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Come nasce il Presepe di Manarola

Tutto prese inizio da…una via crucis. Era il 1961 quando Mario Andreoli, ferroviere, si recò sulla collina di famiglia affacciata sul borgo di Manarola per esaudire un ultimo desiderio del padre. Gli aveva chiesto di risistemare una vecchia croce che un tempo rappresentava il punto di arrivo della processione pasquale. Dopo aver sostituito il vecchio simbolo cristiano, l’uomo ebbe un intuizione: illuminare con una batteria d’auto  il manufatto cosicché il suo messaggio continuasse a brillare anche di notte. Con suo stupore ed infinita emozione, Mario scavando nei pressi della croce rinvenne anche i resti delle altre due croci che le voci di paese ricordavano essere quelle dei due ladroni (non per niente il colle si chiama “delle tre croci”). Probabilmente, lesse quel ritrovamento come un segno e da quel giorno non smise di ampliare quella sacra rappresentazione. Anno dopo anno, si sono aggiunti la capanna, l’angelo, i pastori e via via sempre più figure legate alla Natività. presepe di Manarola come arrivareMa non  è cresciuto solo il numero dei personaggi, perché man mano che il tempo passava, Mario affinava la tecnica, prendeva coscienza della bellezza della sua opera, verificando con sempre maggiore consapevolezza l’armonia di forme e colori. Benché i materiali siano gli stessi – uno scheletro di tondino di ferro su cui vengono innestate le sagome in materiale di recupero – oggi anche il presepe di Manarola si avvale della tecnologia ed è alimentato a fotovoltaico. Eppure, si stenta a crederlo, i primi tempi non furono facili per Mario e la sua opera:  i suoi compaesani non lo capivano. Andreoli appariva come un eccentrico, un pazzo che buttava via uno spazio strappato con le unghie e con i denti a un territorio difficile per farne un teatrino. Quasi uno spreco, un’ostentazione di benessere buttata in faccia ai viticoltori in un momento di crisi e di abbandono delle terre, per di più messa in atto in un’altura fra le più fortunate della borgata marinara, in posizione splendida e al sole. Ma tutto questo a Mario non interessava. Come succede a tutti coloro che vivono un’illuminazione, andava avanti nella sua opera indifferente alle critiche, con quell’urgenza del fare che lo accomuna ai grandi artisti del passato. Nonostante i “mugugni”, nonostante i benevoli brontolii della moglie. Lo si può immaginare benissimo, chino fino a notte fonda ad assemblare e a sistemare la sua opera, disegnata nella notte come su un carboncino, con mille luci colorate che mostrano la varietà del mondo contadino: quasi un Brueghel 500 anni dopo.

Il Presepe più grande del mondo

Poco a poco tuttavia anche la percezione locale del lavoro di Mario Andreoli si è evoluta per poi cambiare radicalmente. Quell’onirico presepe da Guiness dei Primati ha cominciato ad interessare anche le comunità autoctone e non solo i turisti ammaliati dal romanticismo di tale creazione.

Il Parco delle Cinque Terre si è accollato nel 2014 il rifacimento dell’impianto elettrico. E nel 2017 è nata l’Associazione Presepe di Manarola di Mario Andreoli presieduta da lui stesso e che si occupa della manutenzione e dell’accensione del Presepe. Anche il Cai dalla Spezia si è fatto parte attiva dell’operazione ed accompagna ormai annualmente l’accensione con una fiaccolata.Presepe di Manarola

Alla fine, Mario Andreoli  ha avuto ragione. La sua opera, fra brut e land art, si è guadagnata uno spazio nei saggi critici e su tutti mass media. L’accensione del suo Presepe è diventata uno degli eventi di punta di tutto il Natale ligure. Chi si spinge oggi al cospetto della collina delle Tre Croci di Manarola può ammirare circa 300 figure illuminate da 17.000 lampadine su 8 km di cavo. Un record, senza dubbio. Ma non importa. Quello che importa davvero è che ci siano uomini che continuano a dare corpo a delle visioni: evanescenti e fugaci come un canto levato al cielo.  Perché siamo noi ad essere dipinti con quella trama di luce: un’umanità così piccola davanti all’immenso. E fragile: minuscole figurine di un presepe continuamente in cammino in cerca di nuove speranze.

Come arrivare al Presepe di Manarola

Manarola in trenoPresepe di Manarola

Quest’anno, finalmente sono riuscita ad assistere all’accensione del Presepe che si è tenuto come sempre l’8 dicembre alle 17.30 (il presepe verrà accesso ogni sera al tramonto fino ai primi di febbraio). Per raggiungerlo il modo migliore è prendere il treno che parte dalla Spezia Centrale diretto a Genova. Ce n’è uno ogni mezz’ora circa. Giunti in paese bisogna andare fino al Sagrato della Chiesa di San Lorenzo, dove avvengono le celebrazioni e da dove si assiste anche allo spettacolo pirotecnico dell’inaugurazione. Presepe di Manarola inaugurazioneNaturalmente, una volta in loco, val la pena concedersi una passeggiata fino al mare per godere della vista della borgata dal suo lato migliore. Incamminandosi in direzione Vernazza, si incontra un bellissimo sentiero panoramico nominato Il sentiero dei bambini. Qui, troverete anche un piccolo parco giochi con panorama superlativo. Presepe di ManarolaVenire a Manarola di questi tempi è magico. Oltre all’accensione del presepe sono infatti tanti altri i motivi vedere le Cinque Terre in veste natalizia. I pittoreschi villaggi abbandonati dalle masse del turismo estivo ritrovano una dimensione più quotidiana, più vera. Certo, per l’inaugurazione del presepe ormai le stradine del borgo tornano a riempirsi, ma è un attimo. Poi tutto torna incantato come prima. Nell’occasione  troverete gelaterie, focaccerie, ristoranti e bar aperti. Potrete quindi decidere di fermarvi anche per la cena. I bambini troveranno stupefacente quel presepe gigante e rimarranno ammaliati dai fuochi d’artificio sopra le loro teste.

In auto: strada litoranea Presepe di Manarola

Fin qui vi ho detto il modo più classico per vivere il presepe. Ma tutti i fotografi sanno che in realtà esistono altri angoli più o meno segreti per ammirare il presepe nella sua interezza. Se infatti a Manarola si può godere dell’atmosfera di festa e della bellezza del paesaggio, del Presepe si scorge solo una fetta. Dal momento che questo periodo non è così affollato come quello estivo, vi consiglio dunque una prospettiva alternativa e completa. In auto bisogna percorrere la strada statale litoranea SS370 nel tratto che va da Riomaggiore a Manarola. Poco prima della deviazione per scendere in paese si trova una galleria: prima dell’entrata in essa si parcheggia la macchina poi si percorre a piedi la galleria e ci si trova in un fantastico punto panoramico sul paese. La vista è al alto tasso di romanticismo; un po’ meno piacevole è percorrere la galleria a piedi.

Trekking

Per i più avventurosi, consiglio un’uscita di trekking : quella che preferisco. Si parcheggia la macchina nello stesso punto che vi ho detto poco fa e da qui si imbocca il sentiero che porta sulla costa Corniolo (531 C: sul sito del Parco trovate la descrizione). Naturalmente sono necessarie scarpe da trekking, abiti comodi ma caldi, torce elettriche (meglio frontali) e bevande calde. Ci vuole un po’ di impegno, è vero, ma volete mettere che soddisfazione stare (quasi) da soli a godersi lo spettacolo dall’alto?

Vi lascio con un’ultima curiosità: in molti ignorano che lo spettacolo della collina illuminata si ripete anche per Pasqua quando viene allestita l’originale via crucis… occorre muoversi prima che anche questa chicca diventi popolare su instagram!


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