“La nuda Pania tra l’Aurora e il Noto,
da l’altre parti il giogo mi circonda
che fa d’un Pellegrin la gloria noto.
Questa è una fossa, ove abito, profonda,
donde non muovo piè senza salire
del silvoso Apennin la fiera sponda“.
Ludovico Ariosto, IV Satira
Dal 1522 al 1525, Ludovico Ariosto fu commissario in Garfagnana per il Duca di Ferrara Alfonso I. L’autore dell’Orlando Furioso odiava con tutte le sue forze questo ruolo e questo luogo dimenticato da Dio che lo teneva lontano dalle lettere, dalla famiglia e dalla vita agiata nella splendida corte ferrarese. Il periodo passato in Garfagnana fu per il poeta una sorta di prigionia: nella sua visione il monte Pania, ossia la Pania della Croce, oggi nota come “la regina delle Apuane” diventa un orrido carceriere.
Beh…introdotta così la Garfagnana non sembrerebbe proprio un luogo invitante… Ma quant’è cambiata la Garfagnana dai tempi di Ariosto! Un tempo la regione era un ambiente difficile, covo di banditi e predoni che trovavano facile rifugio nelle sue fitte boscaglie (il “silvoso Appennin” dei versi dello scrittore), infestata di ladri, assassini, abitata da genti povere ma fiere, poco incline al rispetto per l’autorità e alla sottomissione al potere degli Estensi. Oggi la Garfagnana, fertile valle lucchese incuneata fra il Parco Regionale delle Alpi Apuane e il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, accoglie il visitatore come un’oasi verde costellata di borghi medievali ben conservati e tenuti, antiche pievi e chiese, castelli e fortezze. Un’autentica porta nel tempo che trascina vorticosamente indietro all’epoca di dame e cavalieri.
Il nostro piccolo itinerario in Garfagnana prende avvio sulle colline di San Romano. Il borgo è costruito interamente in pietra grigia ed è ancora chiaramente riconoscibile l’originale schema costruttivo medievale che prevedeva fitte palazzate di case fuse le une con le altre. Man mano che ci si addentra nell’abitato si scoprono archi, volte, cunicoli. Ogni tanto qualche gatto fa capolino dai gerani posti ad ornamento delle case. Qua e là nelle murature si aprono nicchie con statuette votive dedicate alla Vergine o ai santi protettori del luogo.
Poco distante da San Romano, si trova lo splendido complesso restaurato della Fortezza delle Verrucole. Di origine medievale, il castello ha subito notevoli rimaneggiamenti e ampliamenti in epoca rinascimentale, come la costruzione dei due baluardi difensivi. Se il fortilizio assolveva funzione di abitazione nobiliare all’epoca della sua costruzione, in periodo comunale divenne prima sede della Curia delle Verrucole e dopo Presidio Militare. La fortezza è divenuta proprietà del Comune di San Romano nel 1986 e da allora è stata oggetto di numerosi e attenti restauri che le hanno conferito l’aspetto attuale.Proprio il “nostro” alfiere in Garfagnana, Ludovico Ariosto, nel 1524 pernottò nella Rocca Tonda della fortezza ed è sempre all’illustre poeta che si devono alcune opere di restauro della magnifica fortificazione.
Alle Verrucole la magia di un viaggio a ritroso nel tempo fino all'”epoca buia” del Medioevo tocca il suo apice. Grazie alla gestione originale e – è il caso di dirlo! – appassionata dell‘Associazione Mansio Hospitalis Lucensis il castello ha ripreso vita mediante suggestive ambientazioni e arredi fedeli al tempo rievocato.
Lo confesso: una volta giunta davanti all’ingresso della fortezza, quando ho visto il cartello “locanda” e una ragazza vestita in abiti d’epoca medievale al banco di ingresso, mi è venuto male! Ed ero molto scettica riguardo a questa modalità di fruizione di un monumento storico. Insomma, la paura di una pagliacciata era tanta. Devo dire però che durante la visita guidata mi sono ricreduta per l’attenzione filologica nella ricostruzione delle sale e soprattutto per la preparazione della nostra guida. All’interno del castello dunque potrete imparare cosa si mangiava e come si conservavano i cibi in epoca medievale, scoprire passatempi maschili e femminili e saperne di più sull’arte della guerra. La ragazza che ci ha spiegato i numerosi aspetti della vita quotidiana ai tempi del Boccaccio ci ha anche svelato che questo è solo il punto di partenza di un progetto più ampio che mira alla costituzione del primo archeopark medievale italiano.
Ma la parte che mi è piaciuta di più di questa visita è stata sicuramente quella dei laboratori didattici:
colori per la pittura e per tingere i tessuti,filati, erbe medicinali, rimedi contro il malocchio, minerali e molto altro, tutto ben disposto in ampollette, vasetti e scrigni. Una vera emozione vedere finalmente i colori macinati così come vengono descritti nel Libro dell’Arte di Cennino Cennini -ma, la guida mi corregge, anche nei testi precedenti! Lapislazzuli, biacca e verdeterra: gli ingredienti fondamentali per la tavolozza di pittori come Giotto e Cimabue sono tutti in bella mostra accanto alle tavolette per i bozzetti.
Terminata dunque questa immersione medievale il giro può continuare con una visita a Castiglione Garfagnana, borgo medievale di recente inserito nei Borghi più belli d’Italia, e Castelnuovo Garfagnana. Proprio qui si trova la Rocca Ariostesca dove il famoso scrittore cinquecentesco passò i suoi depressi giorni garfagnini. Nella stanze della Rocca, si compie un altro salto temporale e dal Medioevo si passa ai fasti del Rinascimento con l’esposizione di sontuosi abiti principeschi e la ricostruzione della camera del poeta, ad opera dell’associazione Compagnia dell’Ariosto.
L’ingresso alla Fortezza delle Verrucole costa 5 € (gratuito per i bambini!) ; la Rocca Ariostesca è gratuita.
Se passate di qui non dimenticate di assaggiare le leccornie locali! Funghi, ravioli, selvaggina e dolci indimenticabili!

Anche i gatti mangiano bene in Garfagnana! Ecco un gatto di San Romano intento a mangiarsi tagliatelle al ragù!
L’ha ribloggato su Guide in Retee ha commentato:
La Garfagnana è un territorio speciale ed è ancora più ricca dopo l’apertura della Fortezza delle Verrucole.. imperdibile!!!