile ostinazione  lo stesso Tullio – ribattezzato amichevolmente da Marinetti “d’Albisola” –  in una lettera indirizzata all’Albo degli Artisti di Milano.Tullio Mazzotti ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903

A seguito di quella rivendicazione così forte, alle tecniche della tradizione si affiancarono dunque gli smalti ad aerografo, la finitura mat e a buccia d’arancia; la produzione diventò funzionale e commerciale più attenta al design e alle mutate esigenze di stile; gli oggetti si trasformarono accentuando la componente pittorica e scultorea. In poche parole si assistette ad una vera e propria rivoluzione nel campo ceramico, non solo albisolese. Bisogna anche pensare che negli anni Trenta il Regime propugnava “il ritorno all’ordine” e alla difesa dei valori nazionali: la presenza nelle Albisole di un nucleo forte del secondo Futurismo e di ceramisti come Tullio e suo fratello Torido, ricettivi nei confronti degli impulsi più avanguardistici, fece sì che le vicende del luogo rappresentassero un’eccezione e si discostassero dal panorama nazionale.

Albisole-futuriste-Mazzotti-1903Questa situazione unica non fece che attirare intellettuali, artisti e spiriti sensibili alle ricerche estetiche. E non solo nella stagione futurista: la fama dello mentalità aperta alla sperimentazione, il clima di dibattito creativo che si respirava sotto il sole ligure fu come un’onda lunga che richiamò a sé i rappresentanti dello spazialismo di Fontana, il nucleare di Enrico Baj, l’espressionismo di Agenore Fabbri, il gruppo CoBRA, la poetica segnica di Capogrossi, Crippa, Scanavino e molti altri.

Il giardino museoceramiche-mazzotti-1903-museo

Tali passaggi hanno lasciato segni indelebili nelle Albisole, molti dei quali li si possono ripercorrere nel museo allestito nel giardino dell’azienda. E’ del 2002 difatti l’istituzione della Fondazione Museo Giuseppe Mazzotti 1903 che organizza eventi, ospita artisti contemporanei e, soprattutto, serba memoria di quegli avvenimenti e mantiene viva la sua presenza sul territorio. Perché è di questo che  si tratta: di amore per le proprie terre e del desiderio di portare avanti un’attività secolare come quella ceramica che qui, alla Mazzotti, ha dimostrato di saper mutar forma e di adattarsi, anche nei tempi più duri, restando fedele a sé stessa.ceramiche-mazzotti-1903-museo

Mentre passeggio seguendo la segnaletica del piccolo centro espositivo, resto sbalordita dalle opere di cui è costellato: il pezzo più importante è rappresentato da un grande coccodrillo realizzato da Lucio Fontana dal 1936. E’ un Fontana diverso da quello a cui ci ha abituati il maestro del taglio nella tela, un sogno barocco reso ancor più affascinante da una componente enigmatica, quasi un guardiano silenzioso appostato nell’ombra. Poi negli anni lo hanno seguito altri 34 autori fra cui Carlos Carlé , Aurelio Carminati (gli stessi del lungomare Eugenio Montale ad Albisola Superiore), Ansgar Elde, Raimondo Sirotti, Mario Anselmo, fra i tanti.  Mi colpisce in particolare una sedia su un albero di cachi che ho scoperto essere il “Trono del Ceramista Pensante“, costruito nel 2016 dallo stesso Tullio Mazzotti.  La scelta dell’albero non è casuale: si tratta infatti di una pianta interrata da Giuseppe Bausin Mazzotti, capostipite della famiglia di ceramisti. Non sfugge l’alto valore simbolico dell’installazione che fa da ponte fra passato e presente. Fra coloro che vi hanno preso posto scorgo nelle fotografie anche Danilo Trogu, ceramista di Albisola Superiore che ho incontrato durante il mio weekend, dedito alla rielaborazione in forma moderna degli stili tradizionali albisolesi, fra cui la particolare maiolica nera che ho visto al Museo Trucco. E senz’altro potrebbe sedersi su quel trono anche Barbara Arto, capace di aver resuscitato un’altra manifattura storica, La Fenice, e che per questa determinazione si è meritata il primo premio al Festival Internazionale della Maiolica. Ancora una connessione fra attualità e storia: quella Storia che qui alla Mazzotti si è fatta così grande.Trono ceramista pensante - ceramiche Mazzotti 1903

Informazioni praticheAlbisole futuriste

La Fabbrica Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903 si trova al Albissola Marina in viala G. Matteotti 29. Oggi la manifattura realizza ceramiche e maioliche artistiche negli stili della tradizione albisolese, in particolare il rinomato e conosciuto Bianco e Blu, o Antico Savona (stile costituito dalla rappresentazione pittorica di castelli, angeli o figure mitologiche contornate da alberi e “erbaggi”, con sullo sfondo montagne e colline) rappresenta la parte maggioritaria della produzione.
Accanto alla produzione tradizionale la Mazzotti edita in numero limitato, da calchi o disegni originali di Tullio Mazzotti, le ceramiche Futuriste ispirate alla produzione decò e futurista. La Manifattura offre visite guidate di scolaresche o gruppi che possono vedere i laboratori e il ciclo completo della lavorazione artigianale della ceramica di Albisola, nonché visitare il giardino museo nel quale sono collocate oltre cinquanta opere di vari importanti artisti. Il giardino museo, inserito nel circuito del Muda,  è sempre visitabile durante gli orari di apertura del negozio.
Per contatti e prenotazioni 019.489872, dal martedì al venerdì dalle ore 09.00 alle 12.00. Dal martedì al sabato è possibile visitare anche la biblioteca per consultazioni dedicate alla ceramica. Nella Casa Mazzotti, opera di Diulgheroff, oggi ha sede la ditta Ceramiche Mazzotti, di un altro ramo della stessa famiglia, che propone oggetti in ceramica di altissimo livello interamente realizzati a mano e di gusto tradizionale albisolese: decò, antico savona, levantino e calligrafico naturalistico.


Post in collaborazione con Buongiorno Ceramica

 

 

 

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