grotte-tufacee-SantarcangeloSotto Santarcangelo, il bel balcone fiorito sulla Romagna che ho visitato durante il mio soggiorno a Bellaria-Igea Marina, nessuno si aspetterebbe di trovare un doppio sotterraneo della cittadina: un sistema su tre livelli di 160 grotte e cunicoli dalla storia e uso ancora misteriosi. Dopo aver visitato le famose Grotte Tufacee del Colle Giove, si torna quindi a casa con la sensazione di aver sfiorato, seppur per qualche istante, un universo arcano il cui significato continua a sfuggire agli storici. Le grotte, che di tufo non sono, ma si continua a chiamarle così dopo un errore notarile del passato, sono un labirinto di pozzi, scale, nicchie, corridoi e  sale scavate dall’uomo nell’arenaria: vi si accede solo dalle abitazioni e sono quindi quasi completamente invisbili ad un visitatore occasionale. A cosa servivano dunque questi anfratti? La prima ipotesi è che la loro origine si colleghi ad un utilizzo che le ha caratterizzate nel passato (documentato) e che continua persino oggi: quello di essere cantine in cui conservare l’ottimo vino che qui vede la luce: il Sangiovese, ovvero il Sangue di Giove, con riferimento all’omonimo monte sovrastante. La temperatura stabile di 12-13 gradi centigradi, infatti, assicura un buon invecchiamento del vino e il mantenimento delle sue qualità organolettiche. Ma allora perché nelle grotte vi sono colonne, sale con archi che ricordano chiaramente la struttura dell’abside di una chiesa, nicchie, volte e cupole? Possibile che tutto questo servisse solo per dei magazzini?

Dopo un lungo corridoio si arriva a questa bella sala che può ricordare un tempio

Dopo un lungo corridoio si arriva a questa bella sala che può ricordare un tempio. Grotte di Santarcangelo

Alla luce fioca delle fiammelle che rischiarano il cammino all’interno delle grotte ci si convince che le ipotesi più stravaganti sono forse le più vere. La seconda teoria crede infatti che questo luogo fosse tempio di preghiera e ritiro spirituale dei Monaci Basiliani. Questi, facenti parte di un ordine che esiste tuttora, sono eremiti seguaci della regola di San Basilio che vivono in celle ma condividono gli spazi della preghiera e del lavoro. Sebbene le grotte di Santarcangelo si prestino perfettamente a questo scopo, si è obiettato che i Basiliani non costruissero i loro cenobi e piuttosto occupassero luoghi presistenti. Si arriva quindi alla terza avvincente tesi sulla prima funzione delle grotte e cioè quella che riporta ad antichi culti pre-cristiani e, in particolare, al culto di Mitra. Il Mitraismo è una religione ellenica che si è diffusa nell’impero romano verso il I sec. a. C. per poi decadere e scomparire del tutto a seguito dell’emanazione del decreto Teodosiano nel 391 d. C., con il quale vennero aboliti tutti i riti pagani. Non sappiamo moltissimo di questa religione perché, in linea con il suo carattere iniziatico, non sono rimasti testi scritti. Sappiamo però che il culto veniva officiato nel Mitreo: una grotta costruita appositamente o adattata allo scopo, preferibilmente sotto un’abitazione o un altro edificio.

Dietro questo cancello, il mistero: chi ha costruito le grotte di Santarcangelo?

Dietro questo cancello, il mistero: chi ha costruito le grotte di Santarcangelo?

E’ questa dunque l’origine della grotte di Santarcangelo?  Probabilmente, con sicurezza non lo sapremo mai. Di certo sappiamo invece che questo formicaio sotterraneo è tornato in anni recenti a popolarsi, quando è servito alla popolazione locale per sfuggire ai bombardamenti del secondo conflitto mondiale. E sappiamo anche che gli abitanti di Santarcangelo amano molto le loro grotte e al loro interno, sulle mura sabbiose e giallognole, qualcuno ha voluto lasciare la traccia del proprio passaggio. Sarà ancora lì, in un futuro non troppo vicino, a ricordare all’uomo la sua storia e a stuzziccare la sua curiosità: come solo i luoghi enigmatici sanno fare.

incise nella roccia parole spezzate di un tempo. Grotte di Santarcangelo

incise nella roccia parole spezzate di un tempo. Grotte di Santarcangelo

Informazioni pratiche: Le grotte di Santarcangelo sono visitabili rivolgendosi all’Ufficio Informazione e Accoglienza del paese di Santarcangelo. L’unica aperta al pubblico è la “grotta monumentale” in via Ruggeri che, comunque, è una delle più emblematiche di tutto il complesso.

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